Un Gesuita alla corte dei Ming
										
										 
										
										
																		
																									opere cinesi raccontano padre matteo ricci
															
							10/02/2005
							 La vicenda  di un uomo straordinario il gesuita Matteo Ricci (Macerata 1552 - Pechino 1610),  racconta l’incontro della civiltà occidentale con la civiltà cinese, realizzatosi  nella seconda metà del Cinquecento. “Padre Matteo Ricci. L’Europa alla corte dei Ming” raccoglie l’esperienza storica e l’opera del religioso, noto ai cinesi come Li Madou, chiamato comunemente Xitai (“Maestro occidentale”).
Padre Ricci diffonde per primo teologia, filosofia, letteratura, arti e scienze occidentali in Cina; sinologo e studioso, traduce in latino i Quattro libri confuciani e compone il documento fondamentale per la conoscenza della Cina in Europa. Curata da Filippo Mignini, studioso di storia della filosofia e direttore dell’Istituto Ricci di Macerata la mostra è ospitata presso il Complesso Monumentale del Vittoriano di Roma, dall’11 febbraio al 10 aprile 2005.
La rassegna “Padre Matteo Ricci. L’Europa alla corte dei Ming” attraverso circa 150 opere, ricostruisce gli anni della formazione europea di Matteo Ricci e l’incontro con la Cina nello scenario dei rapporti politici internazionali di fine Cinquecento. Libri rari, testi originali, documenti autografi, strumenti musicali, carte geografiche e strumenti scientifici introdotti in Cina dal celebre gesuita, come mappamondi, orologi, astrolabi, meridiane, compassi, clessidre, e mescolati ad oggetti che ricreano l’atmosfera della corte e delle case dei mandarini quali porcellane, dipinti, acquarelli, calchi e bronzi di fine epoca Ming.
L’esposizione è divisa concettualmente in due parti: la formazione europea di Ricci; e l’incontro con “l’altro mondo” della Cina.
Nato a Macerata il 6 ottobre 1552, studia al collegio dei Gesuiti della città marchigiana e nel 1571 entra nel noviziato della Compagnia di Gesù. Nel 1572 emette i primi voti e inizia la sua solida formazione al Collegio Romano. Destinato alle missioni d’Oriente, salpa da Lisbona nel 1578 per giungere in India, a Goa e successivamente a Cocin, dove riceve gli ordini sacri e celebra la prima messa nel 1580. Padre Michele Ruggeri, che si trova già a Macao e incontra qualche difficoltà con la lingua, sollecita l’arrivo del giovane Ricci, che vi giunge nel 1582, iniziando a studiare la lingua cinese. Nel settembre 1583, con il permesso del viceré e scortati da un suo soldato, Ricci e Ruggeri giungono a Canton, dove iniziano a costruire una prima casa e la prima chiesa. Nel 1584 pubblica il primo mappamondo cinese e nel 1587 inizia a scrivere il Catechismo in cinese. Nel 1597 è nominato superiore della missione e nel 1599, fallito un primo tentativo di soggiorno a Pechino, si stabilisce a Nanchino, fondandovi la quarta residenza missionaria. Nel 1601, dietro autorizzazione scritta dell’Imperatore Wanli, entra a Pechino dove vive fino alla morte con il grado di mandarino.
“Padre Matteo Ricci. L’Europa alla corte dei Ming”
Roma, Complesso Monumentale del Vittoriano Ingresso Ara Coeli
11 Febbraio – 10 Aprile 2005
Orario: tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 18.30
INGRESSO GRATUITO
Per informazioni: Vittoriano: 06/69200867
						
					Padre Ricci diffonde per primo teologia, filosofia, letteratura, arti e scienze occidentali in Cina; sinologo e studioso, traduce in latino i Quattro libri confuciani e compone il documento fondamentale per la conoscenza della Cina in Europa. Curata da Filippo Mignini, studioso di storia della filosofia e direttore dell’Istituto Ricci di Macerata la mostra è ospitata presso il Complesso Monumentale del Vittoriano di Roma, dall’11 febbraio al 10 aprile 2005.
La rassegna “Padre Matteo Ricci. L’Europa alla corte dei Ming” attraverso circa 150 opere, ricostruisce gli anni della formazione europea di Matteo Ricci e l’incontro con la Cina nello scenario dei rapporti politici internazionali di fine Cinquecento. Libri rari, testi originali, documenti autografi, strumenti musicali, carte geografiche e strumenti scientifici introdotti in Cina dal celebre gesuita, come mappamondi, orologi, astrolabi, meridiane, compassi, clessidre, e mescolati ad oggetti che ricreano l’atmosfera della corte e delle case dei mandarini quali porcellane, dipinti, acquarelli, calchi e bronzi di fine epoca Ming.
L’esposizione è divisa concettualmente in due parti: la formazione europea di Ricci; e l’incontro con “l’altro mondo” della Cina.
Nato a Macerata il 6 ottobre 1552, studia al collegio dei Gesuiti della città marchigiana e nel 1571 entra nel noviziato della Compagnia di Gesù. Nel 1572 emette i primi voti e inizia la sua solida formazione al Collegio Romano. Destinato alle missioni d’Oriente, salpa da Lisbona nel 1578 per giungere in India, a Goa e successivamente a Cocin, dove riceve gli ordini sacri e celebra la prima messa nel 1580. Padre Michele Ruggeri, che si trova già a Macao e incontra qualche difficoltà con la lingua, sollecita l’arrivo del giovane Ricci, che vi giunge nel 1582, iniziando a studiare la lingua cinese. Nel settembre 1583, con il permesso del viceré e scortati da un suo soldato, Ricci e Ruggeri giungono a Canton, dove iniziano a costruire una prima casa e la prima chiesa. Nel 1584 pubblica il primo mappamondo cinese e nel 1587 inizia a scrivere il Catechismo in cinese. Nel 1597 è nominato superiore della missione e nel 1599, fallito un primo tentativo di soggiorno a Pechino, si stabilisce a Nanchino, fondandovi la quarta residenza missionaria. Nel 1601, dietro autorizzazione scritta dell’Imperatore Wanli, entra a Pechino dove vive fino alla morte con il grado di mandarino.
“Padre Matteo Ricci. L’Europa alla corte dei Ming”
Roma, Complesso Monumentale del Vittoriano Ingresso Ara Coeli
11 Febbraio – 10 Aprile 2005
Orario: tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 18.30
INGRESSO GRATUITO
Per informazioni: Vittoriano: 06/69200867
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