Dal 7 settembre al 6 gennaio presso Morgan Library & Museum

Miraculous Encounters: Pontormo vola a New York

Pontormo, Visitazione. Pontormo [Public domain], via Wikimedia Commons
 

Francesca Grego

07/09/2018

Mondo - Un pittore bizzarro ed eccessivo: è stata questa per secoli la reputazione di Jacopo Carrucci, noto ai più come Pontormo. Ma per fortuna i tempi sono cambiati e l’opinione della critica attuale è ben diversa da quella che Giorgio Vasari annotava nelle sue Vite.
A testimoniare la fama mondiale dell’artista sarà nei prossimi mesi la mostra Pontormo: Miraculous Encounters, inaugurata oggi presso Morgan Library & Museum di New York e visitabile fino al 6 gennaio 2019.
 
Frutto della collaborazione degli Uffizi con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles e con il museo newyorkese, il progetto espositivo ha il suo fulcro nella grande tavola della Visitazione, proveniente dalla Pieve dei Santi Michele e Francesco a Carmignano (Prato) e sottoposta recentemente a un importante restauro. Più in evidenza che mai, dunque, il dinamismo di una scena definita da rimandi e contrappunti, figure e volumi resi in originali panneggi, colori brillanti ed effetti luministici del tutto innovativi per l’epoca, al punto da non essere compresi.
Li ha apprezzati molto, invece, una star dell’arte contemporanea come Bill Viola, che in giovinezza a Firenze era di casa e che, oltre a riconoscere in Pontormo il suo maestro ideale, ha ispirato alla Visitazione la celebre opera The Greeting, ammirata nel 2017 nella rassegna Rinascimento Elettronico a Palazzo Strozzi.
 
A New York la pala di Carmignano si nutrirà del confronto con l’unico, dettagliato disegno preparatorio giunto fino a noi e oggi conservato nel Gabinetto delle Stampe e dei Disegni degli Uffizi, realizzato a matita nera su un fondo quadrettato pronto per il riporto su tavola.
Per la prima volta nella Grande Mela anche il Ritratto di giovane uomo con berretto rosso, dipinto durante l’assedio di Firenze del 1529-1530, considerato perduto fino al ritrovamento nel 2008 in una collezione privata londinese e poi oggetto di una contesa senza esclusione di colpi tra il collezionista americano J. Tomilson Hill e lo Stato britannico. Posa orgogliosa, sguardo enigmatico che trafigge e una lettera che spunta dall’elegante giubba nera, il personaggio immortalato da Pontormo potrebbe essere il nobile fiorentino Carlo Neroni, all’epoca diciottenne, citato da Vasari nella biografia dell’artista.
 
Legata a un solido progetto di ricerca, la mostra si propone di indagare i processi creativi di un pittore solitario e singolare, offrendo nuovi spunti sull’interpretazione, la committenza e l’iconografia della Visitazione, nonché sul peculiare contributo di Pontormo alla storia del ritratto cinquecentesco.
 
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