Bruno Munari a Palazzo Pretorio dal 9 aprile al 5 novembre

Bruno Munari “tra aria e terra”

Bruno Munari, Curva di Peano, 1975 | © Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
 

Samantha De Martin

05/04/2017

Padova - Piume, foglie, la leggerezza dell'aria, ma anche fili di lana, tracce lasciate dai visitatori in una stanza nella quale il carattere aereo delle opere si perde per tradursi in “fare”, in quel fine divulgativo che incita il pubblico a un'esperienza interattiva, attraverso la sorpresa e la gioia della scoperta.
È un percorso originale quello che Palazzo Pretorio di Cittadella (Padova) dedica dal 9 aprile al 5 novembre all'artista Bruno Munari.

Bruno Munari: aria | terra è il titolo della mostra promossa dalla Fondazione Palazzo Pretorio Onlus, a cura di Guido Bartorelli, un'esperienza durante la quale il pubblico potrà “apprendere attraverso il fare” oltre ad apprezzare i caratteri peculiari del lavoro dell'artista.
L'inventore della macchina aerea e delle macchine inutili, fondatore del Movimento per l'Arte Concreta, infatti, si è sempre preoccupato che il suo lavoro fosse di stimolo al fare, in modo che il fruitore, opportunamente guidato, potesse penetrare le regole tecniche e creative, acquistando nuove competenze.
Ed è per questo motivo che oltre alle “stanze contemplative”, i visitatori saranno invitati a penetrare anche le “stanze del fare” - concepite non come appendice didattica ma come parte integrante dell'opera – nelle quali sperimentare diverse attività.
Processo, fluidità, relazione, interattività, sinergia con il fruitore sono concetti chiave nell'arte di Munari.

Il visitatore è chiamato a muoversi sperimentando la compenetrazione tra due mondi, quello dell'aria e quello della terra. Il primo polo è caratterizzato dalla leggerezza leggerezza. Qui alcune tra le più significative opere del designer milanese, accompagnate da disegni progettuali, sono raggruppate in cinque “ariosi” nuclei tecnici e tematici che corrispondono a cinque stanze espositive. Immagini di luce proiettate sulle pareti lasciano spazio a opere sospese pronte a vibrare al minimo spostamento d'aria.

Il secondo polo è dedicato alla terra. Qui la leggerezza delle opere si trasforma in “fare”, nel tentativo di divulgare i risultati ben oltre l'ambito ristretto dell'arte, per rivesarli nelle pratiche concrete della quotidianità. Le “stanze del fare”, destinate ad attività che coinvolgono adulti e bambini, curate dall'Associazione Bruno Munari, invitano i visitatori a “sporcarsi le mani”, a mettersi in gioco, a “fare per imparare”. Un materiale plasmabile suggerisce al pubblico di lasciare una traccia di sé utilizzando oggetti che ha in tasca. Il “gioco del filo di lana blu” invita i bambini a lasciar cadere casulamente un filo sul piatto della fotocopiatrice producendo “fotocopie originali” con le quali magari creare una storia.

L’arte di Munari si presenta ancora una volta come un eccezionale scrigno di pittura, scultura, sperimentazioni, grafica, design, editoria, fino a giungere a quella dedizione verso i laboratori per bambini che alludono al superamento dell’opera d’arte chiusa, a vantaggio della fluente processualità del fare.

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