Ricostruito a Parigi lo studio dell'artista conservato dalla moglie Annette
L'atelier di Giacometti rivive a Montparnasse
Una sala del nuovo Institut Giacometti a Parigi
Samantha De Martin
26/06/2018
Mondo - Tra i 350 metri quadrati di uno storico edificio in stile Art Deco, nel cuore di Montparnasse, fragili figure in gesso e argilla, molte delle quali inedite, regalano al visitatore un appassionante viaggio nella vita e nella carriera di Alberto Giacometti.
Il quartiere in cui l’artista svizzero ha trascorso quasi interamente la propria esistenza spalanca le sue porte all’archivio del maestro dei corpi lunghi e ad una collezione di 5mila disegni, litografie e quaderni, esposti al pubblico per la prima volta.
Ad accogliere, al numero 5 di rue Victor Schœlcher, la ricostruzione dell’atelier dell’artista - conservato nella sua interezza dalla moglie Annette - sarà l’ex-studio del designer Paul Follot, i cui spazi sono stati progettati dallo studio di architettura Pascal Grasso. Pareti, balaustre, lampadari, piedistalli sembrano fluttuare insieme alle antiche decorazioni dell’edificio che mira a rispettare il monumento storico, dando, allo stesso tempo, la massima centralità alle opere dell’artista, senza trascurare la sua funzione di luogo contemporaneo con una propria identità.
Gestito dall’omonima Fondazione - che con oltre 350 sculture, 90 dipinti e migliaia di opere su carta vanta la più grande collezione al mondo di opere dell’artista svizzero - l’Institut Giacometti sarà diretto da Catherine Grenier, ed accoglierà gli ospiti con un ricco programma di iniziative didattiche e di mostre temporanee finalizzate ad approfondire i diversi aspetti dell’opera dello scultore, il rapporto con gli artisti e gli scrittori del suo tempo, ma anche l’influenza sui contemporanei e sulle generazioni successive.
Ad accompagnare il percorso del visitatore attraverso l’atelier dell’artista - ricostruito nel dettaglio e in forma permanente con mobili e pareti dipinte - è una grande vetrata firmata Goppion, dotata di una scalinata che permetterà di osservare lo studio nella sua interezza.
Accanto allo spazio dedicato alle mostre temporanee e al cabinet di arti grafiche, l’Institut Giacometti accoglie una biblioteca con testi di arte moderna, in parte costituita dalla raccolta privata dell’artista.
La prima mostra presso l'Institut, che si terrà dal 26 giugno al 16 settembre, sarà dedicata al rapporto di amicizia e stima profonda che legava Giacometti allo scrittore Jean Genet, rincontratisi nel 1954 grazie a Jean-Paul Sartre. Questo rapporto indusse Jean a scrivere L’atelier di Alberto Giacometti.
Il nuovo spazio dedicato all’artista de L’Homme qui marche sarà aperto al pubblico, solo su prenotazione, il martedì dalle 14 alle 18 e dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 18.
Leggi anche:
• Bacon e Giacometti si incontrano alla Fondation Beyeler
• Final Portrait: al cinema il genio di Giacometti
Il quartiere in cui l’artista svizzero ha trascorso quasi interamente la propria esistenza spalanca le sue porte all’archivio del maestro dei corpi lunghi e ad una collezione di 5mila disegni, litografie e quaderni, esposti al pubblico per la prima volta.
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Ad accompagnare il percorso del visitatore attraverso l’atelier dell’artista - ricostruito nel dettaglio e in forma permanente con mobili e pareti dipinte - è una grande vetrata firmata Goppion, dotata di una scalinata che permetterà di osservare lo studio nella sua interezza.
Accanto allo spazio dedicato alle mostre temporanee e al cabinet di arti grafiche, l’Institut Giacometti accoglie una biblioteca con testi di arte moderna, in parte costituita dalla raccolta privata dell’artista.
La prima mostra presso l'Institut, che si terrà dal 26 giugno al 16 settembre, sarà dedicata al rapporto di amicizia e stima profonda che legava Giacometti allo scrittore Jean Genet, rincontratisi nel 1954 grazie a Jean-Paul Sartre. Questo rapporto indusse Jean a scrivere L’atelier di Alberto Giacometti.
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