Sky Arte HD: intrattenimento e cultura a 360°
Sky Arte HD
31/10/2012
Il conto alla rovescia sta per terminare: manca oramai un solo giorno all’inizio delle trasmissioni di Sky Art HD, il nuovo canale della pay tv satellitare di casa Murdoch dedicato alla cultura a trecentosessanta gradi, dalle arti figurative alla musica, dalla letteratura alla danza e al teatro. Una realtà che intende, quindi, dare spazio e visibilità alla creatività made in Italy di tutte le epoche e in tutte le sue forme. Ma il lancio di questo nuovo canale potrebbe sembrare, a prima vista, partire in un periodo in cui il pubblico, di fronte a una profonda crisi non solo economica, potrebbe aver desiderio di pura evasione. E invece è anche, e forse soprattutto, in momenti come questi che la gente - e nemmeno solo una élite, stando alle statistiche - ha fame di cibo per lo spirito. Proprio da questo discorso abbiamo iniziato la nostra intervista al direttore di Sky Art HD, Roberto Pisoni.
“Una serie di ricerche fatte prima del lancio del nostro canale Sky Arte testimoniano una grande vitalità: molte persone, più di quante si creda, continuano a leggere libri, a frequentare mostre, ad andare a teatro. Non ci aspettiamo risultati clamorosi, straordinari, ma sorprese sì. Non a caso nella politica di Sky quest’anno c’è stato anche l'avvio di DeASapere HD, canale di divulgazione scientifica, curato dalla De Agostini. Sky Arte è il secondo momento di questo ricondizionamento in Sky Italia che intende dare ampio spazio alla cultura”.
Sky ha già un canale dedicato all’arte in lingua inglese, Sky Arts. Ci saranno punti di contatto?
“Il rapporto con Sky Arts, canale inglese, sarà molto stretto. In realtà nel Regno Unito hanno due canali: quello principale indirizzato ad un pubblico giovanile che tramette in gran parte musica pop-rock, visto che lì hanno una grande tradizione nel genere, e poi un secondo canale con un target più adulto in cui invece si dà largo spazio alla musica colta, dalla classica all'opera, e al teatro con, ovviamente, tutta la lunga tradizione shakespeariana. C’è poi una grande attenzione all’arte contemporanea e soprattutto classica. Questa realtà sarà sicuramente un modello per noi ma noi cominciamo ora ed avremo un’altra identità. Il canale Sky Arts in lingua inglese esiste già da sei anni e si è costruito una fama tale che oramai i quotidiani inglesi dichiarano a più riprese che il lavoro che sta facendo è quello che dovrebbe fare la BBC. Noi dobbiamo trovare una "via italiana”. Loro si rivolgono, per le arti figurative, ad un pubblico più anziano del nostro, noi vorremo che il nostro canale fosse più inclusivo, che mescolasse intrattenimento e cultura, ci piacerebbe coinvolgere non soltanto il pubblico di destinazione naturale ma anche un pubblico che è semplicemente curioso di queste cose e un modo nuovo di raccontarle può aiutarci a conquistarlo”.
Quindi non cercherete volti televisivi già noti per i vostri programmi ma giovani conduttori?
Abbiamo una grande stima per critici come Caroli, Daverio, Sgarbi ma sono volti che appartengono ad altre televisioni che non sono la nostra. Noi stiamo nascendo e piuttosto che un volto di canale stiamo cercando persone che ci aiutino da un punto di vista scientifico nei contenuti dei programmi, lavorando su singoli progetti a livello autoriale. Preferiamo far parlare gli artisti piuttosto che avere dei critici tout court. Ci saranno anche loro ma non seguiremo la strada delle trasmissioni puramente didattiche con la classica figura del mediatore culturale. Stiamo facendo anche scouting, però, e siamo alla ricerca di novità. Per ora abbiamo coinvolto Francesco Bonami, critico e curatore di livello internazionale, che parlerà di arte contemporanea con tono ironico però anche con competenza. Gli abbiamo affiancato Alessandro Cattelan (ndr: vj di MTV Italia e conduttore di XFactor 2011), perché vogliamo contaminare i campi, creare corto circuito.
Sky Arte utilizzerà un linguaggio moderno e dei format innovativi: non si rischia di non essere compresi da tutti?
Sì e non vogliamo nemmeno correre il rischio di banalizzare. L’approccio di base sarà sempre quello documentaristico, scientifico, alla maniera britannica. E ci sarà ampio spazio anche per temi e linguaggi più tradizionali: per esempio con il programma dedicato alla mostra della settimana, in cui faremo parlare organizzatori, curatori, allestitori. Si oscillerà tra racconto del backstage e approfondimento dei contenuti.
Acquisterete o produrrete voi i programmi?
All’inizio la percentuale dei contenuti di acquisizione sarà preponderante. Le fonti saranno canali come lo stesso Sky Arts in lingua inglese, la BBC o canali americani come PBS che ha un programma di arte contemporanea di successo che si chiama Art21. Abbiamo ed avremo però anche nostre produzioni, come quella con cui inauguriamo il 1° novembre, il docudramma su Michelangelo che abbiamo realizzato in collaborazione con l’associazione Metamorfosi e che sarà mandato in onda per celebrare i 500 anni della Cappella Sistina.
Avete attivato altre collaborazioni e avete già inserzionisti?
Più che pubblicità cerchiamo partner per le produzioni. Per esempio sin da ora abbiamo aperto alla collaborazione con Enel che è il main sponsor del canale. Seguiremo Enel Contemporanea e documenteremo l’esposizione in programma al Macro di Roma per dicembre.
E progetti per la valorizzazione del patrimonio artistico italiano?
C’è sicuramente l’intenzione di creare un rapporto col Ministero per i Beni Culturali. Noi vogliamo dare grande visibilità al patrimonio italiano. Abbiamo già cominciato a farlo attraverso i contatti con altri canali dedicati all’arte, all'estero, e questo speriamo possa costituire un’opportunità in termini di visibilità e, perché no, anche di incremento del turismo ”
Nicoletta Speltra
“Una serie di ricerche fatte prima del lancio del nostro canale Sky Arte testimoniano una grande vitalità: molte persone, più di quante si creda, continuano a leggere libri, a frequentare mostre, ad andare a teatro. Non ci aspettiamo risultati clamorosi, straordinari, ma sorprese sì. Non a caso nella politica di Sky quest’anno c’è stato anche l'avvio di DeASapere HD, canale di divulgazione scientifica, curato dalla De Agostini. Sky Arte è il secondo momento di questo ricondizionamento in Sky Italia che intende dare ampio spazio alla cultura”.
Sky ha già un canale dedicato all’arte in lingua inglese, Sky Arts. Ci saranno punti di contatto?
“Il rapporto con Sky Arts, canale inglese, sarà molto stretto. In realtà nel Regno Unito hanno due canali: quello principale indirizzato ad un pubblico giovanile che tramette in gran parte musica pop-rock, visto che lì hanno una grande tradizione nel genere, e poi un secondo canale con un target più adulto in cui invece si dà largo spazio alla musica colta, dalla classica all'opera, e al teatro con, ovviamente, tutta la lunga tradizione shakespeariana. C’è poi una grande attenzione all’arte contemporanea e soprattutto classica. Questa realtà sarà sicuramente un modello per noi ma noi cominciamo ora ed avremo un’altra identità. Il canale Sky Arts in lingua inglese esiste già da sei anni e si è costruito una fama tale che oramai i quotidiani inglesi dichiarano a più riprese che il lavoro che sta facendo è quello che dovrebbe fare la BBC. Noi dobbiamo trovare una "via italiana”. Loro si rivolgono, per le arti figurative, ad un pubblico più anziano del nostro, noi vorremo che il nostro canale fosse più inclusivo, che mescolasse intrattenimento e cultura, ci piacerebbe coinvolgere non soltanto il pubblico di destinazione naturale ma anche un pubblico che è semplicemente curioso di queste cose e un modo nuovo di raccontarle può aiutarci a conquistarlo”.
Quindi non cercherete volti televisivi già noti per i vostri programmi ma giovani conduttori?
Abbiamo una grande stima per critici come Caroli, Daverio, Sgarbi ma sono volti che appartengono ad altre televisioni che non sono la nostra. Noi stiamo nascendo e piuttosto che un volto di canale stiamo cercando persone che ci aiutino da un punto di vista scientifico nei contenuti dei programmi, lavorando su singoli progetti a livello autoriale. Preferiamo far parlare gli artisti piuttosto che avere dei critici tout court. Ci saranno anche loro ma non seguiremo la strada delle trasmissioni puramente didattiche con la classica figura del mediatore culturale. Stiamo facendo anche scouting, però, e siamo alla ricerca di novità. Per ora abbiamo coinvolto Francesco Bonami, critico e curatore di livello internazionale, che parlerà di arte contemporanea con tono ironico però anche con competenza. Gli abbiamo affiancato Alessandro Cattelan (ndr: vj di MTV Italia e conduttore di XFactor 2011), perché vogliamo contaminare i campi, creare corto circuito.
Sky Arte utilizzerà un linguaggio moderno e dei format innovativi: non si rischia di non essere compresi da tutti?
Sì e non vogliamo nemmeno correre il rischio di banalizzare. L’approccio di base sarà sempre quello documentaristico, scientifico, alla maniera britannica. E ci sarà ampio spazio anche per temi e linguaggi più tradizionali: per esempio con il programma dedicato alla mostra della settimana, in cui faremo parlare organizzatori, curatori, allestitori. Si oscillerà tra racconto del backstage e approfondimento dei contenuti.
Acquisterete o produrrete voi i programmi?
All’inizio la percentuale dei contenuti di acquisizione sarà preponderante. Le fonti saranno canali come lo stesso Sky Arts in lingua inglese, la BBC o canali americani come PBS che ha un programma di arte contemporanea di successo che si chiama Art21. Abbiamo ed avremo però anche nostre produzioni, come quella con cui inauguriamo il 1° novembre, il docudramma su Michelangelo che abbiamo realizzato in collaborazione con l’associazione Metamorfosi e che sarà mandato in onda per celebrare i 500 anni della Cappella Sistina.
Avete attivato altre collaborazioni e avete già inserzionisti?
Più che pubblicità cerchiamo partner per le produzioni. Per esempio sin da ora abbiamo aperto alla collaborazione con Enel che è il main sponsor del canale. Seguiremo Enel Contemporanea e documenteremo l’esposizione in programma al Macro di Roma per dicembre.
E progetti per la valorizzazione del patrimonio artistico italiano?
C’è sicuramente l’intenzione di creare un rapporto col Ministero per i Beni Culturali. Noi vogliamo dare grande visibilità al patrimonio italiano. Abbiamo già cominciato a farlo attraverso i contatti con altri canali dedicati all’arte, all'estero, e questo speriamo possa costituire un’opportunità in termini di visibilità e, perché no, anche di incremento del turismo ”
Nicoletta Speltra
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