Oltre 2.800 diapositive alle Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche
Il dono di Berengo Gardin alla città di Milano
Gianni Berengo Gardin, Milano, 1968 © Gianni Berengo Gardin / Contrasto
E. Bramati
05/07/2014
Milano - Il fotografo Gianni Berengo Gardin ha destinato 2.874 diapositive provenienti dal suo archivio personale alle Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco.
“Dopo la recentissima apertura della mostra dedicata a Salgado, che ha inaugurato il ‘nuovo corso’ di Palazzo della Ragione come sede espositiva permanente dedicata all’arte della fotografia, ecco un’altra buona notizia che riguarda questo linguaggio" ha dichiarato l’assessore alla Cultura Del Corno.
La donazione include importanti testimonianze dell’attività del fotografo, in particolare di quella dedicata al paesaggio e ai monumenti storico-artistici milanesi e italiani.
Essa andrà a arricchire le collezioni civiche, aggiungendosi all’importante documentazione fotografica ottocentesca e a diverse opere del Novecento, e contribuirà a mostrare come il capoluogo lombardo sia divenuto, durante il secolo scorso, il centro italiano più fecondo per lo sviluppo di questa forma artistica e di tutte le attività produttive ad essa collegate.
Gardin, nato nel 1930, ha iniziato a occuparsi di fotografia nel 1954. Dopo avere vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si è stabilito definitivamente a Milano iniziando la carriera professionale, dedicandosi alla fotografia di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura, alla descrizione ambientale.
Le sue fotografie fanno oggi parte delle collezioni di diversi musei e fondazioni culturali, tra cui l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, il Museum of Modern Art di New York, la Bibliotèque Nationale e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.
“Dopo la recentissima apertura della mostra dedicata a Salgado, che ha inaugurato il ‘nuovo corso’ di Palazzo della Ragione come sede espositiva permanente dedicata all’arte della fotografia, ecco un’altra buona notizia che riguarda questo linguaggio" ha dichiarato l’assessore alla Cultura Del Corno.
La donazione include importanti testimonianze dell’attività del fotografo, in particolare di quella dedicata al paesaggio e ai monumenti storico-artistici milanesi e italiani.
Essa andrà a arricchire le collezioni civiche, aggiungendosi all’importante documentazione fotografica ottocentesca e a diverse opere del Novecento, e contribuirà a mostrare come il capoluogo lombardo sia divenuto, durante il secolo scorso, il centro italiano più fecondo per lo sviluppo di questa forma artistica e di tutte le attività produttive ad essa collegate.
Gardin, nato nel 1930, ha iniziato a occuparsi di fotografia nel 1954. Dopo avere vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si è stabilito definitivamente a Milano iniziando la carriera professionale, dedicandosi alla fotografia di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura, alla descrizione ambientale.
Le sue fotografie fanno oggi parte delle collezioni di diversi musei e fondazioni culturali, tra cui l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, il Museum of Modern Art di New York, la Bibliotèque Nationale e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Da Torino a Taranto, un viaggio nel segno della paura e del mistero
Halloween al museo: gli eventi da non perdere per un weekend da brivido
-
Roma | Dall’8 novembre al VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia
“Vedere l’invisibile”: 150 anni di Guglielmo Marconi in mostra a Roma
-
Roma | Fino al 23 marzo al Museo di Roma a Palazzo Braschi
Roma riscopre le "sue" pittrici con oltre 130 opere in mostra a Palazzo Braschi
-
I programmi da non perdere dal 28 ottobre al 3 novembre
La settimana dell’arte in tv, da Tiziano a Boccioni
-
Firenze | A Firenze dal 24 ottobre al 26 gennaio
A Palazzo Strozzi come dentro un fiore: arriva il duo DRIFT
-
Roma | Fino al 12 gennaio in collaborazione con l’École française de Rome
Villa Farnesina e il Seicento. Una mostra svela gli affreschi ritrovati in un’intercapedine