Dal 17 marzo al 30 aprile 2011, a Palazzo Lombardia di Milano (via Galvani 27) – sede della Regione Lombardia - si terrà la mostra che porrà a confronto le tre Vie Crucis che Lucio Fontana realizzò nel decennio 1947-1957, fondamentale per la sua maturazione artistica.
L’iniziativa, organizzata dalla Regione Lombardia, su progetto scientifico del Museo Diocesano di Milano, e a cura del direttore del museo, Paolo Biscottini, riunirà per la prima volta questi tre capolavori finora considerati singolarmente.
Con questo appuntamento, Regione Lombardia prosegue nella sua opera di riscoperta e valorizzazione di opere d'arte (spesso poco conosciute ma dal profondo valore storico e simbolico) di grandi maestri, avviata alla fine del 2009 con il progetto 'La Regione dà luce all'arte' e la mostra 'Dipinti lombardi dal Rinascimento al Barocco' ospitata a Palazzo Pirelli.
Oltre alla Via Crucis in ceramica del 1947, ora in collezione privata a Parma, verrà presentata, per la prima volta al pubblico, la Via Crucis “bianca” (1955-1956), recentemente acquistata dalla Regione Lombardia e che sarà depositata, a partire dal prossimo maggio, al Museo Diocesano di Milano. La Via Crucis in terracotta proveniente dalla Cappella dell’Istituto religioso le Carline (1956-57), oggi conservata nella Cripta della Chiesa di San Fedele a Milano, sarà invece visibile con l’ausilio di schermi multimediali.
Le tre Vie Crucis testimoniano due momenti fondamentali all’interno dell’opera di Lucio Fontana. Nel 1947, anno di realizzazione del primo complesso scultoreo, l’artista rientra dall’Argentina in Italia, continuando nel nostro Paese l’importante produzione in ceramica. Il 1947, inoltre, è anche l’anno del Primo Manifesto dello Spazialismo, in cui si afferma una concezione dell’arte completamente nuova, in stretto accordo con i progressi della scienza. Questa Via Crucis, infine, è di poco antecedente al primo ambiente spaziale, il celebre Ambiente nero, realizzato da Fontana alla Galleria del Naviglio nei primi mesi del 1949.
La Via Crucis del San Fedele e la Via Crucis “bianca” - così chiamata per il particolare colore della ceramica - entrambe riferibili al periodo 1955-1957 sono frutto della collaborazione tra Lucio Fontana e l’architetto Marco Zanuso, impegnati in alcuni progetti milanesi con finalità sociali e di solidarietà. La prima è stata infatti realizzata per la cappella dell’Istituto religioso “Le Carline”, dedito all’assistenza di ragazze abbandonate; la seconda, per la cappella della Casa Materna Asili Nido Ada Bolchini Dell’Acqua, nata per dare aiuto alle ragazze madri.
Entrambe si collocano in un momento di intensa ricerca dell’artista, sia per quanto riguarda la produzione a carattere “sacro” sia per quella più “concettuale”. Il periodo compreso tra il 1950 e il 1957, infatti, vede Fontana impegnato, da una parte nella realizzazione dei gessi preparatori per il Concorso per la V Porta del Duomo, dall’altra nella sperimentazione dei Barocchi, dei Buchi, delle Pietre e dei Gessi, fino ad arrivare ai “tagli” del ciclo delle Attese, iniziato nel 1958.
Il rapporto fra i tre capolavori mostra dunque la lenta maturazione della scultura di Fontana verso scelte sempre più ispirate a criteri concettuali.
Quale ulteriore approfondimento, all’interno del percorso espositivo verranno proiettati un video che contestualizzerà le Vie Crucis nella produzione di Fontana e un film, prodotto da Metamorphosi, con spezzoni storici, interviste, riferito a tutta la vita e l’attività dell’artista.
Accompagna la rassegna espositiva un catalogo Electa, con testi di Enrico Crispolti, Paolo Biscottini, Andrea Dall’Asta e Sara Miele.