Fino al 15 gennaio all'ARKEN Museum of Modern Art di Copenaghen
Nell'universo visionario di Leonora Carrington. L'artista femminista in mostra in Danimarca
Leonora Carrington, Artes 110, 1944. Collection of Pearl & Stan Goodman, lovede gave til NSU Art Museum, Fort Lauderdale, USA © Estate of Leonora Carrington / ViSDA
Samantha De Martin
26/09/2022
Mondo - Per il poeta Octavio Paz era “una poesia che cammina, che a un tratto sorride e si trasforma in un uccello e poi in un pesce, e scompare”. Dalì invece l’aveva incoronata “la più importante artista surrealista donna”.
Lei invece scriveva di se stessa: “Se fossi i miei pensieri, significa che potrei essere qualsiasi cosa, dalla zuppa di pasta, un coccodrillo, un cadavere, un leopardo, o mezzo litro di birra. Se fossi i miei sentimenti, allora sarei amore, odio, irritazione, noia, felicità, orgoglio, umiltà, dolore, piacere. Se fossi il mio corpo, allora sono il feto di una donna che cambia in ogni momento. Tuttavia, io, come il mondo intero, desidero un'identità individuale".
Quando Leonora Carrington scriveva queste parole era il 1970. A distanza di oltre 50 anni la figura chiave del Surrealismo, ribellatasi al potere alle gerarchie e alle convenzioni attraverso il suo universo magico popolato di umorismo, spiriti e streghe, continua a incantare il pubblico.
Gli appassionati del suo universo magico la incontreranno fino al 15 gennaio in Danimarca, all'ARKEN Museum of Modern Art, a una ventina di chilometri a sud di Copenaghen, dove ha da poco aperto i battenti la più grande mostra in Scandinavia dedicata alla pittrice e scrittrice britannica, organizzata in collaborazione con Fundacion MAPFRE di Madrid.
Leonora Carrington, Green Tea (The Oval Lady), 1942. The Museum of Modern Art, New York. Gift from Drue Heinz Trust (exchange) 2019 © Estate of Leonora Carrington / VISDA. Unknown photographer
Oltre cento 100 opere - tra dipinti, disegni, arazzi, sculture e libri di Carrington, e lavori di artisti come Remedios Varo o Max Ernst - raccontano un universo artistico sperimentale, ricco di mitologia, esoterismo e prospettive femministe.
"La visione artistica di libertà e uguaglianza di Leonora Carrington - spiega la curatrice della mostra Sarah Fredholm - è più rilevante che mai in tempi di riscaldamento globale, disastri naturali e guerra. In risposta alle crisi del nostro tempo, la spiritualità, l'occulto e le forze della natura vengono sempre più coltivate, per esempio attraverso astrologia, tarocchi e stregoneria. Carrington possedeva un potere e un mistero incredibili. È rimasta unica, ha creato la propria versione di Surrealismo e non si è lasciata limitare né dagli uomini né dal movimento surrealista. Come artista, sfida il nostro modo di vedere il mondo".
Leonora Carrington, The Giantess (The Guardian of the Egg), 1947. Private collection © Estate of Leonora Carrington / VISDA. Unknown photographer
Intransigente e visionaria, Carrington ha posto infatti la sua libertà al di sopra di ogni altra cosa. Allontanandosi da una rigida educazione borghese, all'età di vent'anni ha raggiunto Parigi per intraprendere la carriera di artista. All’interno della cerchia ristretta del movimento surrealista conobbe il pittore Max Ernst intrattenendo con lui una relazione. Poi, durante la seconda guerra mondiale, in un’Europa devastata dalla guerra, la fuga in Messico, dove si stabilì occupandosi di cultura e religione messicana.
Adesso, durante la sua tappa in Danimarca, in occasione della sua prima prima grande mostra in Scandinavia, il pubblico potrà seguire la vita e la carriera di Carrington con opere chiave in arrivo dall'Inghilterra, dagli Stati Uniti e dal Messico, affiancate da lettere, fotografie e importanti prestiti da collezioni private.
L’interesse dell’artista per la magia, l’alchimia, la stregoneria travolge i visitatori facendosi strada attraverso personaggi fantastici in uno stato di perpetua trasformazione, mentre i confini tra uomini, animali e natura diventano sempre più indefiniti. Ad attrarre è un’arte impregnata di ricordi, dall’impegno involontario in un ospedale psichiatrico a Santander, in Spagna, al suo esilio durante la seconda guerra mondiale. I temi della reclusione e della trasformazione sono ben espressi nell'opera Green Tea (The Oval Lady), realizzata da Leonora un anno dopo il suo ricovero in ospedale. Tutto ruota intorno ai due cavalli legati l'uno alla coda dell'altro, mentre, sotto la superficie terrestre, alcuni esseri ricordano la figura femminile avvolta in primo piano, la pittrice stessa.
Leonora Carrington, The Artist Traveling Incognito, 1949. Rowland Weinstein, Weinstein Gallery, San Francisco © Estate of Leonora Carrington / VISDA. Photo: © Nicholas Pishvanov
Attraverso un linguaggio visivo carico di poesia, Leonora Carrington affronta la psicologia umana, il suo cambiamento e rinnovamento, aprendo la strada a regni magici dove ogni cosa è fuori dall'ordinario. Abitata da donne forti, dee mitologiche, figure femminili storiche a donne sagge, l’arte di Carrington ci trascina nella storia dell'occulto, dell'alchimia, mettendoci a conoscenza di come le donne abbiano avuto, in molte culture indigene, grande autorità.
Se i personaggi femminili reclamano il potere, oracoli e alchimisti divengono creature con poteri curativi e magici, con accesso a territori sconosciuti, capaci di evocare nuovi mondi.
Con la sua arte, Carrington dirige una critica femminista delle gerarchie di potere oppressive, come si vede, ad esempio, nell'autoritratto The Artist travelling Incognito. L’opera stride con la tendenza del movimento surrealista dominato dagli uomini che tendono ad adorare la figura femminile come una musa ispiratrice giovane, bella e dotata di un'immaginazione sconfinata, capace di ispirare l'artista maschio.
“Non avevo tempo per essere la musa ispiratrice di nessuno…ero troppo occupato a ribellarmi alla mia famiglia e ad imparare a fare l'artista” dichiarò in un'intervista Carrington, affatto entusiasta dell'etichetta di "musa".
Dopo ARKEN, dove si potrà ammirare fino al 15 gennaio, la mostra raggiungerà la Fundación MAPFRE di Madrid.
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• Nell'universo onirico di Leonora Carrington, la surrealista della Biennale d'Arte 2022
Lei invece scriveva di se stessa: “Se fossi i miei pensieri, significa che potrei essere qualsiasi cosa, dalla zuppa di pasta, un coccodrillo, un cadavere, un leopardo, o mezzo litro di birra. Se fossi i miei sentimenti, allora sarei amore, odio, irritazione, noia, felicità, orgoglio, umiltà, dolore, piacere. Se fossi il mio corpo, allora sono il feto di una donna che cambia in ogni momento. Tuttavia, io, come il mondo intero, desidero un'identità individuale".
Quando Leonora Carrington scriveva queste parole era il 1970. A distanza di oltre 50 anni la figura chiave del Surrealismo, ribellatasi al potere alle gerarchie e alle convenzioni attraverso il suo universo magico popolato di umorismo, spiriti e streghe, continua a incantare il pubblico.
Gli appassionati del suo universo magico la incontreranno fino al 15 gennaio in Danimarca, all'ARKEN Museum of Modern Art, a una ventina di chilometri a sud di Copenaghen, dove ha da poco aperto i battenti la più grande mostra in Scandinavia dedicata alla pittrice e scrittrice britannica, organizzata in collaborazione con Fundacion MAPFRE di Madrid.
Leonora Carrington, Green Tea (The Oval Lady), 1942. The Museum of Modern Art, New York. Gift from Drue Heinz Trust (exchange) 2019 © Estate of Leonora Carrington / VISDA. Unknown photographer
Oltre cento 100 opere - tra dipinti, disegni, arazzi, sculture e libri di Carrington, e lavori di artisti come Remedios Varo o Max Ernst - raccontano un universo artistico sperimentale, ricco di mitologia, esoterismo e prospettive femministe.
"La visione artistica di libertà e uguaglianza di Leonora Carrington - spiega la curatrice della mostra Sarah Fredholm - è più rilevante che mai in tempi di riscaldamento globale, disastri naturali e guerra. In risposta alle crisi del nostro tempo, la spiritualità, l'occulto e le forze della natura vengono sempre più coltivate, per esempio attraverso astrologia, tarocchi e stregoneria. Carrington possedeva un potere e un mistero incredibili. È rimasta unica, ha creato la propria versione di Surrealismo e non si è lasciata limitare né dagli uomini né dal movimento surrealista. Come artista, sfida il nostro modo di vedere il mondo".
Leonora Carrington, The Giantess (The Guardian of the Egg), 1947. Private collection © Estate of Leonora Carrington / VISDA. Unknown photographer
Intransigente e visionaria, Carrington ha posto infatti la sua libertà al di sopra di ogni altra cosa. Allontanandosi da una rigida educazione borghese, all'età di vent'anni ha raggiunto Parigi per intraprendere la carriera di artista. All’interno della cerchia ristretta del movimento surrealista conobbe il pittore Max Ernst intrattenendo con lui una relazione. Poi, durante la seconda guerra mondiale, in un’Europa devastata dalla guerra, la fuga in Messico, dove si stabilì occupandosi di cultura e religione messicana.
Adesso, durante la sua tappa in Danimarca, in occasione della sua prima prima grande mostra in Scandinavia, il pubblico potrà seguire la vita e la carriera di Carrington con opere chiave in arrivo dall'Inghilterra, dagli Stati Uniti e dal Messico, affiancate da lettere, fotografie e importanti prestiti da collezioni private.
L’interesse dell’artista per la magia, l’alchimia, la stregoneria travolge i visitatori facendosi strada attraverso personaggi fantastici in uno stato di perpetua trasformazione, mentre i confini tra uomini, animali e natura diventano sempre più indefiniti. Ad attrarre è un’arte impregnata di ricordi, dall’impegno involontario in un ospedale psichiatrico a Santander, in Spagna, al suo esilio durante la seconda guerra mondiale. I temi della reclusione e della trasformazione sono ben espressi nell'opera Green Tea (The Oval Lady), realizzata da Leonora un anno dopo il suo ricovero in ospedale. Tutto ruota intorno ai due cavalli legati l'uno alla coda dell'altro, mentre, sotto la superficie terrestre, alcuni esseri ricordano la figura femminile avvolta in primo piano, la pittrice stessa.
Leonora Carrington, The Artist Traveling Incognito, 1949. Rowland Weinstein, Weinstein Gallery, San Francisco © Estate of Leonora Carrington / VISDA. Photo: © Nicholas Pishvanov
Attraverso un linguaggio visivo carico di poesia, Leonora Carrington affronta la psicologia umana, il suo cambiamento e rinnovamento, aprendo la strada a regni magici dove ogni cosa è fuori dall'ordinario. Abitata da donne forti, dee mitologiche, figure femminili storiche a donne sagge, l’arte di Carrington ci trascina nella storia dell'occulto, dell'alchimia, mettendoci a conoscenza di come le donne abbiano avuto, in molte culture indigene, grande autorità.
Se i personaggi femminili reclamano il potere, oracoli e alchimisti divengono creature con poteri curativi e magici, con accesso a territori sconosciuti, capaci di evocare nuovi mondi.
Con la sua arte, Carrington dirige una critica femminista delle gerarchie di potere oppressive, come si vede, ad esempio, nell'autoritratto The Artist travelling Incognito. L’opera stride con la tendenza del movimento surrealista dominato dagli uomini che tendono ad adorare la figura femminile come una musa ispiratrice giovane, bella e dotata di un'immaginazione sconfinata, capace di ispirare l'artista maschio.
“Non avevo tempo per essere la musa ispiratrice di nessuno…ero troppo occupato a ribellarmi alla mia famiglia e ad imparare a fare l'artista” dichiarò in un'intervista Carrington, affatto entusiasta dell'etichetta di "musa".
Dopo ARKEN, dove si potrà ammirare fino al 15 gennaio, la mostra raggiungerà la Fundación MAPFRE di Madrid.
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