Scomposizione e fusione

Luca Mai sassofonista degli Zu
 

04/03/2008

Lui, Mike Patton, gioca con la voce creando suoni incredibili, al limite della percepibilità, sul palco sembra quasi un direttore di orchestra, immerso dietro le sue macchine con un sorriso beffardo, un istrionico trascinatore che ammalia e stupisce il pubblico attento, mentre la sua voce cambia tono, timbro, genere. Improvvisa Mr. Patton, conosciuto soprattutto per essere stato dal 1988 al 1998 il cantante dei Faith No More, con sicurezza e talento fonde esperienze musicali diverse, dalla psichedelia al metal più estremo, dall’elettronica alla musica contemporanea.

Loro, gli Zu (foto), band romana tra le più seguite e rispettate realtà indipendenti italiane all’estero e formatasi 11 anni fa, fondono hardcore punk, free jazz e noise rock in una miscela esplosiva che stupisce e stordisce a colpi di basso, sassofono e batteria. Non è un caso che il compositore statunitense e sassofonista multi-strumentista, John Zorn, ha detto alla band: "Avete creato una musica potente ed espressiva che spazza via totalmente ciò che molti gruppi fanno in questi giorni!"

Ebbene, la collaborazione tra Mr. Patton e gli Zu ha inizio quando quest’ultimi aprono il tour mondiale di Fantomas e Melvins nel 2006, per proseguire con il festival canadese di Vicrtoriaville, dove i quattro hanno dato vita per la prima volta ad una performance live insieme. Un connubio pazzesco, tra improvvisazione e rigidità di schemi, tra suoni a volte definiti ‘impossibili’ e una voce che, con l’aiuto del mixer, spiazza attimo dopo attimo dando vita ad una sezione ritmica di una potenza indescrivibile.

Davanti ad un pubblico variegato, vigile, appassionato, il quartetto si è esibito in una delle tappe del tour, lunedì 3 marzo al Circolo degli Artisti della capitale, in un concerto forse troppo breve per poter saziare pienamente i fan che sono accorsi per non perdere una performance di così alto livello. Patton dirige, sceglie i tempi di attacco, gioca, i talentuosi Zu seguono con maestria, e mentre luci blu enfatizzano il palco, tra loro basta uno sguardo, un sorriso, ed è subito sintonia in una sorta di pantomima in cui l’eccesso si apre a momenti di puro nois fuso all’improvvisazione più libera.

Per tutti coloro che non hanno potuto godere di questa performance, nessuna paura: le tappe italiane sono ancora molte, tutte le info le potete trovare su: http://www.myspace.com/zuband