L'Aquila: un restauro restituisce alla città il primo storico edificio pubblico

L'Aquila, Palazzetto dei Nobili
 

10/12/2012

L'Aquila - Il cuore del cuore di L’Aquila ritrova una nuova vita. E’ infatti appena uscito da un lungo e complesso restauro il Palazzo della Congregazione dei Nobili, meglio noto come Palazzetto dei Nobili, che rappresenta, a livello topografico, il centro esatto della città all’interno delle sue antiche mura. Un restauro, questo, che può essere interpretato come un forte segno di speranza, tanto più che, dal momento della sua riapertura, appena avvenuta, il palazzo ospita la sede del comitato per la candidatura di L’Aquila a Capitale Europea della Cultura per il 2019.

I fondi necessari per i lavori, circa un milione di euro, provengono dai contributi versati dalla Camera dei Deputati e dai dipendenti di Montecitorio.

Ci vorrà tempo per vedere risorgere per intero quel luogo che rappresentava l’antica “agorà” di L’Aquila ma questo intervento che ha consentito per la prima volta, dopo quel tragico 6 aprile del 2009, di riaprire e riconsegnare alla città un palazzo pubblico potrebbe rappresentare un avvio significativo. Soprattutto se si considera la storia ed il ruolo di questo palazzo, posizionato come una quinta teatrale sulla seicentesca Piazza Margherita, isolato su tre lati, accanto a Palazzo Camponeschi, un tempo sede del civico collegio del governo. Fin dalla sua fondazione, avvenuta sul luogo di un edificio rinascimentale preesistente, il Palazzo della Camera, centro della vita politica aquilana, il Palazzetto dei Nobili era indicato come “Magnifica camera”, un appellativo che faceva riferimento sia al ruolo importante svolto per la città come sede della potente Congrega in cui venivano eletti i Camerlenghi, sia alle eleganti decorazioni della sua architettura manierista. Danneggiato già in passato da un terremoto, quello del 1703, fu riedificato tra il 1708 e il 1715 nelle attuali forme. E fino al 2009 ha continuato ad essere un luogo di cultura e ritrovo per la città e per i suoi studenti.

Nicoletta Speltra