Dal 5 dicembre al 3 maggio

Arts of the Earth: Bilbao immagina il museo del futuro

Giuseppe Penone, Unghia e foglie di alloro, 1989, Cortesía dell' artista e Marian Goodman Gallery © Giuseppe Penone, VEGAP, Bilbao 2025 Foto: Alex Yudzon
 

Samantha De Martin

18/11/2025

Mondo - È possibile rendere omaggio alla terra nel momento in cui il pianeta ha più bisogno di cura?
A porsi la domanda questa volta è l’arte che chiama a raccolta linguaggi diversi, dalla scultura all’installazione, dal disegno all’architettura, dall’artigianato alla performance, per presentare un inventario di strumenti e scenari futuri di fronte al cambiamento climatico e alla crisi ecosociale che il pianeta sta attraversando.
Così materiali ancestrali come terra, legno, foglie, radici, piante ritrovano una rinnovata rilevanza.
Dal 5 dicembre al 3 maggio il Museo Guggenheim di Bilbao ospita la mostra Arts of the Earth, un percorso che esplora il modo in cui l'arte contemporanea interagisce con il suolo inteso come spazio materiale ed ecosistema condiviso.
La mostra è sponsorizzata da Iberdrola, che in questa occasione presta anche tre opere della sua collezione.
La preoccupazione per la salute del pianeta e per la sopravvivenza del suolo diventa il motore di un' indagine sulle espressioni artistiche attraverso geografie planetarie. Manufatti realizzati con terra, legno, foglie, radici, piante, materiali ancestrali che oggi acquistano una nuova importanza, saranno alla base di una serie di interventi sul territorio. Attraverso diversi approcci all'azione naturale, a partire dalla Land Art, la mostra esamina i diversi modi in cui gli esseri umani cercano di esprimere le proprie sinergie con i processi viventi della Terra.
Arts of the Earth riunirà opere d'arte dal secolo scorso a oggi, inclusi alcuni oggetti espressione dalla saggezza dei Baschi e di altre culture ancestrali. Nella sua indagine trasversale, il percorso presenterà opere di Giovanni Anselmo, Joseph Beuys, David Bestué, Heidi Bucher, Gabriel Chaile, Jean Dubuffet, Giuseppe Penone, Claire Pentecost, Perejaume, Solange Pessoa, solo per citare alcuni degli artisti presenti a Bilbao.

Rinunciando a una rigida suddivisione in sezioni tematiche, l’esposizione farà emergere affinità materiali attraverso una rete curatoriale fatta di incontri, coincidenze, conversazioni. Nel percorso alcuni protagonisti come Jean Dubuffet e Joseph Beuys assumono il ruolo di primi emissari, immaginando la mutazione subita dall’arte tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo a causa del cambiamento climatico. Negli anni Settanta e all'inizio degli anni Ottanta, lo sviluppo di opere effimere nel paesaggio, come quelle dell'artista rumena Ana Lupas, della catalana Fina Miralles e della cubana Ana Mendieta, convergono attraverso la produzione di sculture in sabbia o paglia, come quelle della scultrice statunitense Meg Webster e di Giovanni Anselmo.


Jorge Satorre, Non potrei mai dimenticare il modo in cui mi hai raccontato tutto senza dire nulla (sollievi), 2021 | Courtesy l'artista e Carreras Mugica © Jorge Satorre, Bilbao 2025

Durante Arts of the Earth le gallerie 206 e 207 ospiteranno composizioni botaniche come le sculture viventi dell’artista concettuale Hans Haacke. Mother Tongue dell'artista americano-pakistano Asad Raza riunirà invece 26 alberi di diverse specie che saranno ripiantati nei Paesi Baschi al termine della mostra.
L'iniziativa in arrivo al Guggenheim dedicherà inoltre ampio spazio a opere in argilla, sabbia e miscele sperimentali. L’argentino Gabriel Chaile realizzerà un grande murale a carboncino direttamente sulle pareti del Museo, mentre David Bestué produrrà per l’occasione opere modulari con il fango del fiume Nervión. La mostra presenterà anche i risultati dei processi di decomposizione o di alterazione dei corpi scultorei nel sottosuolo nelle opere di Patricia Dauder e Jorge Satorre. Se i paesaggi astratti di Asunción Molinos Gordo saranno realizzati con una miscela di lana proveniente da tutte le razze ovine della Penisola Iberica, un'installazione di nidi di rondine disseminati in diverse parti della mostra affiancherà le esplorazioni cromatiche della biodiversità amazzonica nell'opera di Susana Mejía.
Alla fine del percorso Arts of the Earth offrirà una riflessione sulla possibilità di un'"arte sostenibile". Se Giuseppe Penone lo farà attraverso uno dei suoi primi alberi scolpiti nei grandi tronchi di altri alberi, nonché una grande unghia di vetro appoggiata su migliaia di foglie di alloro, lo spagnolo Ibarrola illustrerà la ricchezza sperimentale della pratica di un artista che nei primi anni Ottanta ha intrapreso una radicale svolta ecologica nel suo lavoro.
L'efficienza energetica del progetto espositivo è stata abbinata all'utilizzo esclusivo di elementi compostabili o riciclati negli arredi e nella museografia. Rinunciando al trasporto aereo, evitando la costruzione di scatole rigide e implementando il tracciamento virtuale delle opere prestate, la mostra vuole porsi come un prototipo non solo di oggetti di percezione e strumenti d'azione, ma anche delle strategie e dei criteri che definiscono il Museo del futuro.