Dal 23 gennaio alla Pinakothek der Moderne
L’umanità al centro del mondo: a Monaco un viaggio nel disegno del Rinascimento italiano
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Fra Bartolommeo (Savignano bei Prato 1472–1517 Florenz), Porträt eines bärtigen Mönchs, um 1515. Schwarze Kreide, mit weißem Pinsel gehöht, auf Papier 397 x 274 mm Inv.-Nr. 2157 Z Staatliche Graphische Sammlung München, München
Francesca Grego
12/12/2024
Mondo - Monaco celebra i maestri del Rinascimento italiano con una sfilata di capolavori su carta. Al centro della mostra in arrivo alla Pinakothek der Moderne c’è la rappresentazione dell’essere umano, che nel Quattrocento e nel Cinquecento torna protagonista dell’arte italiana inaugurando una tendenza che contagerà presto gli artisti di tutta Europa. Il linguaggio del disegno, più diretto e aperto alla sperimentazione più di altri mezzi espressivi, ben si presta a raccontare una rivoluzione del pensiero destinata a dispiegare i suoi effetti su ogni aspetto della vita umana. Dal 23 gennaio al 13 aprile 2025 il pubblico di Monaco lo scoprirà attraverso preziose opere di maestri come Michelangelo Buonarroti, Andrea Mantegna, Ghirlandaio, Jacopo Pontormo, Giulio Romano, fino a Federico Barocci, nel progetto The Human Being in View.
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Giulio Romano (Rom 1499–1546 Mantua), Venus Anadyomene, um 1515. Rötel, 243 x 147 mm. Inv.-Nr. 2459 Z. Staatliche Graphische Sammlung München, München
Diviso in quattro sezioni, l’itinerario espositivo presenterà dapprima le immagini del corpo umano ispirate agli artisti italiani dallo studio delle sculture dell’antichità, per poi seguirli nei loro pionieristici studi dell’anatomia attraverso modelli viventi. Un secondo capitolo riguarderà la rappresentazione del corpo vestito, dove l’abito posiziona chi lo indossa nel mondo e nel contesto di sociale: qui l’arte diventa un osservatorio privilegiato sui rapporti tra le persone in un’epoca densa di trasformazioni. Disegni di teste e volti, a volte solo abbozzate, a volte definite con cura, raccontano invece la psicologia umana e la percezione che di essa hanno gli artisti, per finire con un’immersione nella multiforme varietà del ritratto rinascimentale, tra rappresentazioni private e ufficiali, immagini idealizzate e figure grottesche.
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Andrea Mantegna (Isola di Carturo 1431–1506 Mantua), Tanzende Muse, 1496/97. Feder in Braun, braun laviert, weiß gehöht, über Spolvero-Punkten, auf zerschnittenem und wieder zusammengeklebtem bräunlichem Papier mit späteren Ergänzungen zum Rechteck, 527 x 261 mm. Inv.-Nr. 3066 Z. Staatliche Graphische Sammlung München, München
“Una delle più grandi conquiste artistiche della prima età moderna, accanto al concetto percettivo di prospettiva centrale, è stata senza dubbio la riscoperta dell’essere umano come individuo autodeterminato fatto di carne e ossa”, scrivono i curatori della Pinakothek der Modern: “A partire dal Rinascimento italiano, la nuova percezione dell'essere umano come creatura ed essere sociale, come persona e come carattere, si è manifestata in molti modi, in particolare nell'arte del disegno. Il disegno offriva condizioni uniche per il nuovo approccio antropocentrico che, soprattutto in Italia, poteva attingere a modelli antichi che già rappresentavano artisticamente l'essere umano in linea con queste nuove aspirazioni. Su questa base i disegnatori svilupparono un'immagine dell'uomo nelle più diverse sfumature, un'immagine che contribuirono a plasmare in modo duraturo dal Rinascimento al tardo Barocco”. Come testimoniano i capolavori scelti per la mostra, l’esplorazione della figura umana e della natura è accompagnata in questa fase dallo sviluppo di mezzi e tecniche in precedenza utilizzate poco o per niente: si scopre e si approfondisce il potenziale della sanguigna, per esempio, accanto alle possibilità insite nell'uso delle matite, dei gessi o dei pastelli.
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Jacopo Pontormo (Empoli 1494–1557 Florenz), Zwei stehende Frauen, um 1520. Rötel in hellerem und dunklerem Farbton, gewischt, aufgezogen auf Papier und mit Feder in Gold mehrläufig umrandet 391 x 261 mm. Inv.-Nr. 14042 Z Staatliche Graphische Sammlung München, München
Tra i gioielli da ammirare lungo il percorso figurano un innovativo Torso maschile di Michelangelo, e le Due donne in piedi di Pontormo realizzate con i gessi rossi, ma anche il prezioso primo studio per il ritratto senese di Domenico di Bartolo, tutti appartenenti alle Staatliche Graphische Sammlung di Monaco. Dalle raccolte del museo emergono anche opere finora note solo agli esperti, come il Ritratto di fauno inghirlandato di Odoardo Fialetti (1573-1638) e l’Autoritratto di Jacopo Amigoni (1682-1752), il più influente rappresentante dell’arte veneziana nella Germania del XVIII secolo. E poi i lavori di Mantegna, di Fra Bartolomeo, dei discepoli di Leonardo, per proseguire con il Ghirlandaio, Giulio Romano, Bartolomeo Passarotti, fino a Federico Barocci e Giambattista Piazzetta, in un lungo viaggio nella storia dell’arte italiana.
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Federigo Barocci (Urbino um 1535–1612 Urbino), Studien zum Gemälde „Christus erscheint Maria Magdalena“, 1589/90 Schwarze Kreide, weiß gehöht, Spuren von Rötel, auf blaugrauem Papier, die Konturen der Mittelfigur durchgegriffelt
418 x 277 mm. Inv.-Nr. 13759 Z Staatliche Graphische Sammlung München, München
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Giulio Romano (Rom 1499–1546 Mantua), Venus Anadyomene, um 1515. Rötel, 243 x 147 mm. Inv.-Nr. 2459 Z. Staatliche Graphische Sammlung München, München
Diviso in quattro sezioni, l’itinerario espositivo presenterà dapprima le immagini del corpo umano ispirate agli artisti italiani dallo studio delle sculture dell’antichità, per poi seguirli nei loro pionieristici studi dell’anatomia attraverso modelli viventi. Un secondo capitolo riguarderà la rappresentazione del corpo vestito, dove l’abito posiziona chi lo indossa nel mondo e nel contesto di sociale: qui l’arte diventa un osservatorio privilegiato sui rapporti tra le persone in un’epoca densa di trasformazioni. Disegni di teste e volti, a volte solo abbozzate, a volte definite con cura, raccontano invece la psicologia umana e la percezione che di essa hanno gli artisti, per finire con un’immersione nella multiforme varietà del ritratto rinascimentale, tra rappresentazioni private e ufficiali, immagini idealizzate e figure grottesche.
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Andrea Mantegna (Isola di Carturo 1431–1506 Mantua), Tanzende Muse, 1496/97. Feder in Braun, braun laviert, weiß gehöht, über Spolvero-Punkten, auf zerschnittenem und wieder zusammengeklebtem bräunlichem Papier mit späteren Ergänzungen zum Rechteck, 527 x 261 mm. Inv.-Nr. 3066 Z. Staatliche Graphische Sammlung München, München
“Una delle più grandi conquiste artistiche della prima età moderna, accanto al concetto percettivo di prospettiva centrale, è stata senza dubbio la riscoperta dell’essere umano come individuo autodeterminato fatto di carne e ossa”, scrivono i curatori della Pinakothek der Modern: “A partire dal Rinascimento italiano, la nuova percezione dell'essere umano come creatura ed essere sociale, come persona e come carattere, si è manifestata in molti modi, in particolare nell'arte del disegno. Il disegno offriva condizioni uniche per il nuovo approccio antropocentrico che, soprattutto in Italia, poteva attingere a modelli antichi che già rappresentavano artisticamente l'essere umano in linea con queste nuove aspirazioni. Su questa base i disegnatori svilupparono un'immagine dell'uomo nelle più diverse sfumature, un'immagine che contribuirono a plasmare in modo duraturo dal Rinascimento al tardo Barocco”. Come testimoniano i capolavori scelti per la mostra, l’esplorazione della figura umana e della natura è accompagnata in questa fase dallo sviluppo di mezzi e tecniche in precedenza utilizzate poco o per niente: si scopre e si approfondisce il potenziale della sanguigna, per esempio, accanto alle possibilità insite nell'uso delle matite, dei gessi o dei pastelli.
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Jacopo Pontormo (Empoli 1494–1557 Florenz), Zwei stehende Frauen, um 1520. Rötel in hellerem und dunklerem Farbton, gewischt, aufgezogen auf Papier und mit Feder in Gold mehrläufig umrandet 391 x 261 mm. Inv.-Nr. 14042 Z Staatliche Graphische Sammlung München, München
Tra i gioielli da ammirare lungo il percorso figurano un innovativo Torso maschile di Michelangelo, e le Due donne in piedi di Pontormo realizzate con i gessi rossi, ma anche il prezioso primo studio per il ritratto senese di Domenico di Bartolo, tutti appartenenti alle Staatliche Graphische Sammlung di Monaco. Dalle raccolte del museo emergono anche opere finora note solo agli esperti, come il Ritratto di fauno inghirlandato di Odoardo Fialetti (1573-1638) e l’Autoritratto di Jacopo Amigoni (1682-1752), il più influente rappresentante dell’arte veneziana nella Germania del XVIII secolo. E poi i lavori di Mantegna, di Fra Bartolomeo, dei discepoli di Leonardo, per proseguire con il Ghirlandaio, Giulio Romano, Bartolomeo Passarotti, fino a Federico Barocci e Giambattista Piazzetta, in un lungo viaggio nella storia dell’arte italiana.
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Federigo Barocci (Urbino um 1535–1612 Urbino), Studien zum Gemälde „Christus erscheint Maria Magdalena“, 1589/90 Schwarze Kreide, weiß gehöht, Spuren von Rötel, auf blaugrauem Papier, die Konturen der Mittelfigur durchgegriffelt
418 x 277 mm. Inv.-Nr. 13759 Z Staatliche Graphische Sammlung München, München
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