Sensazionale Quinn al MACRO
Scultura di Marc Quinn
13/07/2006
E’ in corso al MACRO di Roma la grande mostra monografica dedicata all’artista britannico Marc Quinn (Londra, 1964), la prima in un museo pubblico italiano. L’evento, a cura di Danilo Eccher e Achille Bonito Oliva, riunisce più di 30 opere risalenti agli ultimi anni di attività dell’artista. Ma anche dipinti e disegni, prova della varietà di tecniche e registri espressivi da lui adottati.
Quinn ha attratto l’interesse del pubblico internazionale sin dagli anni ’90, grazie alla forte carica espressiva e alla sensazionalità di opere come Self (1991), autoritratto in cui aveva modellato la propria testa utilizzando cinque litri del suo stesso sangue, congelato per mantenere l’integrità della scultura; opere che lo hanno fatto annoverare all’interno della corrente Young British Art.
La sua ricerca si è presto volta verso alcuni temi privilegiati, quali il corpo umano, la vita, la bellezza, la morte. In diretto contatto con Self (riproposta in una versione più recente, nel 2001), troviamo al MACRO l’opera Sky (2006). Come già per il figlio Lucas, Quinn ha utilizzato la placenta e il cordone ombelicale del suo secondogenito per modellare un ritratto della testa del bambino. Anche in questo caso un sistema di refrigerazione garantisce la conservazione del fragile simulacro, sospeso tra la vita ancora pulsante degli organi e la fredda presentazione da laboratorio scientifico.
Anche la serie di sculture Chemical Life Support riprende il tema del corpo: i “supporti chimici”, ossia i medicinali specifici di alcuni pazienti, sono stati mescolati a una materia duttile e traslucida come cera per dar vita a ritratti scultorei del tutto particolari: in mostra, tra gli altri, Innoscience (2004), in cui il corpo del figlio dell’artista è plasmato con il latte artificiale che lo ha nutrito nei primi mesi di vita, e Nicholas Grogan – Insulin (Diabetes) (2005), in cui la figura di un uomo diabetico è impregnata della sostanza chimica che supplisce alla sua disfunzione metabolica. La difficoltà della malattia o la particolarità della condizione rappresentata costituiscono il lato oscuro di queste sculture.
La serie The Complete Marbles raffigura persone affette da gravi malformazioni e handicap fisici. Marc Quinn ha evidenziato la bellezza insita nei loro corpi che, forgiati nel marmo, ricordano le sculture antiche. E’ il caso di Peter Hull (1999) e Alexandra Westmoquette (2000), selezionati tra le opere in mostra al MACRO. In mostra anche Sphynx (2005), in cui la top-model Kate Moss è ritratta in un’originale posa yoga, quasi una figura eroica e ultraterrena. Oltre alla sfera della vita, Quinn guarda infatti alla morte e all’aldilà: i due scheletri bronzei in preghiera, Waiting for God (2006) e Waiting for Godot (2006), sembrano guardare anche alla speranza di una vita oltre la morte.
Marc Quinn
22 giugno – settembre 2006
MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma
Via Reggio Emilia, 54 - Roma
orario: da martedì a domenica 9.00 – 19.00; festività 9.00 - 14.00; (lunedì chiuso)
info: 06-6710 70400
www.macro.roma.museum
Quinn ha attratto l’interesse del pubblico internazionale sin dagli anni ’90, grazie alla forte carica espressiva e alla sensazionalità di opere come Self (1991), autoritratto in cui aveva modellato la propria testa utilizzando cinque litri del suo stesso sangue, congelato per mantenere l’integrità della scultura; opere che lo hanno fatto annoverare all’interno della corrente Young British Art.
La sua ricerca si è presto volta verso alcuni temi privilegiati, quali il corpo umano, la vita, la bellezza, la morte. In diretto contatto con Self (riproposta in una versione più recente, nel 2001), troviamo al MACRO l’opera Sky (2006). Come già per il figlio Lucas, Quinn ha utilizzato la placenta e il cordone ombelicale del suo secondogenito per modellare un ritratto della testa del bambino. Anche in questo caso un sistema di refrigerazione garantisce la conservazione del fragile simulacro, sospeso tra la vita ancora pulsante degli organi e la fredda presentazione da laboratorio scientifico.
Anche la serie di sculture Chemical Life Support riprende il tema del corpo: i “supporti chimici”, ossia i medicinali specifici di alcuni pazienti, sono stati mescolati a una materia duttile e traslucida come cera per dar vita a ritratti scultorei del tutto particolari: in mostra, tra gli altri, Innoscience (2004), in cui il corpo del figlio dell’artista è plasmato con il latte artificiale che lo ha nutrito nei primi mesi di vita, e Nicholas Grogan – Insulin (Diabetes) (2005), in cui la figura di un uomo diabetico è impregnata della sostanza chimica che supplisce alla sua disfunzione metabolica. La difficoltà della malattia o la particolarità della condizione rappresentata costituiscono il lato oscuro di queste sculture.
La serie The Complete Marbles raffigura persone affette da gravi malformazioni e handicap fisici. Marc Quinn ha evidenziato la bellezza insita nei loro corpi che, forgiati nel marmo, ricordano le sculture antiche. E’ il caso di Peter Hull (1999) e Alexandra Westmoquette (2000), selezionati tra le opere in mostra al MACRO. In mostra anche Sphynx (2005), in cui la top-model Kate Moss è ritratta in un’originale posa yoga, quasi una figura eroica e ultraterrena. Oltre alla sfera della vita, Quinn guarda infatti alla morte e all’aldilà: i due scheletri bronzei in preghiera, Waiting for God (2006) e Waiting for Godot (2006), sembrano guardare anche alla speranza di una vita oltre la morte.
Marc Quinn
22 giugno – settembre 2006
MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma
Via Reggio Emilia, 54 - Roma
orario: da martedì a domenica 9.00 – 19.00; festività 9.00 - 14.00; (lunedì chiuso)
info: 06-6710 70400
www.macro.roma.museum
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