Dal 14 novembre alla Certosa di San Martino
Nel segno della Sibilla. A Napoli William Kentridge dialoga con le sculture della Cona dei Lani
Still da William Kentridge, Sibyl, 2020. Single channel HD video Duration 10’ Edition of 9
Francesca Grego
09/11/2021
Napoli - Da Omero a Michelangelo, fino a William Kentridge: la figura della Sibilla attraversa il tempo degli uomini e dell’arte. Dopo l’anteprima mondiale di Waiting for the Sibyl al Teatro dell’Opera di Roma e la tappa a Milano per la mostra William Kentridge and other histories, l’artista sudafricano approda a Napoli per un nuovo evento nel segno dell’enigmatica veggente. A pochi chilometri dal leggendario antro della Sibilla cumana, dal 14 novembre al 13 febbraio Kentridge si confronterà con un’opera storica, recentemente riemersa da un lungo oblio. Si tratta della Cona dei Lani, uno dei più imponenti complessi di sculture fittili del Rinascimento, ritrovato negli anni Sessanta tra le macerie della chiesa bombardata di Sant’Eligio, ricomposto, restaurato ed esposto da giugno 2021 presso la Certosa e Museo di San Martino.
Still da William Kentridge, Sibyl, 2020. Single channel HD video Duration 10’ Edition of 9
In dialogo con quest’opera preziosa, Kentridge presenta la video installazione Sibyl, ispirata al moto delle sculture meccaniche di Alexander Calder. Al centro del lavoro c’è ancora lei, la profetessa del mito, incarnata nello “spirito del tempo presente” per districarsi in quel mare invisibile di algoritmi e dati digitali che sembra governare il destino degli uomini. Nel video - una sequenza di disegni a inchiostro e a carboncino che si animano tra le pagine di un flipbook - la Sibilla di Kentridge è una danzatrice africana e, diversamente dalle sue “progenitrici”, si agita incessantemente, accompagnata dalla voce ipnotica del musicista e coreografo Nhlanhla Mhalangu. Ma l’Africa non è il solo orizzonte di Kentridge, che come di consueto si muove tra film, disegno, musica, teatro e letteratura in una trama di riferimenti culturali incrociati. Nell’opera ritroviamo così la Sibilla di Dante che, interrogata, trascrive i responsi dell’oracolo su foglie di quercia: “Così la neve al sol si disigilla; così al vento ne le foglie levi, si perdea la sentenza di Sibilla”, recita il XXXIII canto del Paradiso.
Sulle pagine consumate di vecchi libri, tra cui antiche edizioni della Divina Commedia, l’inchiostro tratteggia alberi con rami e foglie nere che si rimescolano proprio come i vaticini, riportando profezie in cui un implacabile algoritmo indica l’esito del nostro destino. In contrasto con gli automatismi della tecnologia, le immagini disegnate mostrano alberi, foglie, oggetti animati, forme geometriche colorate e figure in trasformazione che restituiscono al futuro vita e umanità.
Cona dei Lani, Certosa e Museo di San Martino I Foto Archivio fotografico Direzione regionale Musei Campania
Che cosa c’entra la Cona dei Lani? Anche qui le Sibille recitano un ruolo cruciale: entrate nella tradizione cristiana come annunciatrici della venuta di Cristo, sono rappresentate con gli occhi sgranati, tra profeti barbuti, mistici, re musici e angeli svolazzanti in attesa della nascita del Salvatore. Le loro espressioni, le pieghe delle vesti, i movimenti delle membra sono impressi nella morbida terracotta, che reca ancora le tracce degli ori e dei pigmenti colorati che brillavano nella cappella della confraternita dei macellai (lani in latino) in Sant’Eligio al Mercato tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Dell’esistenza di queste sculture si perse memoria già nel XVIII secolo quando, in seguito a lavori di ristrutturazione, furono sepolte sotto il pavimento della chiesa.
Cona dei Lani, Certosa e Museo di San Martino I Foto Archivio fotografico Direzione regionale Musei Campania
I bombardamenti alleati del ’43 trasformarono Sant’Eligio in un cumulo di macerie. Fu tra questi detriti che vent’anni dopo il pittore e scenografo napoletano Gennaro Borrelli riconobbe i resti dell’opera. Come indicava un’iscrizione, la mano era quella di Domenico Napoletano, maestro di formazione lombarda che secondo le fonti cinquecentesche fu tra i protagonisti della reinterpretazione di Raffaello a Napoli. Frammento dopo frammento, pur mancando notizie certe sull’allestimento originale, gli esperti partenopei hanno restaurato e ricomposto le sculture della Cona dei Lani in un insieme coerente, che oggi ammiriamo nella Spezieria della Certosa di San Martino.
Waiting for the Sibyl. Sibyl di William Kentridge in dialogo con le Sibille della Cona dei Lani è una mostra realizzata dalla Direzione regionale dei Musei Campania e dalla Galleria Lia Rumma.
Still da William Kentridge, Sibyl, 2020. Single channel HD video Duration 10’ Edition of 9
Still da William Kentridge, Sibyl, 2020. Single channel HD video Duration 10’ Edition of 9
In dialogo con quest’opera preziosa, Kentridge presenta la video installazione Sibyl, ispirata al moto delle sculture meccaniche di Alexander Calder. Al centro del lavoro c’è ancora lei, la profetessa del mito, incarnata nello “spirito del tempo presente” per districarsi in quel mare invisibile di algoritmi e dati digitali che sembra governare il destino degli uomini. Nel video - una sequenza di disegni a inchiostro e a carboncino che si animano tra le pagine di un flipbook - la Sibilla di Kentridge è una danzatrice africana e, diversamente dalle sue “progenitrici”, si agita incessantemente, accompagnata dalla voce ipnotica del musicista e coreografo Nhlanhla Mhalangu. Ma l’Africa non è il solo orizzonte di Kentridge, che come di consueto si muove tra film, disegno, musica, teatro e letteratura in una trama di riferimenti culturali incrociati. Nell’opera ritroviamo così la Sibilla di Dante che, interrogata, trascrive i responsi dell’oracolo su foglie di quercia: “Così la neve al sol si disigilla; così al vento ne le foglie levi, si perdea la sentenza di Sibilla”, recita il XXXIII canto del Paradiso.
Sulle pagine consumate di vecchi libri, tra cui antiche edizioni della Divina Commedia, l’inchiostro tratteggia alberi con rami e foglie nere che si rimescolano proprio come i vaticini, riportando profezie in cui un implacabile algoritmo indica l’esito del nostro destino. In contrasto con gli automatismi della tecnologia, le immagini disegnate mostrano alberi, foglie, oggetti animati, forme geometriche colorate e figure in trasformazione che restituiscono al futuro vita e umanità.
Cona dei Lani, Certosa e Museo di San Martino I Foto Archivio fotografico Direzione regionale Musei Campania
Che cosa c’entra la Cona dei Lani? Anche qui le Sibille recitano un ruolo cruciale: entrate nella tradizione cristiana come annunciatrici della venuta di Cristo, sono rappresentate con gli occhi sgranati, tra profeti barbuti, mistici, re musici e angeli svolazzanti in attesa della nascita del Salvatore. Le loro espressioni, le pieghe delle vesti, i movimenti delle membra sono impressi nella morbida terracotta, che reca ancora le tracce degli ori e dei pigmenti colorati che brillavano nella cappella della confraternita dei macellai (lani in latino) in Sant’Eligio al Mercato tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Dell’esistenza di queste sculture si perse memoria già nel XVIII secolo quando, in seguito a lavori di ristrutturazione, furono sepolte sotto il pavimento della chiesa.
Cona dei Lani, Certosa e Museo di San Martino I Foto Archivio fotografico Direzione regionale Musei Campania
I bombardamenti alleati del ’43 trasformarono Sant’Eligio in un cumulo di macerie. Fu tra questi detriti che vent’anni dopo il pittore e scenografo napoletano Gennaro Borrelli riconobbe i resti dell’opera. Come indicava un’iscrizione, la mano era quella di Domenico Napoletano, maestro di formazione lombarda che secondo le fonti cinquecentesche fu tra i protagonisti della reinterpretazione di Raffaello a Napoli. Frammento dopo frammento, pur mancando notizie certe sull’allestimento originale, gli esperti partenopei hanno restaurato e ricomposto le sculture della Cona dei Lani in un insieme coerente, che oggi ammiriamo nella Spezieria della Certosa di San Martino.
Waiting for the Sibyl. Sibyl di William Kentridge in dialogo con le Sibille della Cona dei Lani è una mostra realizzata dalla Direzione regionale dei Musei Campania e dalla Galleria Lia Rumma.
Still da William Kentridge, Sibyl, 2020. Single channel HD video Duration 10’ Edition of 9
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