Fino al 15 ottobre ai Chiostri di Sant’Eustorgio
Quando la realtà è pura poesia: tutto Doisneau in mostra a Milano

Atelier Robert Doisneau |
Robert Doisneau, L'information scolaire, Paris 1956
Francesca Grego
10/05/2023
Milano - Pochi fotografi hanno saputo coniugare realtà e poesia come Robert Doisneau, tra i maestri dell’obiettivo più amati dal pubblico. Per la gioia dei fan, 130 scatti del reporter francese sono appena sbarcati a Milano per una mostra che ne traccia un ritratto completo, in viaggio lungo cinquant’anni di carriera. Dopo Elliott Erwitt, Jacques Henri Lartigue, Inge Morath, Maurizio Galimberti e il recentissimo progetto dedicato a Lee Jeffries, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini prosegue il suo viaggio nella grande fotografia con una full immersion nell’universo di Doisneau. Fino al prossimo 15 ottobre nella cornice dei Chiostri di Sant’Eustorgio potremo ammirare preziose stampe in bianco e nero ai sali d’argento provenienti dall’atelier di Montrouge, dove il fotografo stampava e archiviava le sue immagini, e dove ha lasciato un tesoro di 450 mila negativi e un’incredibile mole di stampe d’epoca.
Considerato il padre della fotografia umanista francese e l’iniziatore del fotogiornalismo di strada insieme a Henri Cartier-Bresson, nella mostra milanese Doisneau si svela in tutta la sua ricchezza, tra scatti iconici e perle poco note con mille storie da raccontare. Non mancherà Il Bacio all’Hotel de Ville, la sua immagine più celebre, a lungo considerata un esempio di come la fotografia sia capace di fermare l’attimo. In realtà non fu uno scatto casuale: a spasso nel centro di Parigi, Doisneau chiese ai due giovani protagonisti di posare per lui mentre realizzava un servizio per la rivista americana Life.

Robert Doisneau, Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau
In mostra troveremo, diviso per temi, il meglio della produzione del maestro tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, dalla guerra alla liberazione, e poi il lavoro, l’amore, i giochi dei bambini, il tempo libero, la musica, la moda. Incontreremo personaggi come Jacques Prévert, Juliette Gréco, Pablo Picasso, André Malraux, Jean Tinguely, Fernand Léger, Alberto Giacometti, ma soprattutto una folla di anonimi passanti, portinai, ragazze e monelli sorpresi nella freschezza della vita di ogni giorno, che insieme restituiscono lo spaccato di un’epoca e della sua umanità. Che si tratti di foto scattate su commissione o catturate per caso durante i suoi vagabondaggi parigini, Doisneau si lascia guidare “dalla disobbedienza e dalla curiosità”, a suo parere i requisiti fondamentali nel mestiere del fotografo.
Completa il percorso un’intervista video al curatore Gabriel Bauret e la proiezione di un estratto dal film realizzato nel 2016 dalla nipote del fotografo, Clémentine Deroudille (Robert Doisneau. La lente delle meraviglie) per approfondire la conoscenza dell’uomo Doisneau con la stessa sensazione di intimità che caratterizza le sue fotografie.

Robert Doisneau, Fox terrier au pont des Arts, 1953 (© Robert Doisneau)
Considerato il padre della fotografia umanista francese e l’iniziatore del fotogiornalismo di strada insieme a Henri Cartier-Bresson, nella mostra milanese Doisneau si svela in tutta la sua ricchezza, tra scatti iconici e perle poco note con mille storie da raccontare. Non mancherà Il Bacio all’Hotel de Ville, la sua immagine più celebre, a lungo considerata un esempio di come la fotografia sia capace di fermare l’attimo. In realtà non fu uno scatto casuale: a spasso nel centro di Parigi, Doisneau chiese ai due giovani protagonisti di posare per lui mentre realizzava un servizio per la rivista americana Life.

Robert Doisneau, Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau
In mostra troveremo, diviso per temi, il meglio della produzione del maestro tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, dalla guerra alla liberazione, e poi il lavoro, l’amore, i giochi dei bambini, il tempo libero, la musica, la moda. Incontreremo personaggi come Jacques Prévert, Juliette Gréco, Pablo Picasso, André Malraux, Jean Tinguely, Fernand Léger, Alberto Giacometti, ma soprattutto una folla di anonimi passanti, portinai, ragazze e monelli sorpresi nella freschezza della vita di ogni giorno, che insieme restituiscono lo spaccato di un’epoca e della sua umanità. Che si tratti di foto scattate su commissione o catturate per caso durante i suoi vagabondaggi parigini, Doisneau si lascia guidare “dalla disobbedienza e dalla curiosità”, a suo parere i requisiti fondamentali nel mestiere del fotografo.
Completa il percorso un’intervista video al curatore Gabriel Bauret e la proiezione di un estratto dal film realizzato nel 2016 dalla nipote del fotografo, Clémentine Deroudille (Robert Doisneau. La lente delle meraviglie) per approfondire la conoscenza dell’uomo Doisneau con la stessa sensazione di intimità che caratterizza le sue fotografie.

Robert Doisneau, Fox terrier au pont des Arts, 1953 (© Robert Doisneau)
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