Fino al 24 ottobre presso il Casello Ovest Casa del Pane, in Corso Venezia
L'assenza negli scatti di Maurizio Gabbana in mostra a Milano
Uno scatto di AssenzA | Foto: © Maurizio Gabbana | Courtesy Maurizio Gabbana
Samantha De Martin
04/10/2021
Milano - C’è il Duomo di Milano e c’è la Statua della Minerva, iconico simbolo dell’università romana La Sapienza, sola, nella sua ambientazione quasi metafisica, dai contorni dechirichiani.
E poi ancora un cavallo, preceduto da una figura umana quasi sciolta, la barca di Caronte, anch’essa dai contorni trasfigurati, come in procinto di dissolversi sotto un sipario di nebbia biancastra.
Per il suo ultimo, innovativo progetto fotografico, inserito nel palinsesto del Photofestival 2021 attraverso una mostra in corso fino al 24 ottobre al Casello Ovest Casa del Pane, in Corso Venezia, a Milano, Maurizio Gabbana sceglie l’assenza.
Un percorso intimo e straniante accoglie i visitatori tra 33 opere fotografiche in formato 60 x 90 e 30 x 45 alle quali si aggiunge una dedica speciale dedicata alla sua città natale, Milano.
Uno scatto di AssenzA | Foto: © Maurizio Gabbana | Courtesy Maurizio Gabbana
Siamo abituati a immaginare la fotografia come un supporto, un qualcosa che riempie la memoria, aiutandoci a sopperire al gap tra noi e il passato. Ma in questo progetto il fotografo che sin da ragazzino manipola le camere analogiche formato 120, appassionandosi sin da subito alla ricerca fotografica e alla camera oscura, nella quale sperimenta e realizza le sue visioni, opera esattamente al contrario. Gli chiediamo perché.
“La mia - spiega Gabbana - è anche una riflessione sull’uomo e sul bagaglio di valori con cui si accinge ad affacciarsi a una nuova normalità. Valori che appaiono erosi, svuotati nel contesto delle città che abitiamo e della vita che viviamo ma che, attraverso la liberazione dal superfluo, è necessario riscoprire in un percorso di riflessione su se stessi per riuscire a guardare al futuro con consapevolezza e “presenza”. In queste fotografie svuoto il soggetto salvandone il contorno. La figura umana c’è, ma è priva delle sue doti: il coraggio, la responsabilità, le ispirazioni, il desiderio di rinnovarsi. Da qui il vuoto”.
Eppure, preservandone i contorni, è come se l’artista concedesse ai suoi soggetti un barlume di speranza.
“Svuoto gli uomini, le architetture, ma ne conservo il contorno. Quel contorno è il mio messaggio di speranza che coincide con la possibilità dell’uomo - comunque presente, sebbene in una cornice svuotata - di ritrovare se stesso e le proprie motivazioni guardandosi dentro, attraverso un lavoro di introspezione. La speranza passa attraverso questo vuoto che in realtà è anche luce”.
Uno scatto di AssenzA | Foto: © Maurizio Gabbana | Courtesy Maurizio Gabbana
La selezione di scatti in mostra è il frutto di un’attenta rivisitazione dell’archivio del fotografo protagonista, lo scorso anno, al museo della Triennale di Milano, con DYNAMICHE INFINITE.
“Ho preso le immagini che più si prestavano a essere svuotate e a queste ne ho aggiunte delle altre - continua Gabbana -. La fotografia che più mi sta a cuore è una sorta di omaggio a Dante, ricorda un po’ Caronte. C’è una grande striscia che dal basso corre verso l’alto. Si tratta di uno scatto realizzato qualche anno fa, uno scatto marittimo con la nebbia a dare il colore al mare. Sembra un bianco e nero, ma è in realtà sono le sfumature di quel momento”.
Maturato già da Gabbana nello scorso decennio attraverso la sua capacità di introspezione e ascolto dei “deserti dell’anima”, il discorso sull’assenza non nasce con la pandemia, sebbene l’isolamento dovuto al Covid lo abbia rinforzato e prepotentemente fatto crescere.
Uno scatto di AssenzA | Foto: © Maurizio Gabbana | Courtesy Maurizio Gabbana
“L’emergenza sanitaria - prosegue il fotografo - ci ha indeboliti molto, ma è anche vero che, per quanto mi riguarda, mi ha arricchito concedendomi la possibilità di vivere i silenzi e ascoltare quello che di solito non si sente”.
La mostra milanese racchiude anche alcune opere che testimoniano come il percorso artistico del fotografo sia in continuo divenire e stia andando oltre AssenzA, in un prosieguo di ispirazione sempre più estremo.
Particolarmente interessante e originale è il volume edito da Antiga Edizioni. Le 70 immagini impresse su un particolare tipo di carta attraverso la stampa a forno led, presentate intervallate da pagine bianche, lasciano all’osservatore il giusto tempo per la riflessione e la comprensione. I ricavi della vendita del volume saranno devoluti all’Associazione CAF Onlus che si occupa di accogliere e curare i minori vittime di maltrattamento, offrendo un importante supporto alle famiglie in crisi.
Uno scatto di AssenzA | Foto: © Maurizio Gabbana | Courtesy Maurizio Gabbana
Leggi anche:
• Le "Dynamiche" solitarie di Maurizio Gabbana a Triennale Estate
• AssenzA. Maurizio Gabbana
E poi ancora un cavallo, preceduto da una figura umana quasi sciolta, la barca di Caronte, anch’essa dai contorni trasfigurati, come in procinto di dissolversi sotto un sipario di nebbia biancastra.
Per il suo ultimo, innovativo progetto fotografico, inserito nel palinsesto del Photofestival 2021 attraverso una mostra in corso fino al 24 ottobre al Casello Ovest Casa del Pane, in Corso Venezia, a Milano, Maurizio Gabbana sceglie l’assenza.
Un percorso intimo e straniante accoglie i visitatori tra 33 opere fotografiche in formato 60 x 90 e 30 x 45 alle quali si aggiunge una dedica speciale dedicata alla sua città natale, Milano.
Uno scatto di AssenzA | Foto: © Maurizio Gabbana | Courtesy Maurizio Gabbana
Siamo abituati a immaginare la fotografia come un supporto, un qualcosa che riempie la memoria, aiutandoci a sopperire al gap tra noi e il passato. Ma in questo progetto il fotografo che sin da ragazzino manipola le camere analogiche formato 120, appassionandosi sin da subito alla ricerca fotografica e alla camera oscura, nella quale sperimenta e realizza le sue visioni, opera esattamente al contrario. Gli chiediamo perché.
“La mia - spiega Gabbana - è anche una riflessione sull’uomo e sul bagaglio di valori con cui si accinge ad affacciarsi a una nuova normalità. Valori che appaiono erosi, svuotati nel contesto delle città che abitiamo e della vita che viviamo ma che, attraverso la liberazione dal superfluo, è necessario riscoprire in un percorso di riflessione su se stessi per riuscire a guardare al futuro con consapevolezza e “presenza”. In queste fotografie svuoto il soggetto salvandone il contorno. La figura umana c’è, ma è priva delle sue doti: il coraggio, la responsabilità, le ispirazioni, il desiderio di rinnovarsi. Da qui il vuoto”.
Eppure, preservandone i contorni, è come se l’artista concedesse ai suoi soggetti un barlume di speranza.
“Svuoto gli uomini, le architetture, ma ne conservo il contorno. Quel contorno è il mio messaggio di speranza che coincide con la possibilità dell’uomo - comunque presente, sebbene in una cornice svuotata - di ritrovare se stesso e le proprie motivazioni guardandosi dentro, attraverso un lavoro di introspezione. La speranza passa attraverso questo vuoto che in realtà è anche luce”.
Uno scatto di AssenzA | Foto: © Maurizio Gabbana | Courtesy Maurizio Gabbana
La selezione di scatti in mostra è il frutto di un’attenta rivisitazione dell’archivio del fotografo protagonista, lo scorso anno, al museo della Triennale di Milano, con DYNAMICHE INFINITE.
“Ho preso le immagini che più si prestavano a essere svuotate e a queste ne ho aggiunte delle altre - continua Gabbana -. La fotografia che più mi sta a cuore è una sorta di omaggio a Dante, ricorda un po’ Caronte. C’è una grande striscia che dal basso corre verso l’alto. Si tratta di uno scatto realizzato qualche anno fa, uno scatto marittimo con la nebbia a dare il colore al mare. Sembra un bianco e nero, ma è in realtà sono le sfumature di quel momento”.
Maturato già da Gabbana nello scorso decennio attraverso la sua capacità di introspezione e ascolto dei “deserti dell’anima”, il discorso sull’assenza non nasce con la pandemia, sebbene l’isolamento dovuto al Covid lo abbia rinforzato e prepotentemente fatto crescere.
Uno scatto di AssenzA | Foto: © Maurizio Gabbana | Courtesy Maurizio Gabbana
“L’emergenza sanitaria - prosegue il fotografo - ci ha indeboliti molto, ma è anche vero che, per quanto mi riguarda, mi ha arricchito concedendomi la possibilità di vivere i silenzi e ascoltare quello che di solito non si sente”.
La mostra milanese racchiude anche alcune opere che testimoniano come il percorso artistico del fotografo sia in continuo divenire e stia andando oltre AssenzA, in un prosieguo di ispirazione sempre più estremo.
Particolarmente interessante e originale è il volume edito da Antiga Edizioni. Le 70 immagini impresse su un particolare tipo di carta attraverso la stampa a forno led, presentate intervallate da pagine bianche, lasciano all’osservatore il giusto tempo per la riflessione e la comprensione. I ricavi della vendita del volume saranno devoluti all’Associazione CAF Onlus che si occupa di accogliere e curare i minori vittime di maltrattamento, offrendo un importante supporto alle famiglie in crisi.
Uno scatto di AssenzA | Foto: © Maurizio Gabbana | Courtesy Maurizio Gabbana
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