Dal 24 marzo al 25 giugno alla Spezia
L’Elogio della Bellezza: i 20 anni del Museo Lia

Pinacoteca di Brera |
Giulio Cesare Procaccini, la Maddalena Penitente e un angelo
Francesca Grego
23/03/2017
La Spezia - Arrivano dai principali musei d’Italia e d’Europa i capolavori invitati a La Spezia per festeggiare i vent’anni del Museo Amedeo Lia, creato nel 1996 per ospitare la collezione donata alla città dall’ingegnere e imprenditore di origine pugliese che fece dell’amore per le arti la missione di una vita.
Un magnifico Elogio della Bellezza, in linea con lo spirito del collezionista, che vede la partecipazione di 20 opere, una per ogni anno del ventennale, di altissimi interpreti della tradizione italiana ed europea: Dosso Dossi, Beato Angelico e Neri di Bicci, Pontormo e il Carpaccio, El Greco e Jean-Baptiste-Siméon Chardin sono solo un assaggio del parterre di ospiti illustri che animeranno l’esposizione fino al 25 giugno, insieme a straordinari reperti di arte antica e ricercati esempi di arti decorative.
Scelti in assonanza con il patrimonio residente, i capolavori sono frutto di prestiti da prestigiose istituzioni, come il Museo del Bargello di Firenze, la Pinacoteca di Brera e il Castello Sforzesco di Milano, la Galleria Borghese e la Pinacoteca Capitolina di Roma, oltre alla Gemaldegalerie di Berlino e al Museo Thyssen Bornemisza di Madrid.
Ad accoglierli saranno le circa 1200 opere che Amedeo Lia scelse per documentare il gusto e la cultura dell’Europa fra l’epoca classica e il XVIII secolo.
“I mercanti dovevano tenere in grande considerazione Lia, se tra le mille opere che abbiamo passato in rassegna non c’è neppure un falso”, fu il commento ironico di Federico Zeri all’apertura del museo. Ed effettivamente la raccolta era considerata dai critici fra le collezioni private più ricche d’Europa, in assoluto la più importante per i dipinti fra il Duecento e il Cinquecento.
Se il fiore all’occhiello è il nucleo dei Primitivi, rappresentato da oltre 70 tavole, il Rinascimento annovera tra le sue fila il Compianto sul Corpo di Cristo di Tintoretto, la Nascita e la Morte di Adone di Sebastiano del Piombo, l’intensa Madonna col Bambino del leonardesco Giampietrino, insieme a tele di Pontormo, come il bellissimo Autoritratto del 1520, Tiziano, Gentile e Giovanni Bellini.
Le raccolte di arti decorative sono invece un viaggio affascinante nel mondo delle arti e nel gusto dei secoli passati: fra le 13 sale del museo si può curiosare fra miniature e maioliche dipinte, oggetti in vetro e sculture, fino alla Camera delle Meraviglie, che contiene gli oggetti più singolari e preziosi, proprio come nelle collezioni dei principi cinquecenteschi.
Un magnifico Elogio della Bellezza, in linea con lo spirito del collezionista, che vede la partecipazione di 20 opere, una per ogni anno del ventennale, di altissimi interpreti della tradizione italiana ed europea: Dosso Dossi, Beato Angelico e Neri di Bicci, Pontormo e il Carpaccio, El Greco e Jean-Baptiste-Siméon Chardin sono solo un assaggio del parterre di ospiti illustri che animeranno l’esposizione fino al 25 giugno, insieme a straordinari reperti di arte antica e ricercati esempi di arti decorative.
Scelti in assonanza con il patrimonio residente, i capolavori sono frutto di prestiti da prestigiose istituzioni, come il Museo del Bargello di Firenze, la Pinacoteca di Brera e il Castello Sforzesco di Milano, la Galleria Borghese e la Pinacoteca Capitolina di Roma, oltre alla Gemaldegalerie di Berlino e al Museo Thyssen Bornemisza di Madrid.
Ad accoglierli saranno le circa 1200 opere che Amedeo Lia scelse per documentare il gusto e la cultura dell’Europa fra l’epoca classica e il XVIII secolo.
“I mercanti dovevano tenere in grande considerazione Lia, se tra le mille opere che abbiamo passato in rassegna non c’è neppure un falso”, fu il commento ironico di Federico Zeri all’apertura del museo. Ed effettivamente la raccolta era considerata dai critici fra le collezioni private più ricche d’Europa, in assoluto la più importante per i dipinti fra il Duecento e il Cinquecento.
Se il fiore all’occhiello è il nucleo dei Primitivi, rappresentato da oltre 70 tavole, il Rinascimento annovera tra le sue fila il Compianto sul Corpo di Cristo di Tintoretto, la Nascita e la Morte di Adone di Sebastiano del Piombo, l’intensa Madonna col Bambino del leonardesco Giampietrino, insieme a tele di Pontormo, come il bellissimo Autoritratto del 1520, Tiziano, Gentile e Giovanni Bellini.
Le raccolte di arti decorative sono invece un viaggio affascinante nel mondo delle arti e nel gusto dei secoli passati: fra le 13 sale del museo si può curiosare fra miniature e maioliche dipinte, oggetti in vetro e sculture, fino alla Camera delle Meraviglie, che contiene gli oggetti più singolari e preziosi, proprio come nelle collezioni dei principi cinquecenteschi.
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