Dal 29 settembre al 7 gennaio
Raffaello a Vienna: tele e disegni in mostra all'Albertina
Raffaello Sanzio, Madonna Colonna, 1508, olio su tela, 56,5 x 77,5 cm, Berlino, Gemäldegalerie. Courtesy of Albertina
Samantha De Martin
28/09/2017
Mondo - L'Albertina rende omaggio all'Italia ospitando 150 opere, tra tele e disegni, che ripercorrono l'intensa e fortunata carriera artistica di Raffaello. Il museo viennese che vanta una delle più prestigiose raccolte al mondo di stampe e disegni, svela i gioielli della sua collezione dedicata all'artista di Urbino, cui vanno ad aggiungersi, in occasione della mostra, importanti prestiti provenienti da illustri istituzioni internazionali, dalle Gallerie degli Uffizi al British Museum, dal Louvre al Ashmolean Museum di Oxford.
Al centro di questo avvincente percorso monografico, in programma dal 29 settembre al 7 gennaio, che è soprattutto un appassionante viaggio che copre l'intera carriera del pittore, dal primo periodo umbro agli anni a Firenze, fino al soggiorno romano, c'è il pensiero dell'artista, accanto agli studi e ai disegni preparatori.
Il pittore che ha saputo esprimere, attraverso i suoi capolavori, il carattere universale dei sentimenti, della natura umana, conferendo alle tele una straordinaria umanità e armonia compositiva, con un'appassionata lettura dei modelli classici e un continuo dialogo con l'arte di contemporanei e predecessori, che ha adottato e adattato fino ad approdare a soluzioni personalissime, sarà al centro di un percorso che già si preannuncia d'impatto.
La raffinata mano di uno dei pittori più amati e ricercati da papi, banchieri e imprenditori, riempirà l'elegante sede dell'Albertina di disegni che ripercorrono le differenti tecniche utilizzate dal maestro - dal gesso all'inchiostro, dal carbone all'argento - e dai quali emerge la possente personalità dell'artista, abile pittore e disegnatore.
Schizzi, linee veloci tracciate sul foglio, arti inizialmente accennati, raccontano, come fugaci flash, le intuizioni che hanno ispirato il lavoro del maestro, senza però trascurare gli elementi essenziali della narrazione che si celano dietro il volto giocoso di un bambino o il viso ansioso di una madre. Anche se semplicemente accennati, gli attori di questi schizzi intessono già tra loro intense relazioni emotive.
Ed è proprio in quei pentimenti, nelle variazioni di posa, negli aggiustamenti realizzati dall'artista che è racchiusa la bellezza dei lavori in mostra.
La trasferta austriaca dell'urbinate, a cura di Achim Gnann, è caratterizzata dunque da oltre cento disegni - molti dei quali recentemente attribuiti al maestro grazie ad alcune indagini che ne hanno confermato la paternità - dalla Madonna del melograno, in gesso nero e grigio, alla Testa dell'Apostolo, parte dello studio per la Trasfigurazione - l'ultima opera eseguita dall'artista - da due studi per nudo maschile, in gesso rosso e punta metallica, al disegno preparatorio de La strage degli Innocenti.
Tra le diciotto tele, parte del percorso espositivo, il visitatore potrà, invece, apprezzare il ritratto del banchiere Bindo Altoviti, databile intorno al 1515 e conservato alla National Gallery of Art di Washington, un Autoritratto del 1506, la Madonna dell'Impannata, capolavoro quasi interamente attribuito agli allievi di Raffaello, e ancora la Visione di Ezechiele, in prestito dalla galleria Palatina di Firenze, San Giorgio e il drago, proveniente dal Louvre e la brillante Madonna Colonna che giungerà a Vienna dalla Gemäldegalerie di Berlino.
Leggi anche:
• Nella città di Klimt per Vienna Contemporary 2017
• I disegni di Raffaello. Una mostra a Oxford svela i segreti di un maestro
• Raffaello, il principe delle arti in 3D
Al centro di questo avvincente percorso monografico, in programma dal 29 settembre al 7 gennaio, che è soprattutto un appassionante viaggio che copre l'intera carriera del pittore, dal primo periodo umbro agli anni a Firenze, fino al soggiorno romano, c'è il pensiero dell'artista, accanto agli studi e ai disegni preparatori.
Il pittore che ha saputo esprimere, attraverso i suoi capolavori, il carattere universale dei sentimenti, della natura umana, conferendo alle tele una straordinaria umanità e armonia compositiva, con un'appassionata lettura dei modelli classici e un continuo dialogo con l'arte di contemporanei e predecessori, che ha adottato e adattato fino ad approdare a soluzioni personalissime, sarà al centro di un percorso che già si preannuncia d'impatto.
La raffinata mano di uno dei pittori più amati e ricercati da papi, banchieri e imprenditori, riempirà l'elegante sede dell'Albertina di disegni che ripercorrono le differenti tecniche utilizzate dal maestro - dal gesso all'inchiostro, dal carbone all'argento - e dai quali emerge la possente personalità dell'artista, abile pittore e disegnatore.
Schizzi, linee veloci tracciate sul foglio, arti inizialmente accennati, raccontano, come fugaci flash, le intuizioni che hanno ispirato il lavoro del maestro, senza però trascurare gli elementi essenziali della narrazione che si celano dietro il volto giocoso di un bambino o il viso ansioso di una madre. Anche se semplicemente accennati, gli attori di questi schizzi intessono già tra loro intense relazioni emotive.
Ed è proprio in quei pentimenti, nelle variazioni di posa, negli aggiustamenti realizzati dall'artista che è racchiusa la bellezza dei lavori in mostra.
La trasferta austriaca dell'urbinate, a cura di Achim Gnann, è caratterizzata dunque da oltre cento disegni - molti dei quali recentemente attribuiti al maestro grazie ad alcune indagini che ne hanno confermato la paternità - dalla Madonna del melograno, in gesso nero e grigio, alla Testa dell'Apostolo, parte dello studio per la Trasfigurazione - l'ultima opera eseguita dall'artista - da due studi per nudo maschile, in gesso rosso e punta metallica, al disegno preparatorio de La strage degli Innocenti.
Tra le diciotto tele, parte del percorso espositivo, il visitatore potrà, invece, apprezzare il ritratto del banchiere Bindo Altoviti, databile intorno al 1515 e conservato alla National Gallery of Art di Washington, un Autoritratto del 1506, la Madonna dell'Impannata, capolavoro quasi interamente attribuito agli allievi di Raffaello, e ancora la Visione di Ezechiele, in prestito dalla galleria Palatina di Firenze, San Giorgio e il drago, proveniente dal Louvre e la brillante Madonna Colonna che giungerà a Vienna dalla Gemäldegalerie di Berlino.
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