A Napoli, dal 5 dicembre al 19 aprile, in mostra due importanti copie
David e Caravaggio a confronto a Palazzo Zevallos
Atelier di Jacques-Louis David, La morte di Marat (replica da David), post 7 luglio 1793, olio su tela, 86,1 x 111,3 cm Reims, Musée des Beaux-Arts ©Foto: © C. Devleeschauwer
Samantha De Martin
05/12/2019
Napoli - Ancor prima che la critica e la storiografia artistica rendessero il loro tributo alla grandezza del Merisi, furono i pittori francesi che in età neoclassica soggiornavano a Roma per un periodo di formazione a riconoscere e apprezzare il genio di Caravaggio.
Tra questi, Jacques-Louis David, nelle cui opere si trovano diversi richiami a quelle del maestro milanese.
Dal 5 dicembre al 19 aprile la mostra dossier “David e Caravaggio. La crudeltà della natura, il profumo dell’ideale”, a cura di Fernando Mazzocca, grazie a materiali documentari e al suggestivo confronto tra la una copia della Deposizione nel sepolcro e una replica de La morte di Marat, rievoca questo momento affascinante e meno noto della fortuna caravaggesca.
In mostra alle Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli, i visitatori potranno apprezzare il confronto tra la copia napoletana della Deposizione - restaurata per l’occasione - e una delle quattro repliche - quella conservata a Reims - della Morte di Marat, eseguita dagli allievi del maestro francese nell’atelier e sotto la sua direzione.
A offrire lo spunto alla mostra, la presenza nella basilica reale pontificia di San Francesco di Paola a Napoli, di una copia molto fedele e delle stesse dimensioni dell’originale della Deposizione nel sepolcro, uno dei maggiori capolavori di Caravaggio, in origine nella chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma e oggi ai Musei Vaticani. La copia era stata eseguita nel 1824 dal pittore napoletano Tommaso De Vivo quando l’originale, requisito dopo il trattato di Tolentino per entrare a far parte delle prestigiose collezioni del Musée Napoléon, era rientrato a Roma e trasferito nelle raccolte vaticane.
L’appuntamento a Palazzo Zevallos offre quindi la possibilità di ripercorrere la fortuna di questo capolavoro in un momento in cui Merisi, pur non godendo di considerazione da parte della storiografia artistica, catturava l’attenzione dei pennelli d’Oltralpe.
In mostra saranno presenti alcuni capolavori originali di David, come l’Autoritratto, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi, La buona ventura, in arrivo dal Fine Arts Museums di San Francisco, la Morte di Seneca del Musée des Beaux- Arts de la Ville de Paris.
Alle opere si aggiungono i volumi dei primi decenni dell’Ottocento dedicati alle raccolte vaticane, in cui grande risalto è dato alla Deposizione di Caravaggio.
Il catalogo, edito da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira, contiene saggi di Pierre Rosenberg, Francesco Leone, Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca.
Leggi anche:
• A Palazzo Montanari un capolavoro di Gauguin dal Museo Puškin
• Botticelli "ospite illustre" a Palazzo Zevallos
Tra questi, Jacques-Louis David, nelle cui opere si trovano diversi richiami a quelle del maestro milanese.
Dal 5 dicembre al 19 aprile la mostra dossier “David e Caravaggio. La crudeltà della natura, il profumo dell’ideale”, a cura di Fernando Mazzocca, grazie a materiali documentari e al suggestivo confronto tra la una copia della Deposizione nel sepolcro e una replica de La morte di Marat, rievoca questo momento affascinante e meno noto della fortuna caravaggesca.
In mostra alle Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli, i visitatori potranno apprezzare il confronto tra la copia napoletana della Deposizione - restaurata per l’occasione - e una delle quattro repliche - quella conservata a Reims - della Morte di Marat, eseguita dagli allievi del maestro francese nell’atelier e sotto la sua direzione.
A offrire lo spunto alla mostra, la presenza nella basilica reale pontificia di San Francesco di Paola a Napoli, di una copia molto fedele e delle stesse dimensioni dell’originale della Deposizione nel sepolcro, uno dei maggiori capolavori di Caravaggio, in origine nella chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma e oggi ai Musei Vaticani. La copia era stata eseguita nel 1824 dal pittore napoletano Tommaso De Vivo quando l’originale, requisito dopo il trattato di Tolentino per entrare a far parte delle prestigiose collezioni del Musée Napoléon, era rientrato a Roma e trasferito nelle raccolte vaticane.
L’appuntamento a Palazzo Zevallos offre quindi la possibilità di ripercorrere la fortuna di questo capolavoro in un momento in cui Merisi, pur non godendo di considerazione da parte della storiografia artistica, catturava l’attenzione dei pennelli d’Oltralpe.
In mostra saranno presenti alcuni capolavori originali di David, come l’Autoritratto, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi, La buona ventura, in arrivo dal Fine Arts Museums di San Francisco, la Morte di Seneca del Musée des Beaux- Arts de la Ville de Paris.
Alle opere si aggiungono i volumi dei primi decenni dell’Ottocento dedicati alle raccolte vaticane, in cui grande risalto è dato alla Deposizione di Caravaggio.
Il catalogo, edito da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira, contiene saggi di Pierre Rosenberg, Francesco Leone, Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca.
Leggi anche:
• A Palazzo Montanari un capolavoro di Gauguin dal Museo Puškin
• Botticelli "ospite illustre" a Palazzo Zevallos
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Torino | A Torino fino al 12 gennaio 2025
Gentileschi e Van Dyck, alle Gallerie d’Italia un confronto tra capolavori
-
Roma | Dal 7 dicembre a Palazzo Chigi di Ariccia
Bernini e la pittura del Seicento, una storia da riscoprire
-
Milano | Dal 15 febbraio a Palazzo Reale
A Milano tutto Casorati in 100 opere
-
Roma | A Roma dal 6 dicembre al 16 febbraio
Un ritrattista alla corte romana. Carlo Maratti in mostra a Palazzo Barberini
-
I programmi da non perdere dal 2 all’8 dicembre
La settimana dell’arte in tv, dalla Roma di Raffaello ad Artissima 2024
-
Cuneo | Dal 30 novembre al 30 marzo presso il Complesso Monumentale di San Francesco
Da Roma a Cuneo con Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran teatro delle città va in scena in una mostra