Il museo britannico si aggiudica L'Autoritratto come santa Caterina recentemente riscoperto
La National Gallery acquista un raro autoritratto di Artemisia Gentileschi
Artemisia Gentileschi, Autoritratto come santa Caterina d’Alessandria, 1615-17, Olio su tela, 71 x 71.5 cm | © The National Gallery, London
Samantha De Martin
06/07/2018
Mondo - Era stato scoperto solo di recente e a breve, a partire dai primi mesi del 2019, potrà essere ammirato dai visitatori della National Gallery, trovando posto tra capolavori di Caravaggio e Orazio Gentileschi.
Perché il raro autoritratto, nel quale Artemisia rappresenta se stessa nelle vesti di santa Caterina d’Alessandria, dipinto tra il 1615 e il 1617, appena acquistato dal museo di Tarfalgar Square, andrà a costituire uno dei pezzi più prestigiosi della collezione londinese.
"L'acquisizione di questo grande dipinto - commenta Hannah Rothschild CBE, che nel 2015 è diventata la prima donna a presiedere il Board of Trustees della National Gallery - realizza il lungo sogno di accrescere la collezione della National Gallery con importanti dipinti di donne artiste. Gentileschi fu un pioniere, un maestro narratore, una delle pittrici più progressiste ed espressive del suo tempo. Una delle poche donne in grado di infrangere i confini dell’epoca, superando le estreme difficoltà personali per riuscire nell'arte della pittura. Questa immagine ci aiuterà a trasformare il modo in cui raccogliamo, mostriamo e raccontiamo la storia di donne artiste nel tempo”.
Un impegno “corale”, basato sul supporto dell’American Friends of the National Gallery, della National Gallery Trust, dell'Art Fund (attraverso l'eredità di Sir Denis Mahon), Lord e Lady Sassoon, Lady Getty e Hannah Rothschild CBE e di altri donatori, alcuni dei quali desiderano rimanere anonimi, ha reso possibile l’acquisto dell’opera, il cui prezzo ammonta a 3,6 milioni di sterline. Mentre la conservazione del dipinto - che prima di essere esposto al pubblico sarà sottoposto a specifici trattamenti - è resa possibile grazie al contributo di Art Fund.
Questo raro pezzo della pittrice romana era stato riscoperto nel 2017. Per secoli era stato di proprietà di una famiglia francese, prima di essere messo all'asta, lo scorso dicembre, ed acquistato da un mercante d'arte londinese.
L’appassionato pennello del Barocco italiano - la prima donna a far parte dell’Accademia di disegno a Firenze e che ebbe tra i suoi illustri mecenati, re, nobili e granduchi, ammaliati da quella pittura drammatica popolata da energiche figure femminili fortemente legate agli eventi, talvolta tragici della sua travagliata esistenza - emerge, anche in questo Autoritratto, in tutta la sua energia travolgente.
Una figura femminile sovrastata da un’aureola che ne definisce la santità, guarda allo spettatore, con la mano sinistra poggiata sulla sommità di una ruota spezzata. È il simbolo associato a Santa Caterina d’Alessandra, martirizzata all’inizio del IV secolo d.C per volere molto probabilmente dell’imperatore Massenzio. Il particolare della ruota dentata rappresenta un riferimento allo strumento di tortura utilizzato contro la santa.
La National Gallery guarda dunque all’arte al femminile, anticipando altre importanti acquisizioni.
"Il nostro museo - spiega il direttore Gabriele Finaldi - accoglie la pittura dell'Europa occidentale tra il 1250 e il 1900. Per gran parte di questo periodo alle donne furono negate le opportunità offerte agli uomini, di conseguenza solo un esiguo numero di esse riuscì ad emergere nell'arte della pittura. È per questo che le opere di donne artiste di questo periodo sono molto rare rispetto ai lavori dei loro colleghi contemporanei e la nostra collezione riflette questa circostanza storica. Tuttavia, sebbene sia molto più difficile per noi acquistare grandi opere "al femminile", la National Gallery collabora assiduamente con le artiste - ultima la collaborazione con Tacita Dean - nell’allestimento delle sue iniziative. Per il futuro abbiamo in serbo entusiasmanti appuntamenti che sveleremo nei prossimi mesi”.
Leggi anche:
• Da Medardo Rosso ad Artemisia Gentileschi, l'arte italiana alla corte dei primitivi fiamminghi
• Michaelina Wautier, artista donna del '600 in mostra ad Anversa
Perché il raro autoritratto, nel quale Artemisia rappresenta se stessa nelle vesti di santa Caterina d’Alessandria, dipinto tra il 1615 e il 1617, appena acquistato dal museo di Tarfalgar Square, andrà a costituire uno dei pezzi più prestigiosi della collezione londinese.
"L'acquisizione di questo grande dipinto - commenta Hannah Rothschild CBE, che nel 2015 è diventata la prima donna a presiedere il Board of Trustees della National Gallery - realizza il lungo sogno di accrescere la collezione della National Gallery con importanti dipinti di donne artiste. Gentileschi fu un pioniere, un maestro narratore, una delle pittrici più progressiste ed espressive del suo tempo. Una delle poche donne in grado di infrangere i confini dell’epoca, superando le estreme difficoltà personali per riuscire nell'arte della pittura. Questa immagine ci aiuterà a trasformare il modo in cui raccogliamo, mostriamo e raccontiamo la storia di donne artiste nel tempo”.
Un impegno “corale”, basato sul supporto dell’American Friends of the National Gallery, della National Gallery Trust, dell'Art Fund (attraverso l'eredità di Sir Denis Mahon), Lord e Lady Sassoon, Lady Getty e Hannah Rothschild CBE e di altri donatori, alcuni dei quali desiderano rimanere anonimi, ha reso possibile l’acquisto dell’opera, il cui prezzo ammonta a 3,6 milioni di sterline. Mentre la conservazione del dipinto - che prima di essere esposto al pubblico sarà sottoposto a specifici trattamenti - è resa possibile grazie al contributo di Art Fund.
Questo raro pezzo della pittrice romana era stato riscoperto nel 2017. Per secoli era stato di proprietà di una famiglia francese, prima di essere messo all'asta, lo scorso dicembre, ed acquistato da un mercante d'arte londinese.
L’appassionato pennello del Barocco italiano - la prima donna a far parte dell’Accademia di disegno a Firenze e che ebbe tra i suoi illustri mecenati, re, nobili e granduchi, ammaliati da quella pittura drammatica popolata da energiche figure femminili fortemente legate agli eventi, talvolta tragici della sua travagliata esistenza - emerge, anche in questo Autoritratto, in tutta la sua energia travolgente.
Una figura femminile sovrastata da un’aureola che ne definisce la santità, guarda allo spettatore, con la mano sinistra poggiata sulla sommità di una ruota spezzata. È il simbolo associato a Santa Caterina d’Alessandra, martirizzata all’inizio del IV secolo d.C per volere molto probabilmente dell’imperatore Massenzio. Il particolare della ruota dentata rappresenta un riferimento allo strumento di tortura utilizzato contro la santa.
La National Gallery guarda dunque all’arte al femminile, anticipando altre importanti acquisizioni.
"Il nostro museo - spiega il direttore Gabriele Finaldi - accoglie la pittura dell'Europa occidentale tra il 1250 e il 1900. Per gran parte di questo periodo alle donne furono negate le opportunità offerte agli uomini, di conseguenza solo un esiguo numero di esse riuscì ad emergere nell'arte della pittura. È per questo che le opere di donne artiste di questo periodo sono molto rare rispetto ai lavori dei loro colleghi contemporanei e la nostra collezione riflette questa circostanza storica. Tuttavia, sebbene sia molto più difficile per noi acquistare grandi opere "al femminile", la National Gallery collabora assiduamente con le artiste - ultima la collaborazione con Tacita Dean - nell’allestimento delle sue iniziative. Per il futuro abbiamo in serbo entusiasmanti appuntamenti che sveleremo nei prossimi mesi”.
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