Fino al 2 gennaio alla Fondation Cartier pour l'art contemporain
I ciliegi in fiore di Damien Hirst colorano Parigi
Allestimento della mostra Damien Hirst, Cherry Blossoms, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris | Foto: © Thibaut Voisin | Courtesy Fondation Cartier pour l’art contemporain
Samantha De Martin
24/08/2021
Mondo - Lo avevamo lasciato tra le sale della Galleria Borghese di Roma, con i suoi bronzi monumentali, i coralli e i cristalli di rocca tra un Canova e un Caravaggio, e poi nella stanza ovale della Gagosian, sempre nella capitale, ad abbagliarci con gli iconici personaggi dei cartoni Disney, avviluppati nel marmo rosa del Portogallo e in quello, bianchissimo, di Carrara.
Un Damien Hirst insolito, decisamente romantico, esplode adesso tra i ciliegi in fiore e le sfumature bianche e rosa che sembrano accarezzare la Fondation Cartier pour l'art contemporain di Parigi dove scioccanti squali, teschi diamantati, teste di medusa cedono il posto a fiori che parlano di bellezza, di vita e di morte, “sgargianti, disordinati e fragili” al tempo stesso.
I visitatori potranno apprezzarli fino al 2 gennaio nell’ambito della mostra Cherry Blossoms, la prima di Damien Hirst in un'instituzione francese.
Allestimento della mostra Damien Hirst, Cherry Blossoms, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris | Foto: © Thibaut Voisin | Courtesy Fondation Cartier pour l’art contemporain
L’appuntamento di Parigi è la risposta all’invito rivolto a Damien Hirst dal direttore generale della Fondation Cartier, Hervé Chandès, durante un incontro svoltosi nel 2019 a Londra. Il percorso accoglie trenta dipinti appartenenti alla serie Cherry Blossoms, selezionati da Hervé Chandès e dall'artista. L’intera serie comprende in realtà 107 tele monumentali attraversate da dense pennellate luminose che reinterpretano con gioiosa ironia il popolare soggetto della raffigurazione floreale evocato in Two Weeks One Summer.
Sulla tela Hirst combina pennellate spesse alludendo a Impressionismo e puntinismo, sovvertendo, e al tempo stesso rendendo omaggio, ai grandi movimenti artistici di fine Ottocento e inizi Novecento, portando avanti le esplorazioni pittoriche di inizio carriera.
Allestimento della mostra Damien Hirst, Cherry Blossoms, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris | Foto: © Thibaut Voisin | Courtesy Fondation Cartier pour l’art contemporain
“I Cherry Blossoms - spiega lo stesso Hirst - sono estremi. Riguardano il desiderio e il modo in cui elaboriamo le cose intorno a noi e in cosa li trasformiamo, ma anche la transitorietà visiva della bellezza. È stato bello realizzarli, perdersi completamente nel colore e nella pittura all’interno del mio studio”.
Ed è per allargare l'esperienza della mostra condividendo con il visitatore il momento della loro realizzazione che Damien Hirst e la Fondation Cartier hanno realizzato un film documentario che ritrae l’artista, scarpe da ginnastica e sporco di vernice, nell'intimità del suo studio, mentre svela il modo in cui ha ideato i Cherry Blossoms. Girate nel corso di un anno, queste rare immagini regalano un'immersione nella creatività dell'artista fornendo le chiavi per comprendere il suo lavoro.
Ciò che rende affascinanti questi lavori è il loro legame con l’infanzia, in particolare con il ricordo che l’artista ha di sua madre, abituata a dipingere proprio i fiori di ciliegio con i colori ad olio quando Damien aveva appena quattro anni. Da qui l’idea di dedicarsi ad alberi astratti dall’aria figurativa, in modo da creare un ponte tra astrazione e figurativismo.
Damien Hirst nel suo studio, 2019 | Courtesy Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2021
C’è molto, in questi lavori, anche del tempo trascorso da Hirst nel suo studio durante il lockdown. “Si tratta di quadri che ho sempre voluto dipingere quando ero più giovane, ma che non ho mai avuto il coraggio di realizzare - spiega l’artista -. Il lockdown è stato abbastanza produttivo per me, perché sono riuscito a continuare a dipingere. C'è molto lavoro fisico in queste opere, che le rende anche convincenti”.
Il pubblico è invitato ad abbandonarsi all’atmosfera tanto sorprendente quanto fugace della serie Cherry Blossoms, un’illustrazione poetica che racchiude, nella brillantezza e nella consistenza della pennellata, l’inesorabile trascorrere del tempo.
Se vi chiedete in che modo il padre degli squali in formaldeide, che rappresentò l'assurdità del ciclo vitale attraverso una colonia di larve e di mosche intente a raggiungere una testa di vitello mozzata, sia approdato alle tinte tenui dei suoi ciliegi, è l’artista stesso a darvi una risposta.
Damien Hirst | Foto: © Joe Hage | Courtesy Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2021
“Stavo lavorando ai dipinti della serie Veil Paintings e mi sono accorto che assomigliavano a giardini, alberi o qualcosa del genere. Così ho pensato che avrei potuto realizzare alberi. Ho iniziato a riflettere sull'astrazione e sulla figurazione. Quando ho dato avvio a questi dipinti, ho usato solo il rosa e il bianco, colori che ho potuto scorgere nel ciliegio in fiore. Quindi, ho mescolato quattro tipi di rosa e un bianco, ma apparivano del tutto morti. Un giorno, mentre camminavo guardando gli alberi, ne ho osservato uno che presentava macchie rosse e blu. Ho capito che gli alberi sono così perché la luce contiene tutti i colori e le foglie li riflettono. Proprio come in Seurat, nei puntinisti, in Bonnard”.
La mostra si potrà visitare dal martedì alla domenica dalle 11 alle 20. I biglietti possono essere acquistati solo online sul sito della Fondation Cartier con prenotazione della fascia oraria.
Leggi anche:
• Nel segno della meraviglia: Damien Hirst alla Galleria Borghese
• Damien Hirst. Forgiving and Forgetting
Un Damien Hirst insolito, decisamente romantico, esplode adesso tra i ciliegi in fiore e le sfumature bianche e rosa che sembrano accarezzare la Fondation Cartier pour l'art contemporain di Parigi dove scioccanti squali, teschi diamantati, teste di medusa cedono il posto a fiori che parlano di bellezza, di vita e di morte, “sgargianti, disordinati e fragili” al tempo stesso.
I visitatori potranno apprezzarli fino al 2 gennaio nell’ambito della mostra Cherry Blossoms, la prima di Damien Hirst in un'instituzione francese.
Allestimento della mostra Damien Hirst, Cherry Blossoms, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris | Foto: © Thibaut Voisin | Courtesy Fondation Cartier pour l’art contemporain
L’appuntamento di Parigi è la risposta all’invito rivolto a Damien Hirst dal direttore generale della Fondation Cartier, Hervé Chandès, durante un incontro svoltosi nel 2019 a Londra. Il percorso accoglie trenta dipinti appartenenti alla serie Cherry Blossoms, selezionati da Hervé Chandès e dall'artista. L’intera serie comprende in realtà 107 tele monumentali attraversate da dense pennellate luminose che reinterpretano con gioiosa ironia il popolare soggetto della raffigurazione floreale evocato in Two Weeks One Summer.
Sulla tela Hirst combina pennellate spesse alludendo a Impressionismo e puntinismo, sovvertendo, e al tempo stesso rendendo omaggio, ai grandi movimenti artistici di fine Ottocento e inizi Novecento, portando avanti le esplorazioni pittoriche di inizio carriera.
Allestimento della mostra Damien Hirst, Cherry Blossoms, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Paris | Foto: © Thibaut Voisin | Courtesy Fondation Cartier pour l’art contemporain
“I Cherry Blossoms - spiega lo stesso Hirst - sono estremi. Riguardano il desiderio e il modo in cui elaboriamo le cose intorno a noi e in cosa li trasformiamo, ma anche la transitorietà visiva della bellezza. È stato bello realizzarli, perdersi completamente nel colore e nella pittura all’interno del mio studio”.
Ed è per allargare l'esperienza della mostra condividendo con il visitatore il momento della loro realizzazione che Damien Hirst e la Fondation Cartier hanno realizzato un film documentario che ritrae l’artista, scarpe da ginnastica e sporco di vernice, nell'intimità del suo studio, mentre svela il modo in cui ha ideato i Cherry Blossoms. Girate nel corso di un anno, queste rare immagini regalano un'immersione nella creatività dell'artista fornendo le chiavi per comprendere il suo lavoro.
Ciò che rende affascinanti questi lavori è il loro legame con l’infanzia, in particolare con il ricordo che l’artista ha di sua madre, abituata a dipingere proprio i fiori di ciliegio con i colori ad olio quando Damien aveva appena quattro anni. Da qui l’idea di dedicarsi ad alberi astratti dall’aria figurativa, in modo da creare un ponte tra astrazione e figurativismo.
Damien Hirst nel suo studio, 2019 | Courtesy Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2021
C’è molto, in questi lavori, anche del tempo trascorso da Hirst nel suo studio durante il lockdown. “Si tratta di quadri che ho sempre voluto dipingere quando ero più giovane, ma che non ho mai avuto il coraggio di realizzare - spiega l’artista -. Il lockdown è stato abbastanza produttivo per me, perché sono riuscito a continuare a dipingere. C'è molto lavoro fisico in queste opere, che le rende anche convincenti”.
Il pubblico è invitato ad abbandonarsi all’atmosfera tanto sorprendente quanto fugace della serie Cherry Blossoms, un’illustrazione poetica che racchiude, nella brillantezza e nella consistenza della pennellata, l’inesorabile trascorrere del tempo.
Se vi chiedete in che modo il padre degli squali in formaldeide, che rappresentò l'assurdità del ciclo vitale attraverso una colonia di larve e di mosche intente a raggiungere una testa di vitello mozzata, sia approdato alle tinte tenui dei suoi ciliegi, è l’artista stesso a darvi una risposta.
Damien Hirst | Foto: © Joe Hage | Courtesy Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2021
“Stavo lavorando ai dipinti della serie Veil Paintings e mi sono accorto che assomigliavano a giardini, alberi o qualcosa del genere. Così ho pensato che avrei potuto realizzare alberi. Ho iniziato a riflettere sull'astrazione e sulla figurazione. Quando ho dato avvio a questi dipinti, ho usato solo il rosa e il bianco, colori che ho potuto scorgere nel ciliegio in fiore. Quindi, ho mescolato quattro tipi di rosa e un bianco, ma apparivano del tutto morti. Un giorno, mentre camminavo guardando gli alberi, ne ho osservato uno che presentava macchie rosse e blu. Ho capito che gli alberi sono così perché la luce contiene tutti i colori e le foglie li riflettono. Proprio come in Seurat, nei puntinisti, in Bonnard”.
La mostra si potrà visitare dal martedì alla domenica dalle 11 alle 20. I biglietti possono essere acquistati solo online sul sito della Fondation Cartier con prenotazione della fascia oraria.
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