Apre il 7 luglio la Galleria Nazionale
A San Marino un nuovo scrigno dedicato all'arte contemporanea
Enzo Cucchi, Scala Santa, 1987, San Marino, Galleria Nazionale
Samantha De Martin
18/06/2018
Mondo - Un prezioso edificio anni Trenta celebra l’incontro tra i grandi nomi dell’arte del Novecento e i maestri della scena artistica sammarinese. Le Logge dei Volontari, a partire dal prossimo 7 luglio, accoglieranno la Galleria Nazionale San Marino, il nuovo museo d’Arte Moderna e Contemporanea di una delle Repubbliche più antiche al mondo, che si svela al pubblico con un nuovo allestimento, tanti servizi e un interessante percorso.
Il X anniversario dell'Iscrizione di San Marino nella Lista dei siti Unesco Patrimonio dell'Umanità coincide infatti con l’inaugurazione di questo nuovo itinerario espositivo che si arricchisce di nuovi spazi per la consultazione degli archivi, delle bibliografie, della fototeca e dell’emeroteca, che renderanno la fruizione degli ambienti particolarmente attraente.
A comporre l’allestimento sarà una selezione di opere appartenenti alla Collezione d'Arte Contemporanea dello Stato di San Marino, caratterizzata da oltre mille esemplari a firma Guttuso, Emilio Vedova, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Corrado Cagli, Giuseppe Spagnulo, Enzo Mari, Luigi Ontani, cui si affiancano i lavori dei maestri di San Marino, Marina Busignani Reffi, Walter Gasperoni, Gilberto Giovagnoli e Patrizia Taddei.
Il percorso sarà suddiviso in quattro aree - corrisponde ad altrettanti nuclei storico-tematici - ognuna delle quali offre un focus di approfondimento su un particolare evento nella storia dell’arte di San Marino del XX secolo, come le Biennali Internazionali, il Progetto Spagnulo/Manzoni, la Scala Santa di Enzo Cucchi, l’intervento di Maurizio Cattelan.
La prima sezione dedicata al Secondo dopoguerra tra realtà e astrazione accoglie il realismo sociale di Renato Guttuso, presente con La resa (1945), ma anche l’astrattismo di Emilio Vedova che con Foresta Vergine - Dal Diario del Brasile (1954) si rende fautore di una pittura segnico-gestuale di grande carica espressiva che rompe gli schemi facendo proprie le istanze più aggiornate dell’informale europeo e americano. Tra questi due poli si inseriscono i lavori di Renato Birolli e di Corrado Cagli, con la loro pittura sospesa tra astrazione e figurazione. E poi c’è Achille Perilli che con Diagramma della realtà umana (1958) si colloca nel clima informale della seconda metà degli anni Cinquanta. All’informale conduce anche Vita embrionale (1960), il dipinto dell’artista sammarinese Marina Busignani Reffi che racchiude il delicato sentimento della maternità in una espressione formale sintetica ed energica.
Un'altra artista sammarinese, Patrizia Taddei, è la figura di spicco della seconda sezione intitolata Arte contemporanea e linguaggi sperimentali che copre un arco temporale compreso tra gli anni Settanta e Novanta e che si concentra sui linguaggi sperimentali che si sviluppano dall’arte concettuale alla fotografia contemporanea. In questa sezione il visitatore incontra anche le opere, dedicate a San Marino, di Giuseppe Spagnulo e Mimmo Jodice.
Il terzo nucleo di opere della Galleria - Un nuovo classicismo tra tradizione e innovazione - è una riflessione sul ritorno alla pittura, caratteristico dell’arte europea degli anni Ottanta, dalla Transavanguardia di Chia e Cucchi al Citazionismo di Ontani e alle posizioni più indipendenti come quelle di Enzo Mari.
Prima Bella Mostra Italiana (1995), un’opera a quattro mani di Sandro Chia ed Enzo Cucchi, rappresenta in collezione la Transavanguardia, mentre La Scala Santa di Cucchi, opera permanente realizzata nel 1987 sulle pareti della “Scala Santa” dell’ex Monastero di Santa Chiara oggi Università di San Marino - accoglie il pubblico all’esterno della sede della Galleria, pur essendo ad essa profondamente legata per storia e linguaggio.
L’opera Lingua di un ½ giapponese del sammarinese Gilberto Giovagnoli si affianca al personalissimo universo di segni, spazi, campiture cromatiche di Walter Gasperoni con B - 1° (1973).
L’irriverenza di Luigi Ontani ed Enzo Mari chiude questa terza sezione. Ontani, con L’uccello all’appello del cappello (1995-1997), inscena un fantasioso dialogo tra un mitico cantastorie-giullare medioevale, esperto nell’arte della musica e dell’intrattenimento, e un uccellino pronto ad accompagnarlo con il suo canto, amplificandone la voce. Invece il Dialogo tra Fidia, Galileo, Duchamp, i sette nani, l’Idiota del designer Enzo Mari - un’allegoria costituita da 23 pezzi in gesso, legno, ceramica, ferro, carta, stoffa, vetro, bronzo, ottone, cemento, progettata e realizzata per la Biennale di Venezia del 1986 ed esposta a San Marino nel 1988 - interpreta un raffinato progetto filosofico caratterizzato da grande ironia e libertà di mezzi.
Lungo il percorso allestito all’interno della Galleria Nazionale ci si imbatte in un Archivio Performativo - in costante aggiornamento - dedicato ai progetti realizzati negli anni più recenti, fino alle recenti attività di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio UNESCO della Repubblica di San Marino.
Il museo - il cui taglio del nastro è previsto per il 7 luglio - è un progetto degli Istituti Culturali promosso dalla Segreteria di Stato Cultura della Repubblica di San Marino, in collaborazione con il MA*GA di Gallarate diretto da Emma Zanella.
Leggi anche:
• Apre la Galleria Nazionale San Marino
• Urban Colours. Padiglione ufficiale della Repubblica di San Marino
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A comporre l’allestimento sarà una selezione di opere appartenenti alla Collezione d'Arte Contemporanea dello Stato di San Marino, caratterizzata da oltre mille esemplari a firma Guttuso, Emilio Vedova, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Corrado Cagli, Giuseppe Spagnulo, Enzo Mari, Luigi Ontani, cui si affiancano i lavori dei maestri di San Marino, Marina Busignani Reffi, Walter Gasperoni, Gilberto Giovagnoli e Patrizia Taddei.
Il percorso sarà suddiviso in quattro aree - corrisponde ad altrettanti nuclei storico-tematici - ognuna delle quali offre un focus di approfondimento su un particolare evento nella storia dell’arte di San Marino del XX secolo, come le Biennali Internazionali, il Progetto Spagnulo/Manzoni, la Scala Santa di Enzo Cucchi, l’intervento di Maurizio Cattelan.
La prima sezione dedicata al Secondo dopoguerra tra realtà e astrazione accoglie il realismo sociale di Renato Guttuso, presente con La resa (1945), ma anche l’astrattismo di Emilio Vedova che con Foresta Vergine - Dal Diario del Brasile (1954) si rende fautore di una pittura segnico-gestuale di grande carica espressiva che rompe gli schemi facendo proprie le istanze più aggiornate dell’informale europeo e americano. Tra questi due poli si inseriscono i lavori di Renato Birolli e di Corrado Cagli, con la loro pittura sospesa tra astrazione e figurazione. E poi c’è Achille Perilli che con Diagramma della realtà umana (1958) si colloca nel clima informale della seconda metà degli anni Cinquanta. All’informale conduce anche Vita embrionale (1960), il dipinto dell’artista sammarinese Marina Busignani Reffi che racchiude il delicato sentimento della maternità in una espressione formale sintetica ed energica.
Un'altra artista sammarinese, Patrizia Taddei, è la figura di spicco della seconda sezione intitolata Arte contemporanea e linguaggi sperimentali che copre un arco temporale compreso tra gli anni Settanta e Novanta e che si concentra sui linguaggi sperimentali che si sviluppano dall’arte concettuale alla fotografia contemporanea. In questa sezione il visitatore incontra anche le opere, dedicate a San Marino, di Giuseppe Spagnulo e Mimmo Jodice.
Il terzo nucleo di opere della Galleria - Un nuovo classicismo tra tradizione e innovazione - è una riflessione sul ritorno alla pittura, caratteristico dell’arte europea degli anni Ottanta, dalla Transavanguardia di Chia e Cucchi al Citazionismo di Ontani e alle posizioni più indipendenti come quelle di Enzo Mari.
Prima Bella Mostra Italiana (1995), un’opera a quattro mani di Sandro Chia ed Enzo Cucchi, rappresenta in collezione la Transavanguardia, mentre La Scala Santa di Cucchi, opera permanente realizzata nel 1987 sulle pareti della “Scala Santa” dell’ex Monastero di Santa Chiara oggi Università di San Marino - accoglie il pubblico all’esterno della sede della Galleria, pur essendo ad essa profondamente legata per storia e linguaggio.
L’opera Lingua di un ½ giapponese del sammarinese Gilberto Giovagnoli si affianca al personalissimo universo di segni, spazi, campiture cromatiche di Walter Gasperoni con B - 1° (1973).
L’irriverenza di Luigi Ontani ed Enzo Mari chiude questa terza sezione. Ontani, con L’uccello all’appello del cappello (1995-1997), inscena un fantasioso dialogo tra un mitico cantastorie-giullare medioevale, esperto nell’arte della musica e dell’intrattenimento, e un uccellino pronto ad accompagnarlo con il suo canto, amplificandone la voce. Invece il Dialogo tra Fidia, Galileo, Duchamp, i sette nani, l’Idiota del designer Enzo Mari - un’allegoria costituita da 23 pezzi in gesso, legno, ceramica, ferro, carta, stoffa, vetro, bronzo, ottone, cemento, progettata e realizzata per la Biennale di Venezia del 1986 ed esposta a San Marino nel 1988 - interpreta un raffinato progetto filosofico caratterizzato da grande ironia e libertà di mezzi.
Lungo il percorso allestito all’interno della Galleria Nazionale ci si imbatte in un Archivio Performativo - in costante aggiornamento - dedicato ai progetti realizzati negli anni più recenti, fino alle recenti attività di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio UNESCO della Repubblica di San Marino.
Il museo - il cui taglio del nastro è previsto per il 7 luglio - è un progetto degli Istituti Culturali promosso dalla Segreteria di Stato Cultura della Repubblica di San Marino, in collaborazione con il MA*GA di Gallarate diretto da Emma Zanella.
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