Prossima tappa, l’Ermitage di San Pietroburgo

Da Firenze a Vladivostok, il viaggio di Botticelli

Sandro Botticelli, Madonna della Loggia, 1467-70, Dipinto a tempera su tavola, 50 x 72 cm, Firenze, Gallerie degli Uffizi | © Gabinetto fotografico delle Gallerie degli Uffizi
 

Francesca Grego

04/09/2019

Mondo - Non era mai accaduto che un capolavoro del Rinascimento italiano varcasse i confini della Russia più profonda. Oggi a viaggiare da pioniera fino al limite estremo della Transiberiana è la Madonna della Loggia di Sandro Botticelli, partita dalle Gallerie degli Uffizi per diventare la principale attrazione del programma culturale del V Eastern Economic Forum di Vladivostok. Al debutto assoluto nella Federazione Russa, il dipinto sarà ammirato fino a domani 5 settembre dai partecipanti al meeting internazionale in corso nella città sul Pacifico, per trasferirsi dall’8 settembre al 6 novembre presso la Primorye State Art Gallery, sempre a Vladivostok.
Dal 17 novembre al 16 febbraio, infine, la preziosa tavola quattrocentesca raggiungerà il Museo Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo, dove in occasione dell’ VIII Forum Internazionale della Cultura sarà esposta nella Sala di Leonardo al posto della Madonna Litta, quest’anno in Italia insieme alla Madonna Benois per il cinquecentenario del genio vinciano. In entrambe le occasioni, l’opera sarà accompagnata da una copia tattile e da un supporto sonoro per essere apprezzata anche dai visitatori non vedenti e ipovedenti.

Frutto della collaborazione tra i tre musei e l’Ambasciata d’Italia a Mosca, la mostra si avvale dell’organizzazione di MondoMostre e Roscongress con il supporto di PAO Sberbank, la banca leader nella Federazione Russa che ogni anno sostiene progetti culturali di prestigiose istituzioni come la Galleria Tretyakov, il Museo Pushkin e l’Ermitage con particolare riguardo verso gli obiettivi della conservazione e dell’accessibilità dell’arte.  

Ma come mai per questa nuova avventura è stata scelta proprio la Madonna della Loggia? C’è un aspetto che, al di là di un diverso contesto storico, stilistico e culturale, accomuna la Vergine fiorentina alla tradizione delle icone russe. Nel realizzarla il giovane Botticelli si rifece infatti all’iconografia bizantina della Glikophilousa, che significa “dolce amante” o “dolce bacio” e che in Russia è conosciuta anche come “Madonna Eleousa” o “Madonna della Tenerezza”: si tratta della rappresentazione più intima ed emotiva della Madre di Dio e non a caso ne è un esempio la celebre icona Theotokos di Vladimir.
All’interno di un’architettura rinascimentale aperta sul fondo (la loggia del titolo), Botticelli dipinse la Vergine nell’atto di stringere a sé il Bambino, che a sua volta allunga la manina per sfiorarle la guancia. Maria appare pensosa, forse perché presagisce già il futuro doloroso che attende suo figlio. L’opera doveva essere destinata alla devozione privata, un pregiato “colmo da camera” originariamente inserito in un tabernacolo. Nulla sappiamo dei suoi committenti, ma la mostra la collega alla grande stagione dei Medici, la cui ascesa coincise a Firenze con l’affermarsi dell’astro di Botticelli. E così nella una bellissima icona occidentale la Russia contemporanea vede specchiarsi la potenza, la ricchezza e l’amore per la cultura di Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico, padri del Rinascimento fiorentino.

“Un evento unico, dal grande valore simbolico” ha affermato l’Ambasciatore d’Italia a Mosca Pasquale Terracciano a proposito dell’esposizione, “che in un suggestivo percorso ideale lungo tutto il territorio della Federazione risponde all’intento di portare la nostra cultura anche nelle regioni più distanti, rendendo la nostra arte più accessibile ai moltissimi amanti dell’Italia sparsi in tutta la Russia”.

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