Fino al 30 settembre in mostra al Museo del Prado
A Madrid Lorenzo Lotto, primo ritrattista moderno
Lorenzo Lotto, Ritratto di gentildonna nelle vesti di Lucrezia, 1533. National Gallery, Londra
Francesca Grego
22/06/2018
Mondo - Chissà se l’inquieto Lorenzo Lotto, che in vita ebbe spesso difficoltà a vedere apprezzati i propri lavori, avrebbe mai potuto immaginare il successo internazionale che riscuote oggi, a distanza di cinque secoli.
Fino al 30 settembre i dipinti dell’artista veneto intrigheranno i visitatori del Museo del Prado di Madrid in una mostra dal taglio non banale, che ne rilegge l’opera attraverso nuovi spunti.
Lorenzo Lotto. Retratos pone l’accento su una particolare caratteristica del maestro cinquecentesco, che secondo i curatori merita il titolo di primo ritrattista moderno per l’attenzione dedicata agli stati d’animo e ai tratti psicologici dei protagonisti dei suoi quadri.
Una tesi sostenuta dallo storico dell’arte Bernard Berenson già nel 1895 agli albori della psicanalisi, e che tuttavia, nonostante la rivalutazione di Lotto negli ultimi decenni del Novecento, non era mai stata approfondita in specifici progetti espositivi o di ricerca.
Nelle sale del Prado una ricca rassegna di ritratti evidenzia ora la profondità e l’acume dello sguardo dell’artista: nobili, ecclesiastici, mercanti, umanisti, uomini, donne e bambini fanno capolino da tele di sorprendente immediatezza, dai colori saturi e dai sapienti effetti chiaroscurali.
Insolita per l’epoca, dicevamo, l’abilità di Lotto nel caratterizzare i soggetti: all’espressività del volto e del corpo si accompagnano i segni del gusto personale e dello status sociale, resi in modo nuovo attraverso oggetti raffinati appartenuti realmente a ciascuno dei modelli. Tappeti, sculture e gioielli d’epoca trovano perciò posto nel percorso accanto ai dipinti, insieme ai registri tenuti dal pittore sulla propria attività: una miniera di dati preziosi sui personaggi rappresentati, che tratteggia in maniera vivida e puntuale il contesto di produzione delle opere, insieme alla società in trasformazione del Rinascimento italiano.
Altrettanta attenzione è riservata ai simbolismi, espliciti e occulti, alla varietà tipologica dei ritratti e all’osmosi, quanto a soluzioni espressive, tra la pittura religiosa e ritrattistica dell’autore.
A cura del direttore del Museo del Prado Miguel Falomir e di Enrico Maria Dal Pozzolo, docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Verona, la mostra è organizzata in collaborazione con la National Gallery di Londra e con il patrocinio esclusivo della fondazione spagnola BBVA.
Fino al 30 settembre i dipinti dell’artista veneto intrigheranno i visitatori del Museo del Prado di Madrid in una mostra dal taglio non banale, che ne rilegge l’opera attraverso nuovi spunti.
Lorenzo Lotto. Retratos pone l’accento su una particolare caratteristica del maestro cinquecentesco, che secondo i curatori merita il titolo di primo ritrattista moderno per l’attenzione dedicata agli stati d’animo e ai tratti psicologici dei protagonisti dei suoi quadri.
Una tesi sostenuta dallo storico dell’arte Bernard Berenson già nel 1895 agli albori della psicanalisi, e che tuttavia, nonostante la rivalutazione di Lotto negli ultimi decenni del Novecento, non era mai stata approfondita in specifici progetti espositivi o di ricerca.
Nelle sale del Prado una ricca rassegna di ritratti evidenzia ora la profondità e l’acume dello sguardo dell’artista: nobili, ecclesiastici, mercanti, umanisti, uomini, donne e bambini fanno capolino da tele di sorprendente immediatezza, dai colori saturi e dai sapienti effetti chiaroscurali.
Insolita per l’epoca, dicevamo, l’abilità di Lotto nel caratterizzare i soggetti: all’espressività del volto e del corpo si accompagnano i segni del gusto personale e dello status sociale, resi in modo nuovo attraverso oggetti raffinati appartenuti realmente a ciascuno dei modelli. Tappeti, sculture e gioielli d’epoca trovano perciò posto nel percorso accanto ai dipinti, insieme ai registri tenuti dal pittore sulla propria attività: una miniera di dati preziosi sui personaggi rappresentati, che tratteggia in maniera vivida e puntuale il contesto di produzione delle opere, insieme alla società in trasformazione del Rinascimento italiano.
Altrettanta attenzione è riservata ai simbolismi, espliciti e occulti, alla varietà tipologica dei ritratti e all’osmosi, quanto a soluzioni espressive, tra la pittura religiosa e ritrattistica dell’autore.
A cura del direttore del Museo del Prado Miguel Falomir e di Enrico Maria Dal Pozzolo, docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Verona, la mostra è organizzata in collaborazione con la National Gallery di Londra e con il patrocinio esclusivo della fondazione spagnola BBVA.
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