Esposto fino al 18 febbraio il Reliquiario di San Galgano, restaurato dopo un furto
Dalla spada alla croce. Un capolavoro ritrovato in mostra ai Musei Vaticani
Dalla spada alla croce. Il Reliquiario di San Galgano restaurato, Allestimento della mostra presso la Sala XVII della Pinacoteca Vaticana | Courtesy Opera Laboratori
Samantha De Martin
07/12/2022
Mondo - Nella notte tra il 10 e l’11 luglio 1989 un furto presso il Museo Diocesano dell’Arcidiocesi di Siena – Colle Val d’Elsa – Montalcino, all’epoca allestito nel centro senese di Monteriggioni, infliggeva una ferita profonda al patrimonio artistico-culturale e alla chiesa di Siena, mutilata nella sua memoria spirituale.
Ignoti depredavano il museo di alcuni preziosi oggetti frutto delle abili mani di orafi medievali e barocchi. Il bottino includeva anche il celebre Reliquiario di San Galgano, proveniente dall’antica abbazia cistercense e già conservato nella parrocchia di Frosini, nel comune di Chiusdino.
Trentuno anni più tardi, il 22 gennaio 2020, il Comando dei Carabinieri, Tutela Patrimonio Culturale riconsegnava in custodia all’Arcidiocesi dieci degli undici pezzi trafugati, dopo averli rinvenuti sul mercato antiquario. Il Reliquiario del santo vissuto da eremita in Toscana nel XII secolo fu scovato dal Nucleo dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico di Palermo, coordinato dal tenente-colonnello Gianluigi Marmora, all’interno di un’abitazione di Giarre, in provincia di Catania, acquistato in un mercatino antiquario e rimasto per 31 anni nella lista dei 60 oggetti più preziosi ricercati in tutto il mondo.
Adesso, fino al 18 febbraio, questo straordinario capolavoro della produzione orafa senese del XIV secolo, tra i più preziosi manufatti dell’epoca, sarà in mostra nella Sala XVII della Pinacoteca dei Musei Vaticani accanto ad altri raffinati oggetti frutto di questo straordinario recupero, prima di fare ritorno a Siena.
Dalla spada alla croce. Il Reliquiario di San Galgano restaurato, Allestimento della mostra presso la Sala XVII della Pinacoteca Vaticana | Courtesy Opera Laboratori
Prodotta grazie alla collaborazione tra Musei Vaticani, Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e Opera della Metropolitana di Siena, con il contributo di Opera Laboratori, Sillabe e Giovanni Raspini, la mostra accoglie testimonianze di raffinato valore artistico oltre a ripercorrere una delle incredibili vicende di arte “salvata”. Vicenda che vede protagonisti una croce astile, due pissidi, cinque calici, oltre al Reliquiario di San Galgano, oggetto di devozione popolare con raffigurate le scene della vita del santo e della sua spada, finemente decorate in preziosi smalti traslucidi.
Fuori dalla lista dei pezzi ritrovati resta al momento un seicentesco calice in argento proveniente dalla Certosa di Maggiano in Siena, ancora purtroppo disperso.
Entrando nella sala XVII della Pinacoteca dei Musei del Papa, il pubblico viene catapultato in un trionfo di argenti, smalti, bronzi dorati. Al centro della sala è il Reliquiario di San Galgano, attribuito alla scuola degli orafi senesi Tondino di Guerrino e Andrea Riguardi, con raffigurate sei scene della vita ascetica del santo collegato al celebre segno della spada conficcata nella roccia che diventa una croce davanti alla quale inginocchiarsi e pregare. Il cavaliere appartenente alla piccola nobiltà locale, convertitosi alla vita ascetica ed eremitica dopo un’esistenza sregolata e dissoluta, fu proclamato santo da Papa Lucio III nel 1185, a soli quattro anni dalla morte.
Dalla spada alla croce. Il Reliquiario di San Galgano restaurato, Allestimento della mostra presso la Sala XVII della Pinacoteca Vaticana | Courtesy Opera Laboratori
Un accurato intervento sulle oreficerie presenti in mostra è stato condotto dal Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche dei Musei Vaticani e ha comportato una campagna di indagini scientifiche che hanno supportato le scelte metodologiche dell’intervento. Il Reliquiario è stato integralmente smontato alla presenza del referente dell’Arcidiocesi di Siena, con la contestuale messa in sicurezza delle settantaquattro reliquie presenti al suo interno. In seguito al furto, infatti, il capolavoro ha subito diversi danni: il fusto del piede era fratturato, le guglie deformate, mentre il primo rocchetto esagonale in smalto di giunzione con il piede, andato perduto, è stato ricostruito attraverso una scansione da un’immagine di archivio. Altri piccoli elementi mancanti sono stati realizzati in resina con stampante 3D.
Le facce del recto e del verso, decorate con smalti, sono state pulite e consolidate, mentre la croce apicale, anch’essa perduta, è stata riprodotta dal maestro orafo Giovanni Raspini su modello di opere coeve.
“Abbiamo sperimentato l’utilizzo della pulitura al plasma, dal momento che si era persa la lucentezza degli smalti - spiega Barbara Pinto, del Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche dei Musei Vaticani -. Il problema principale era invece rappresentato dalla stabilità, visto che non si riusciva a fare stare in piedi l’opera”.
Dalla spada alla croce. Il Reliquiario di San Galgano restaurato, Allestimento della mostra presso la Sala XVII della Pinacoteca Vaticana | Courtesy Opera Laboratori
Il colpo d’occhio, nell’allestimento, progettato e realizzato da Opera Laboratori e Sillabe per la Sala XVII, è forte. In mostra si possono apprezzare anche la croce astile in rame e bronzo dorato, il pezzo più antico della refurtiva, datato XII secolo, un reliquiario a tempietto del XIV secolo, cinque calici in argento realizzati tra il XVII e il XVIII secolo, un calice-pisside composto da due corpi assemblati in epoche successive e una pisside seicentesca in argento.
Dopo i Musei Vaticani, l’esposizione si trasferirà nei locali della cosiddetta Cripta del Duomo, dove si potrà visitare dal 1° marzo al 5 novembre 2023, in modo da restituire alla collettività senese e ai visitatori della cattedrale una preziosa testimonianza dell’identità culturale, artistica e spirituale della città.
Ignoti depredavano il museo di alcuni preziosi oggetti frutto delle abili mani di orafi medievali e barocchi. Il bottino includeva anche il celebre Reliquiario di San Galgano, proveniente dall’antica abbazia cistercense e già conservato nella parrocchia di Frosini, nel comune di Chiusdino.
Trentuno anni più tardi, il 22 gennaio 2020, il Comando dei Carabinieri, Tutela Patrimonio Culturale riconsegnava in custodia all’Arcidiocesi dieci degli undici pezzi trafugati, dopo averli rinvenuti sul mercato antiquario. Il Reliquiario del santo vissuto da eremita in Toscana nel XII secolo fu scovato dal Nucleo dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico di Palermo, coordinato dal tenente-colonnello Gianluigi Marmora, all’interno di un’abitazione di Giarre, in provincia di Catania, acquistato in un mercatino antiquario e rimasto per 31 anni nella lista dei 60 oggetti più preziosi ricercati in tutto il mondo.
Adesso, fino al 18 febbraio, questo straordinario capolavoro della produzione orafa senese del XIV secolo, tra i più preziosi manufatti dell’epoca, sarà in mostra nella Sala XVII della Pinacoteca dei Musei Vaticani accanto ad altri raffinati oggetti frutto di questo straordinario recupero, prima di fare ritorno a Siena.
Dalla spada alla croce. Il Reliquiario di San Galgano restaurato, Allestimento della mostra presso la Sala XVII della Pinacoteca Vaticana | Courtesy Opera Laboratori
Prodotta grazie alla collaborazione tra Musei Vaticani, Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e Opera della Metropolitana di Siena, con il contributo di Opera Laboratori, Sillabe e Giovanni Raspini, la mostra accoglie testimonianze di raffinato valore artistico oltre a ripercorrere una delle incredibili vicende di arte “salvata”. Vicenda che vede protagonisti una croce astile, due pissidi, cinque calici, oltre al Reliquiario di San Galgano, oggetto di devozione popolare con raffigurate le scene della vita del santo e della sua spada, finemente decorate in preziosi smalti traslucidi.
Fuori dalla lista dei pezzi ritrovati resta al momento un seicentesco calice in argento proveniente dalla Certosa di Maggiano in Siena, ancora purtroppo disperso.
Entrando nella sala XVII della Pinacoteca dei Musei del Papa, il pubblico viene catapultato in un trionfo di argenti, smalti, bronzi dorati. Al centro della sala è il Reliquiario di San Galgano, attribuito alla scuola degli orafi senesi Tondino di Guerrino e Andrea Riguardi, con raffigurate sei scene della vita ascetica del santo collegato al celebre segno della spada conficcata nella roccia che diventa una croce davanti alla quale inginocchiarsi e pregare. Il cavaliere appartenente alla piccola nobiltà locale, convertitosi alla vita ascetica ed eremitica dopo un’esistenza sregolata e dissoluta, fu proclamato santo da Papa Lucio III nel 1185, a soli quattro anni dalla morte.
Dalla spada alla croce. Il Reliquiario di San Galgano restaurato, Allestimento della mostra presso la Sala XVII della Pinacoteca Vaticana | Courtesy Opera Laboratori
Un accurato intervento sulle oreficerie presenti in mostra è stato condotto dal Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche dei Musei Vaticani e ha comportato una campagna di indagini scientifiche che hanno supportato le scelte metodologiche dell’intervento. Il Reliquiario è stato integralmente smontato alla presenza del referente dell’Arcidiocesi di Siena, con la contestuale messa in sicurezza delle settantaquattro reliquie presenti al suo interno. In seguito al furto, infatti, il capolavoro ha subito diversi danni: il fusto del piede era fratturato, le guglie deformate, mentre il primo rocchetto esagonale in smalto di giunzione con il piede, andato perduto, è stato ricostruito attraverso una scansione da un’immagine di archivio. Altri piccoli elementi mancanti sono stati realizzati in resina con stampante 3D.
Le facce del recto e del verso, decorate con smalti, sono state pulite e consolidate, mentre la croce apicale, anch’essa perduta, è stata riprodotta dal maestro orafo Giovanni Raspini su modello di opere coeve.
“Abbiamo sperimentato l’utilizzo della pulitura al plasma, dal momento che si era persa la lucentezza degli smalti - spiega Barbara Pinto, del Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche dei Musei Vaticani -. Il problema principale era invece rappresentato dalla stabilità, visto che non si riusciva a fare stare in piedi l’opera”.
Dalla spada alla croce. Il Reliquiario di San Galgano restaurato, Allestimento della mostra presso la Sala XVII della Pinacoteca Vaticana | Courtesy Opera Laboratori
Il colpo d’occhio, nell’allestimento, progettato e realizzato da Opera Laboratori e Sillabe per la Sala XVII, è forte. In mostra si possono apprezzare anche la croce astile in rame e bronzo dorato, il pezzo più antico della refurtiva, datato XII secolo, un reliquiario a tempietto del XIV secolo, cinque calici in argento realizzati tra il XVII e il XVIII secolo, un calice-pisside composto da due corpi assemblati in epoche successive e una pisside seicentesca in argento.
Dopo i Musei Vaticani, l’esposizione si trasferirà nei locali della cosiddetta Cripta del Duomo, dove si potrà visitare dal 1° marzo al 5 novembre 2023, in modo da restituire alla collettività senese e ai visitatori della cattedrale una preziosa testimonianza dell’identità culturale, artistica e spirituale della città.
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