Storica esposizione nel cinquecentenario della morte
Il Bosch dei record
Trittico del Carro di fieno, Hieronymus Bosch
Ludovica Sanfelice
13/05/2016
Mondo - Il Noorbrabants Museum di Den Bosch saluta la grande mostra dedicata al suo più illustre cittadino, culmine di un programma di celebrazioni organizzate in occasione del cinquecentenario della morte di Jheronimus Bosch.
Per la piccola cittadina del Brabante, abituata ad un turismo più contenuto, l’evento ha portato una ventata di primati che hanno già iscritto la rassegna nella Storia. Del resto l’autorevole quotidiano britannico The Guardian ha definito l’esposizione “una delle più importanti del secolo”.
Ma i numeri parlano ancora più chiaro: i visitatori nel complesso sono stati 421.700 e l’afflusso imponente ha rapidamente esaurito i biglietti a disposizione costringendo il museo a rivedere il proprio piano orario e a prolungare la regolare apertura settimanale da 70 a 119 ore, con straordinarie maratone di 17 ore al giorno nelle ultime due settimane di permanenza delle opere e una non stop (giorno e notte) nel weekend di chiusura. Per il tempo della mostra inoltre il numero di collaboratori si è moltiplicato da 50 a oltre 300 unità. Cose mai viste.
Tra i fattori del successo oltre all’effettivo valore della ricerca scientifica condotta sull’opera di Bosch e all’unicità del loro raduno nella terra madre del pittore, l’Ente Olandese del Turismo ha calcolato il peso esercitato della copertura mediatica su scala mondiale. I biglietti disponibili online erano 300mila e il 23% sono stati acquistati dall’estero battendo distanze anche siderali.
Chi non ha avuto la possibilità di recarsi a Den Bosch dal 31 maggio potrà rifarsi al Prado di Madrid, oppure attenderà il 2017 quando un’importante produzione documentaria dedicata alla mostra arriverà nelle nostre sale.
Per approfondimenti:
Il 2016 l'anno di Bosch
Il Bosch scoperto a Kansas City
Per la piccola cittadina del Brabante, abituata ad un turismo più contenuto, l’evento ha portato una ventata di primati che hanno già iscritto la rassegna nella Storia. Del resto l’autorevole quotidiano britannico The Guardian ha definito l’esposizione “una delle più importanti del secolo”.
Ma i numeri parlano ancora più chiaro: i visitatori nel complesso sono stati 421.700 e l’afflusso imponente ha rapidamente esaurito i biglietti a disposizione costringendo il museo a rivedere il proprio piano orario e a prolungare la regolare apertura settimanale da 70 a 119 ore, con straordinarie maratone di 17 ore al giorno nelle ultime due settimane di permanenza delle opere e una non stop (giorno e notte) nel weekend di chiusura. Per il tempo della mostra inoltre il numero di collaboratori si è moltiplicato da 50 a oltre 300 unità. Cose mai viste.
Tra i fattori del successo oltre all’effettivo valore della ricerca scientifica condotta sull’opera di Bosch e all’unicità del loro raduno nella terra madre del pittore, l’Ente Olandese del Turismo ha calcolato il peso esercitato della copertura mediatica su scala mondiale. I biglietti disponibili online erano 300mila e il 23% sono stati acquistati dall’estero battendo distanze anche siderali.
Chi non ha avuto la possibilità di recarsi a Den Bosch dal 31 maggio potrà rifarsi al Prado di Madrid, oppure attenderà il 2017 quando un’importante produzione documentaria dedicata alla mostra arriverà nelle nostre sale.
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