Dal 15 settembre al 4 febbraio alla Galleria BPER Banca
Solennità e tormento. Mario Sironi in arrivo a Modena
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Mario Sironi, Allegoria del lavoro, 1932-33, 271.5 x 202 cm, Olio su tela, Collezione Banco di Sardegna - Gruppo BPER Banca
Samantha De Martin
17/07/2023
Modena - Il tema della “parola” - che guiderà l’agenda di festivalfilosofia in programma dal 15 al 17 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo - sarà il filo conduttore della prossima mostra che la Galleria BPER Banca dedica a Mario Sironi.
Dalle pagine di giornale ai manifesti, dalle buste puntellate di indirizzi alle scritte che fendono le immagini, la parola è stata spesso contesto e supporto del lavoro pittorico di uno dei massimi artisti italiani del Novecento.
Acuto interprete dei principi del ritorno alla classicità, pur senza scadere nella sterile imitazione accademica, l’artista sardo nei primi anni Venti affolla le sue tele di figure silenziose dagli sguardi riflessivi. Le loro forme compiute e i gesti statuari, anche se pacati, vibrano in ambienti dominati dal silenzio.
Anche le sue nature morte sembrano scaturire da un universo rarefatto. Gli oggetti dipinti - vasi, colonne, capitelli - popolano le composizioni come modelli estrapolati direttamente dal mondo delle idee, con la funzione di simboli archetipici.
Curato da Daniela Ferrari, il percorso dal titolo Mario Sironi. Solennità e tormento si appresta a presentare un corpus di 40 opere esponendo, per la prima volta fuori dalla Sardegna, diversi lavori datati tra il 1926 e il 1958, appartenenti a una ricca raccolta donata al Banco di Sardegna, parte del Gruppo BPER Banca, da Mimì Costa, compagna dell’artista.
Mario Sironi, Figure, 1930, 57.5 x 68 cm, Olio su tela, Collezione BPER Banca
Tra le opere in prestito da prestigiose collezioni private, dall’Associazione Mario Sironi e dall’Archivio Mario Sironi ci sarà anche il grande dipinto Allegoria del lavoro, studio preparatorio di un affresco oggi distrutto.
La mostra mira a restituire e a mettere in luce la grandiosità pittorica e grafica di questo maestro che ha saputo rappresentare i tormenti dell’uomo in un’epoca travagliata come quella del Ventennio.
Conosciuto principalmente per i suoi paesaggi urbani desolati e solitari, espressione di un senso di vuoto e di identità perduta tipico delle metropoli, con le loro periferie in espansione, popolate da gasometri e ciminiere, Sironi negli anni Trenta manifesta l’urgenza di esprimere la vocazione sociale della propria arte in modi coerenti con gli aspetti corporativi dell’ideologia fascista che condivide. La sua devozione a un’arte solenne, costituita da un impianto compositivo rivolto alla classicità, trova la sua massima espressione nei progetti di arte murale e in programmi decorativi dominati da linee ferme, posture austere, espressione di ordine, gravità, rigore.
La mostra, a ingresso libero, si potrà visitare da venerdì a domenica, dalle 10 alle 18. Durante i giorni di festivalfilosofia, venerdì 15 e domenica 17, sarà aperta dalle 9 alle 21; sabato 16 settembre dalle 9 alle 23.
Dalle pagine di giornale ai manifesti, dalle buste puntellate di indirizzi alle scritte che fendono le immagini, la parola è stata spesso contesto e supporto del lavoro pittorico di uno dei massimi artisti italiani del Novecento.
Acuto interprete dei principi del ritorno alla classicità, pur senza scadere nella sterile imitazione accademica, l’artista sardo nei primi anni Venti affolla le sue tele di figure silenziose dagli sguardi riflessivi. Le loro forme compiute e i gesti statuari, anche se pacati, vibrano in ambienti dominati dal silenzio.
Anche le sue nature morte sembrano scaturire da un universo rarefatto. Gli oggetti dipinti - vasi, colonne, capitelli - popolano le composizioni come modelli estrapolati direttamente dal mondo delle idee, con la funzione di simboli archetipici.
Curato da Daniela Ferrari, il percorso dal titolo Mario Sironi. Solennità e tormento si appresta a presentare un corpus di 40 opere esponendo, per la prima volta fuori dalla Sardegna, diversi lavori datati tra il 1926 e il 1958, appartenenti a una ricca raccolta donata al Banco di Sardegna, parte del Gruppo BPER Banca, da Mimì Costa, compagna dell’artista.
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Mario Sironi, Figure, 1930, 57.5 x 68 cm, Olio su tela, Collezione BPER Banca
Tra le opere in prestito da prestigiose collezioni private, dall’Associazione Mario Sironi e dall’Archivio Mario Sironi ci sarà anche il grande dipinto Allegoria del lavoro, studio preparatorio di un affresco oggi distrutto.
La mostra mira a restituire e a mettere in luce la grandiosità pittorica e grafica di questo maestro che ha saputo rappresentare i tormenti dell’uomo in un’epoca travagliata come quella del Ventennio.
Conosciuto principalmente per i suoi paesaggi urbani desolati e solitari, espressione di un senso di vuoto e di identità perduta tipico delle metropoli, con le loro periferie in espansione, popolate da gasometri e ciminiere, Sironi negli anni Trenta manifesta l’urgenza di esprimere la vocazione sociale della propria arte in modi coerenti con gli aspetti corporativi dell’ideologia fascista che condivide. La sua devozione a un’arte solenne, costituita da un impianto compositivo rivolto alla classicità, trova la sua massima espressione nei progetti di arte murale e in programmi decorativi dominati da linee ferme, posture austere, espressione di ordine, gravità, rigore.
La mostra, a ingresso libero, si potrà visitare da venerdì a domenica, dalle 10 alle 18. Durante i giorni di festivalfilosofia, venerdì 15 e domenica 17, sarà aperta dalle 9 alle 21; sabato 16 settembre dalle 9 alle 23.
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