Nella città natale del maestro belga

Passeggiata a Ostenda, sulle orme di James Ensor

James Ensor, I tetti di Ostenda, 1901, Olio su tela, 48 × 73 cm, Ostenda, Mu.ZEE | Courtesy Visit Oostende talkie.be | © Toerisme Oostende
 

Francesca Grego

27/12/2023

Mondo - Più lo conosci e più ti incuriosisce: parliamo di James Ensor, il grande pittore belga che, a cavallo tra Ottocento e Novecento, aprì la strada all’arte moderna nel suo paese. Capolavori come L’entrata di Cristo a Bruxelles, la Mangiatrice di ostriche o i Bagni di Ostenda sono oggi autentiche icone, ma Ensor fu un maestro dai mille volti, che ritroviamo nei suoi dipinti come in uno specchio. Ironico e pungente, tenero e poetico, colto e giocherellone, anarcoide e alto borghese, ma soprattutto artista a 360 gradi - pittore e incisore sopraffino, compositore di musica, scrittore, scenografo, costumista - un talento originale e indipendente, che fece della libertà una bandiera.
 
Se il Museo di Belle Arti di Anversa conserva la più grande collezione di opere di Ensor, è nella città natale dell’artista, Ostenda, che pulsa la sua memoria viva. Tutto parla di lui in questa cittadina sul Mare del Nord, antico borgo di pescatori e frequentata località balneare da quando, nel 1834, Leopoldo I del Belgio vi stabilì la propria residenza estiva. A venti minuti da Bruges e a meno di due ore da Bruxelles, nel 2024 Ostenda sarà con Anversa il quartier generale dei festeggiamenti in onore del Maestro: mostre, eventi, itinerari speciali celebreranno i 75 anni dalla morte di Ensor, offrendo a viaggiatori ed art lover l’opportunità di scoprire un volto inaspettato delle Fiandre, una città vivace e schietta fuori dai circuiti  più battuti dal turismo internazionale.


James Ensor, I Bagni di Ostenda, Gent, MSK | Courtesy Visit Oostende talkie.be | © Toerisme Oostende
 
Per Ensor Ostenda rappresenta la musa di una vita, nonché il luogo che ha visto nascere i suoi capolavori, dal quale non si spostò che raramente. Anche se la città è molto cambiata da allora, le sue strade pullulano di riferimenti alla presenza del pittore. Nasce così la Ensor Walk, un itinerario da percorrere a piedi o in bicicletta sulle tracce dell’artista, guidati da un’app disponibile in cinque lingue: 13 tappe per passeggiare accanto ad Ensor sulle lunghe spiagge sabbiose, immaginarlo al lavoro nello studio inondato di luce, all’ultimo piano di un palazzo del centro, o bambino, affascinato dagli oggetti bizzarri accatastati nel negozio di souvenir della nonna, o ancora mentre si batte con fierezza contro l’urbanizzazione della costa. 
 
Punto di partenza dell’itinerario è la Casa Museo James Ensor, recentemente restaurata nel rispetto delle sue forme otto-novecentesche e forte di un nuovo, accattivante allestimento: 700 metri quadri distribuiti su più piani che, al numero 17 di Vlanderenstraat, invitano ad entrare nella vita e nella fantasia dell’artista, tra cimeli, ricostruzioni e divertenti esperienze interattive. Al piano terra, con la vetrina aperta sulla strada, la bottega di souvenir di famiglia, che accendeva l’immaginazione del piccolo James con il suo “inestricabile guazzabuglio di conchiglie, merletti, pesci rari impagliati, vecchi libri, incisioni, armi e porcellane cinesi”. Dalle maschere del Carnevale di Ostenda agli scheletri di leggendarie sirene, è ancora tutto lì, esposto in fascinose teche di legno fin de siécle, a raccontare com’è nato l’immaginario di uno degli artisti più visionari del Novecento.


La casa di James Ensor a Ostenda, oggi trasformata in museo | Courtesy Visit Oostende talkie.be | © Toerisme Oostende
 
A Casa Ensor è possibile ammirare i disegni dell’artista e le foto della città nella sua epoca d’oro, con i bei palazzi Art Nouveau, ma anche lo studio del pittore riprodotto come una casa di bambola fiamminga, o i bozzetti per i costumi teatrali e la coloratissima ricostruzione del teatro in cui andò in scena la sua opera più famosa, La gamme d’amour, con le figurine di attori, musici e spettatori. Sulle note delle composizioni di Ensor, ci si inoltra fino all’ultimo piano, arredato con i mobili originali dell’artista e le riproduzioni dei suoi quadri in un’irresistibile atmosfera vintage: di qui sono passati visitatori illustri come Vasilij Kandinskij, Maurice de Vlaminck e Giuseppe Ungaretti, attratti dal carisma del padrone di casa e dalle sue sorprendenti innovazioni. Per il 2024 Casa Ensor ha in serbo un'accattivante programma di mostre, pensate per esplorare l’arte del Maestro nelle sue molteplici sfaccettature: dal focus sull’Entrata di Cristo a Bruxelles agli autoritratti, fino ad un’indagine sul proverbiale sense of humour dell’artista.
 
È tempo di andare e in pochi passi raggiungiamo il primo atelier di Ensor in Boulevard Van Iseghem, dove in anni recenti un artista orientale ha allestito il proprio studio per cifre da capogiro. Dalle grandi finestre dell’ultimo piano il pittore dominava la città e la ritraeva in paesaggi dal sapore impressionista. Secondo il critico Paul Haesaerts, “i destini della pittura moderna hanno in qualche modo preso forma tra questi tetti”.


James Ensor, Grande marina (Tramonto), 1885, Olio su tela, 114 × 161 cm, Ostenda, Mu.ZEE | Courtesy Visit Oostende talkie.be | © Toerisme Oostende
 
Al numero 44 di Rue Longue si trova invece la casa natale di Ensor. Nella stanza sul retro adibita a studio del giovanissimo artista, lo sguardo spaziava dalle campagne al Mare del Nord, soffermandosi sulle scuderie reali per poi abbracciare la città in espansione: cambiamenti puntualmente registrati da Ensor su piccole tele, che testimoniano un interesse precoce per le trasformazioni dell'amata Ostenda.
 
Ripercorrendo i passi del Maestro arriviamo fino al mare, sulla lunga spiaggia sabbiosa che lambisce la città: il set del capolavoro I bagni di Ostenda, ma anche dei primi dipinti en plein air, i cosiddetti cartons roses. “Sì, devo moltissimo al mare”, confessava l’artista nel 1920 agli invitati riuniti per il suo sessantesimo compleanno. “Ero guidato come da un istinto segreto - racconta ad un amico in una lettera - dal sentimento dell’atmosfera della costa che avevo assorbito dalla brezza, respirato nelle nebbie perlacee, assorbito dalle onde, ascoltato nel vento”. Profumano di mare anche le nature morte popolate di conchiglie e pesci come La razza, celebre dipinto dalle connotazioni erotiche attualmente esposto al Mu.ZEE. E naturalmente le crocchette di gamberetti grigi, “il caviale del Mare del Nord” di cui il Maestro era ghiotto, ancora oggi regine della gastronomia di Ostenda e protagoniste di un concorso in cui gli chef locali si danno battaglia ogni anno.


L'omaggio dello street artist SozyOne a James Ensor, The Crystal Ship 2021, Ostenda I Courtesy The Crystal Ship
 
Proseguendo la passeggiata, al numero 7 di Wapenplein visitiamo lo storico Cafè Falstaff, un indirizzo cult durante la Belle Époque, dove Ensor era solito incontrare amici come Léon Spilliaert, altro grande artista nato e cresciuto in città. Durante il famoso Carnevale di Ostenda, il Falstaff si riempiva di avventori mascherati che per l’occasione potevano servirsi gratis: anche nei quadri di Ensor le maschere sono al centro della scena, portatrici di ambigui significati simbolici. Come nel dipinto L’intrigo, che ha ispirato il coloratissimo murales di SozyOne (De Puta Madre) da ammirare all’angolo tra Vlanderenstraat e Langestraat (per chi non lo sapesse, Ostenda ospita un seguitissimo festival di Street Art, The Crystal Ship, che il prossimo anno sarà dedicato a James Ensor).
 
Nel verde rigoglioso del Leopold Park, invece, il Maestro veglia sui passanti nel monumento dello scultore belga Edmond de Valeriola. Inaugurato nel 1930 in occasione del settantesimo compleanno di Ensor, negli anni Ottanta il busto originale in pietra è stato sostituito da una replica in bronzo. A partire da luglio, un nuovo omaggio celebrerà l’artista all’interno del parco: si tratta del Floral Clock, un’installazione di 30 mila piante che ogni anno ha un tema diverso e che nel 2024 prenderà la forma dell’autoritratto di Ensor.


James Ensor, Les Fleurs, 1892, Olio su tavola, Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique, Bruxelles | Foto: J. Geleyns - Art Photography
 
Ultima tappa della Ensor Walk è il Mu.ZEE, nelle cui collezioni brillano gioielli come l’Autoritratto con cappello. Qui i festeggiamenti sono iniziati da alcuni giorni con una grande mostra sul tema della natura morta, un genere molto frequentato da Ensor, attraverso il quale è possibile ripercorrere integralmente l’evoluzione della sua pittura.  Fino al prossimo 14 aprile Rose, Rose, Rose à mes yeux metterà a confronto i dipinti di Ensor con quelli di alcuni suoi colleghi, per un viaggio nella natura morta in Belgio, dal realismo ottocentesco alle avanguardie del Novecento.
 
Infine, una chicca fuori itinerario: la Duinekerkje, la “chiesa tra le dune” nel quartiere di Mariakerke, che per Ensor fu un autentico luogo del cuore: a due passi dal mare, questa chiesetta trecentesca compare ripetutamente nei quadri del pittore, che alla fine del XIX secolo si battè per preservarla nel suo incantevole scenario naturale. All’ombra del campanile, le spoglie dell’artista riposano in un cimitero campestre dichiarato paesaggio protetto nel 1975.


Sulla spiaggia di Ostenda con James Ensor I Courtesy Visit Oostende talkie.be | © Toerisme Oostende

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