Dal 21 maggio alle Gallerie d’Italia la mostra conclusiva della XIX edizione di Restituzioni

Da Antonello da Messina a Carpaccio, la bellezza "restituita" si svela a Napoli

Vittore Carpaccio, Teseo riceve l’ambasciata di Ippolita regina delle Amazzoni, 1500-1505, Parigi, Musée Jacquemart André | Courtesy Arcanes e Institut de France–Musée Jacquemart-André
 

Samantha De Martin

22/04/2022

Napoli - Ci sono due tele trafugate nella chiesa di Tolve e recuperate in un bosco al termine di una vicenda rocambolesca, e c’è un Larario di legno arrivato da Ercolano completamente carbonizzato, o ancora il mosaico di Pompei danneggiato dall’incendio che nel 2018 ha devastato il Museu Nacional di Rio de Janeiro.
Sono solo alcune delle duecento storie di bellezza e di rinascita restituite alla collettività, pronte a raccontarsi nell’esposizione conclusiva della XIX edizione di Restituzioni, il programma biennale di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale che Intesa Sanpaolo porta avanti da oltre trent’anni in collaborazione con il Ministero della Cultura.

A partire dal 21 maggio e fino al 25 settembre un percorso, che inaugura anche, a Palazzo Piacentini, la nuova sede espositiva di Napoli delle Gallerie d’Italia, presenterà l’esito dei restauri di 87 nuclei di opere per un totale di oltre 200 manufatti, selezionati dall’Istituto bancario insieme a 54 enti di tutela (Soprintendenze, Direzioni Regionali Musei e Musei autonomi) e appartenenti a 80 enti tra musei pubblici e diocesani, siti archeologici e luoghi di culto.


Giovan Battista Cima detto Cima da Conegliano, Polittico di S. Anna di Capodistria, Mantova, Palazzo Ducale | Foto: © Vito Magnanini | Courtesy Ministero della Cultura - Palazzo Ducale di Mantova

Questa XIX edizione coinvolgerà per la prima volta tutte le regioni italiane disegnando, dai centri maggiori ai piccoli borghi, una panoramica fedele all’idea di museo diffuso che connota la penisola. Come è prassi da ormai quattro edizioni, Restituzioni allunga anche lo sguardo alla realtà europea ed extraeuropea. Ed ecco arrivare a Napoli dal Museo Jacquemart-André di Parigi Teseo riceve l’ambasciata di Ippolita regina delle Amazzoni di Vittore Carpaccio, mentre il Brasile darà un respiro mondiale al progetto nell’importante tentativo di salvare un affresco pompeiano gravemente danneggiato dalle fiamme che, nel 2018, hanno devastato il Museu Nacional di Rio de Janeiro.

Il viaggio del visitatore nella nuova sede delle Gallerie d’Italia di via Toledo coprirà un arco cronologico di 26 secoli, snodandosi tra capolavori oggetto di restauro che spaziano dall’antichità al contemporaneo. Così un gruppo di specchi bronzei di VI-V secolo dal Museo Archeologico Nazionale di Locri affiancherà l’affascinante Kouros di Rhegion, del 500-490 a.C., dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, i tre mosaici pavimentali paleocristiani dalle grandi terme di Aquileia, lo spettacolare Polittico di Giusto de’ Menabuoi dal Battistero di Padova. Anche il San Girolamo penitente e La visita dei tre angeli ad Abramo di Antonello da Messina della Pinacoteca Civica di Reggio Calabria si accingono a scambiarsi nuovi sguardi di luce con il Trittico di San Lorenzo di Giovanni Bellini e bottega, 1461-62 circa, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia.


Mosaici da Aquileia | Courtesy Direzione Regionale Musei del Friuli Venezia Giulia - Museo Archeologico Nazionale di Aquileia © Marco Santi - Gruppo Mosaicisti Ravenna

La bellezza ritrovata sarà anche quella della Pala detta di San Domenico di Romanino dalla Pinacoteca Tosio-Martinengo di Brescia o dei dipinti di Santa Cecilia e Santa Apollonia, letteralmente ritornati all’antico splendore dopo un’avventura rocambolesca, da Tolve, mentre Dinamismo di un corpo umano di Umberto Boccioni del 1913, in arrivo dal Museo del Novecento di Milano, ammiccherà alla maestosa Campana di Luigi Mainolfi dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

Tra le chicche presentate agli ospiti delle Gallerie d’Italia, i codici cartaceo-membranacei del XV secolo della Divina Commedia dalla Biblioteca dell’Università di Bologna o il mantello che Napoleone indossò in occasione dell’incoronazione a Re d’Italia, avvenuta nel Duomo di Milano nel 1805, insieme alla corona, al bastone del comando, allo scettro e alla mano di giustizia, in prestito dalla Pinacoteca di Brera.


Antonello da Messina, San Girolamo penitente, Reggio Calabria, Pinacoteca Civica | Foto: © Angelo Raffaele Rubino

Sarà invece un video a raccontare il monumentale dipinto su tela di Paolo Veronese, voluto per il Santuario di Monte Berico a Vicenza e inamovibile, per motivi conservativi, dalla sede per la quale fu realizzato.

Dal 1989 a oggi sono oltre 2000 le opere “restituite” alla collettività, protagoniste di una sorta di ideale museo, con testimonianze che spaziano dall’archeologia all’oreficeria, alle arti plastiche e pittoriche.
A beneficiare di questo programma centinaia di musei, siti archeologici, chiese, laboratori di restauro qualificati, distribuiti da Nord a Sud, incaricati dei restauri, ma anche gli studiosi coinvolti nella redazione delle schede storico-critiche per i cataloghi.


Il mantello di Napoleone dopo il restauro | Su concessione del Ministero della Cultura – Opificio delle Pietre Dure di Firenze

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