La missione della Pinacoteca nei prossimi quattro anni
La nuova Brera guarda al futuro: verso un museo "vivente" al servizio della comunità
l primo allestimento della Pinacoteca di Brera: pittura Italia Centrale XV secolo, sala 22. Foto: © James O’Mara. Courtesy Pinacoteca di Brera
Samantha De Martin
30/09/2019
Milano - Un museo “vivente”, multisensoriale, internazionale, espressione dell’identità cittadina, ma anche risorsa e sostegno per la comunità.
La Pinacoteca di Brera guarda ai prossimi 1460 giorni, rimarcando l'obiettivo annunciato dal suo direttore James Bradburne nel suo discorso del 21 gennaio 2016: «Riportare Brera nel cuore della sua città e il visitatore al centro del museo».
Un programma già avviato e che continuerà a coinvolgere il Palazzo di Brera, la Pinacoteca, la Biblioteca Braidense, la Mediateca e Palazzo Citterio attraverso una ricco piano di riqualificazioni, riallestimenti e grandi progetti.
“I prossimi quattro anni - annuncia Bradburne - saranno l’occasione per riaffermare la missione sociale del museo, in accordo con la visione dei grandi direttori di Brera del passato, Ettore Modigliani, Fernanda Wittgens e Franco Russoli - . Per loro lo scopo principale del museo non dovrebbe essere quello di aumentare il numero di visitatori o creare indotto sul territorio, ma essere espressione dei valori di tolleranza, apertura e civiltà della sua comunità dalla nascita alla morte”.
E così a Palazzo di Brera, veicolo da sempre dell’identità cittadina milanese, sarà realizzato il progetto di riqualificazione dello strettone di via Fiori Oscuri 4, creando una nuova entrata all’Orto Botanico e all’Osservatorio, insieme con un ascensore che porterà i visitatori al quinto piano. Verrà aumentata la segnaletica per tutto il Palazzo e il “design and bookshop” “Bottega Brera” si rafforzerà con il suo spazio nel cortile d’onore, vetrina per tutti gli istituti braidensi.
La Pinacoteca di Brera proseguirà invece nella sua missione di sostegno alla comunità con il progetto "Occorre tutta una città", che prevede un incremento delle iniziative per radicare sempre più il museo nella città.
Nuovi dialoghi, dopo il successo dei primi otto sviluppatisi attorno ai capolavori della Pinacoteca e ad alcune opere in prestito, stimolando confronti e approfondimenti, offriranno l'opportunità di sperimentare la collezione permanente.
Mentre la Mediateca sarà chiusa e rinnovata, prima di riaprire come centro per la cultura contemporanea, la Biblioteca Braidense potenzierà la sua offerta con l’acquisto di nuovi archivi, lo sviluppo di mostre di qualità e il consolidamento del legame con le associazioni milanesi, al fine di promuovere l’importanza della lettura e delle biblioteche.
Tra gli highlight di questa rivoluzione che guarda ai prossimi quattro anni, spicca l’apertura nel 2021 di Palazzo Citterio come Brera Modern, il museo nel quale confluiranno le collezioni del Novecento, destinato a diventare un centro per i collezionisti di arte contemporanea.
A quasi quattro anni di distanza dal discorso di James Bradburne le parole d’ordine che hanno guidato la missione del museo - Brera, ascolto, dialogo, visione, autonomia, accessibilità, accoglienza - hanno già raccolto i frutti collocando Brera, con il suo pubblico trasversale che ha raggiunto in quattro anni il record di 1.350.000 visitatori - nel panorama culturale nazionale e internazionale.
Ma al di là degli obiettivi per il prossimo quadriennio, chi visita oggi la Pinacoteca potrà già godere dei risultati di questa lungimirante trasformazione. Per la prima volta dopo quarant’anni, l'istituzione ha già infatti interamente riallestito i propri spazi espositivi grazie a un intervento di riqualificazione che ha coinvolto le 38 sale, ripensate per valorizzare i capolavori e coinvolgere il visitatore.
La collezione del ‘900, con le donazioni Iesi e Vitali, in attesa di essere collocata a Palazzo Citterio, è tornata in Pinacoteca è può essere ammirata, grazie a teche trasparenti, nelle sale centrali del museo.
Le opere seguono adesso una scansione cronologica intrecciata a una suddivisione per scuole pittoriche regionali, avvalendosi di un efficace sistema di didascalie scientifiche, alcune tessili e olfattive, altre d’ “autore” o appositamente concepite per le famiglie.
Oltre al kit offerto al visitatore che desidera effettuare il giro della Pinacoteca in autonomia, sono disponibili tour tematici, progetti di inclusione, programmi rivolti a persone disabili o con esigenze di mediazione specifiche.
Il laboratorio di restauro ospitato in sala XVIII offre al visitatore l’emozione di seguire da vicino le varie fasi dei restauri, potendo osservare le opere da nuovi punti di vista.
Ma il frutto più recente di questa moderna concezione del museo, fucina dell’identità dei cittadini, è il progetto Nati nella cultura, sviluppatosi già da alcuni mesi in collaborazione con l’Ospedale Buzzi di Milano. Tutti i genitori dei bambini nati al Buzzi ricevono infatti uno speciale passaporto, contenente due biglietti d’ingresso gratuiti a Brera e informazioni su alcuni dei musei milanesi family friendly.
Leggi anche:
• Tornano a Brera i capolavori del Novecento
• Un'altra cena in Emmaus: in arrivo a Brera il capolavoro di Rembrandt
• Il profumo dell'arte: i cinque sensi alla Pinacoteca di Brera
La Pinacoteca di Brera guarda ai prossimi 1460 giorni, rimarcando l'obiettivo annunciato dal suo direttore James Bradburne nel suo discorso del 21 gennaio 2016: «Riportare Brera nel cuore della sua città e il visitatore al centro del museo».
Un programma già avviato e che continuerà a coinvolgere il Palazzo di Brera, la Pinacoteca, la Biblioteca Braidense, la Mediateca e Palazzo Citterio attraverso una ricco piano di riqualificazioni, riallestimenti e grandi progetti.
“I prossimi quattro anni - annuncia Bradburne - saranno l’occasione per riaffermare la missione sociale del museo, in accordo con la visione dei grandi direttori di Brera del passato, Ettore Modigliani, Fernanda Wittgens e Franco Russoli - . Per loro lo scopo principale del museo non dovrebbe essere quello di aumentare il numero di visitatori o creare indotto sul territorio, ma essere espressione dei valori di tolleranza, apertura e civiltà della sua comunità dalla nascita alla morte”.
E così a Palazzo di Brera, veicolo da sempre dell’identità cittadina milanese, sarà realizzato il progetto di riqualificazione dello strettone di via Fiori Oscuri 4, creando una nuova entrata all’Orto Botanico e all’Osservatorio, insieme con un ascensore che porterà i visitatori al quinto piano. Verrà aumentata la segnaletica per tutto il Palazzo e il “design and bookshop” “Bottega Brera” si rafforzerà con il suo spazio nel cortile d’onore, vetrina per tutti gli istituti braidensi.
La Pinacoteca di Brera proseguirà invece nella sua missione di sostegno alla comunità con il progetto "Occorre tutta una città", che prevede un incremento delle iniziative per radicare sempre più il museo nella città.
Nuovi dialoghi, dopo il successo dei primi otto sviluppatisi attorno ai capolavori della Pinacoteca e ad alcune opere in prestito, stimolando confronti e approfondimenti, offriranno l'opportunità di sperimentare la collezione permanente.
Mentre la Mediateca sarà chiusa e rinnovata, prima di riaprire come centro per la cultura contemporanea, la Biblioteca Braidense potenzierà la sua offerta con l’acquisto di nuovi archivi, lo sviluppo di mostre di qualità e il consolidamento del legame con le associazioni milanesi, al fine di promuovere l’importanza della lettura e delle biblioteche.
Tra gli highlight di questa rivoluzione che guarda ai prossimi quattro anni, spicca l’apertura nel 2021 di Palazzo Citterio come Brera Modern, il museo nel quale confluiranno le collezioni del Novecento, destinato a diventare un centro per i collezionisti di arte contemporanea.
A quasi quattro anni di distanza dal discorso di James Bradburne le parole d’ordine che hanno guidato la missione del museo - Brera, ascolto, dialogo, visione, autonomia, accessibilità, accoglienza - hanno già raccolto i frutti collocando Brera, con il suo pubblico trasversale che ha raggiunto in quattro anni il record di 1.350.000 visitatori - nel panorama culturale nazionale e internazionale.
Ma al di là degli obiettivi per il prossimo quadriennio, chi visita oggi la Pinacoteca potrà già godere dei risultati di questa lungimirante trasformazione. Per la prima volta dopo quarant’anni, l'istituzione ha già infatti interamente riallestito i propri spazi espositivi grazie a un intervento di riqualificazione che ha coinvolto le 38 sale, ripensate per valorizzare i capolavori e coinvolgere il visitatore.
La collezione del ‘900, con le donazioni Iesi e Vitali, in attesa di essere collocata a Palazzo Citterio, è tornata in Pinacoteca è può essere ammirata, grazie a teche trasparenti, nelle sale centrali del museo.
Le opere seguono adesso una scansione cronologica intrecciata a una suddivisione per scuole pittoriche regionali, avvalendosi di un efficace sistema di didascalie scientifiche, alcune tessili e olfattive, altre d’ “autore” o appositamente concepite per le famiglie.
Oltre al kit offerto al visitatore che desidera effettuare il giro della Pinacoteca in autonomia, sono disponibili tour tematici, progetti di inclusione, programmi rivolti a persone disabili o con esigenze di mediazione specifiche.
Il laboratorio di restauro ospitato in sala XVIII offre al visitatore l’emozione di seguire da vicino le varie fasi dei restauri, potendo osservare le opere da nuovi punti di vista.
Ma il frutto più recente di questa moderna concezione del museo, fucina dell’identità dei cittadini, è il progetto Nati nella cultura, sviluppatosi già da alcuni mesi in collaborazione con l’Ospedale Buzzi di Milano. Tutti i genitori dei bambini nati al Buzzi ricevono infatti uno speciale passaporto, contenente due biglietti d’ingresso gratuiti a Brera e informazioni su alcuni dei musei milanesi family friendly.
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