In mostra opere di Henri Cartier-Bresson, Werner Bischof, Robert Rauschenberg, Anselm Kiefer e altri
Al LAC di Lugano una mostra e tanti eventi per celebrare il mito dell'India
Edwin Lord Weeks, The Last Voyage, 1885
Eleonora Zamparutti
14/09/2017
Mondo - A Lugano l’autunno si accende dei colori dell’India.
Il LAC, centro culturale sulle sponde del lago dove trovano spazio arti visive, sceniche e musica, dopo la monografica attualmente in corso dedicata a Wolfgang Laib, si prepara ad accogliere Focus India, iniziativa multidisciplinare che inaugurerà il 23 Settembre e si protrarrà, con un fitto calendario di appuntamenti, fino Dicembre.
Il progetto, presentato a Milano presso il Centro Svizzero, alla presenza di Marco Franciolli, direttore del MASI – il Museo d’Arte della Svizzera italiana e il giornalista Federico Rampini, si articolerà in una mostra d’arte, a cura di Elio Schenini, numerosi concerti, performance, eventi e incontri aperti al pubblico. Una full immersion nelle tradizioni di un Paese per andare alla scoperta di quante influenze indiane ha assorbito la cultura occidentale dall’Ottocento fino a oggi.
“Lo spirito dell’esposizione Sulle vie dell’illuminazione. Il mito dell’India nella cultura occidentale 1808-2017 ospitata al MASI” afferma Elio Schenini “vuole mettere in luce la fascinazione per l’India da parte dell’Occidente, raccontando i numerosi viaggi che a più riprese sono stati intrapresi verso quel Paese a cominciare da quelli compiuti dagli Orientalisti nella seconda metà dell’Ottocento, e poi nel periodo della Belle Époque quando esplosero le mode dell’Esotismo e dell’Orientalismo. E ancora i viaggi alla scoperta di un altrove mitico e della spiritualità, e quelli psichedelici degli anni Sessanta come fuga dalla società di massa. In tutto 400 lavori esposti tra opere pittoriche, sculture, fotografie, poster, libri e film testimoniano la passione del nostro mondo per l’India lungo due secoli di storia”.
La mostra al MASI offre un percorso espositivo estremamente vario con incursioni in molteplici discipline: le riflessioni filosofiche sull’induismo e sul buddismo di Schopenhauer, la letteratura di Herman Hesse, Kipling e Salgari, le analisi antropologiche di Carl Gustav Jung, il cinema di Rossellini e Pasolini, la città ideale immaginata a Chandigarh da Le Corbusier e le opere di numerosi artisti che negli ultimi decenni hanno tratto ispirazione e influenze dal subcontinente indiano da Robert Rauschenberg a Frank Stella, da Richard Long a Luigi Ontani da Francesco Clemente ad Anselm Kiefer.
Particolarmente interessante la sezione dedicata alla fotografia contemporanea con lavori di Gianni Berendo Gardin, Ferdinando Scianna, Salgado, Henri Cartier-Bresson e Werner Bischof.
Un catalogo consistente di oltre 600 pagine ospita tra l’altro un saggio di Federico Rampini, giornalista esperto della questione indiana e autore del libro “La speranza indiana”.
Il ricco programma di Focus India prevede alcune punte di diamante, tra cui le esibizioni di importanti artisti indiani come la ballerina Shantala Shivalingappa (11 Novembre), che ha al suo attivo collaborazioni con Pina Bausch e Maurice Béjart, il ballerino pluripremiato Aakash Odedra (12 Dicembre), il celebre sitarista Nishat Khan (18 Novembre). A completamento, una rassegna cinematografica curata da Marco Müller sarà dedicata alla ricca produzione indiana audiovisiva e alla contaminazione tra la settima arte e altre discipline.
Il LAC, centro culturale sulle sponde del lago dove trovano spazio arti visive, sceniche e musica, dopo la monografica attualmente in corso dedicata a Wolfgang Laib, si prepara ad accogliere Focus India, iniziativa multidisciplinare che inaugurerà il 23 Settembre e si protrarrà, con un fitto calendario di appuntamenti, fino Dicembre.
Il progetto, presentato a Milano presso il Centro Svizzero, alla presenza di Marco Franciolli, direttore del MASI – il Museo d’Arte della Svizzera italiana e il giornalista Federico Rampini, si articolerà in una mostra d’arte, a cura di Elio Schenini, numerosi concerti, performance, eventi e incontri aperti al pubblico. Una full immersion nelle tradizioni di un Paese per andare alla scoperta di quante influenze indiane ha assorbito la cultura occidentale dall’Ottocento fino a oggi.
“Lo spirito dell’esposizione Sulle vie dell’illuminazione. Il mito dell’India nella cultura occidentale 1808-2017 ospitata al MASI” afferma Elio Schenini “vuole mettere in luce la fascinazione per l’India da parte dell’Occidente, raccontando i numerosi viaggi che a più riprese sono stati intrapresi verso quel Paese a cominciare da quelli compiuti dagli Orientalisti nella seconda metà dell’Ottocento, e poi nel periodo della Belle Époque quando esplosero le mode dell’Esotismo e dell’Orientalismo. E ancora i viaggi alla scoperta di un altrove mitico e della spiritualità, e quelli psichedelici degli anni Sessanta come fuga dalla società di massa. In tutto 400 lavori esposti tra opere pittoriche, sculture, fotografie, poster, libri e film testimoniano la passione del nostro mondo per l’India lungo due secoli di storia”.
La mostra al MASI offre un percorso espositivo estremamente vario con incursioni in molteplici discipline: le riflessioni filosofiche sull’induismo e sul buddismo di Schopenhauer, la letteratura di Herman Hesse, Kipling e Salgari, le analisi antropologiche di Carl Gustav Jung, il cinema di Rossellini e Pasolini, la città ideale immaginata a Chandigarh da Le Corbusier e le opere di numerosi artisti che negli ultimi decenni hanno tratto ispirazione e influenze dal subcontinente indiano da Robert Rauschenberg a Frank Stella, da Richard Long a Luigi Ontani da Francesco Clemente ad Anselm Kiefer.
Particolarmente interessante la sezione dedicata alla fotografia contemporanea con lavori di Gianni Berendo Gardin, Ferdinando Scianna, Salgado, Henri Cartier-Bresson e Werner Bischof.
Un catalogo consistente di oltre 600 pagine ospita tra l’altro un saggio di Federico Rampini, giornalista esperto della questione indiana e autore del libro “La speranza indiana”.
Il ricco programma di Focus India prevede alcune punte di diamante, tra cui le esibizioni di importanti artisti indiani come la ballerina Shantala Shivalingappa (11 Novembre), che ha al suo attivo collaborazioni con Pina Bausch e Maurice Béjart, il ballerino pluripremiato Aakash Odedra (12 Dicembre), il celebre sitarista Nishat Khan (18 Novembre). A completamento, una rassegna cinematografica curata da Marco Müller sarà dedicata alla ricca produzione indiana audiovisiva e alla contaminazione tra la settima arte e altre discipline.
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