Un prestito quadriennale dopo l'accordo tra il Museo dell'Acropoli e l’istituzione palermitana
La statua della dea Atena dalla Grecia al museo Salinas di Palermo
La dea Atena, marmo pentelico, V secolo a.C., Atene, Museo dell'Acropoli
Samantha De Martin
09/02/2022
Palermo - La posa sinuosa, la resa morbida del peplo segnato da una cintura stretta in vita, l’egida sul petto, originariamente decorata con una gòrgone al centro, andata perduta.
Flessuosa, con il peso del corpo in marmo pentelico sulla gamba destra, il braccio sinistro sospeso probabilmente ad una lancia, la statua acefala della dea Atena fa il suo ingresso nel Museo archeologico regionale Antonino Salinas di Palermo dove soggiornerà per quattro anni, prima di fare ritorno a casa, al Museo dell’Acropoli di Atene.
L’arrivo sull’isola della scultura della seconda metà del V secolo a.C., nella giornata mondiale della lingua e della cultura greca, che si celebra oggi, 9 febbraio, si carica di un significato ancora più intenso.
Il temporaneo trasferimento nel capoluogo siciliano è frutto di un accordo siglato fra i due musei. La Sicilia ha concesso, in cambio, al Museo dell'Acropoli (per quattro anni, rinnovabili per un uguale periodo) il frammento del fregio del Partenone appartenuto al console inglese Robert Fagan e che, dopo essere stato venduto nel 1820, era custodito al museo Salinas.
Per la prima volta il museo ateniese sbarca sull’isola per un'esposizione di lungo periodo che racconta un tassello di storia ateniese.
Il cosiddetto “Reperto Fagan”, il frammento in marmo pentelico parte del fregio orientale del Partenone
Grazie all'accordo, i due musei, e con loro la Sicilia e la Grecia, avviano un percorso di collaborazione nel nome della cultura, grazie al quale prenderanno il via, in partnership, iniziative culturali, mostre e attività di ricerca.
Alla scadere dei quattro quattro anni, sempre dal Museo dell’Acropoli arriverà a Palermo un’anfora geometrica degli inizi dell’VIII secolo a.C.
Anfora geometrica, circa 800-760 a.C., Atene, Museo dell'Acropoli
“In questo grande salone dove sono esposte le metope dei templi di Selinunte e che è il cuore pulsante del museo - ha spiegato Caterina Greco, direttrice del Museo archeologico regionale Antonio Salinas - tutto parla greco. Greche sono le divinità che appaiono davanti ai nostri occhi e i miti che da ogni parte ci circondano, disegnando una geografia del Mediterraneo antico che da secoli è la nostra casa comune. È dunque in buona compagnia la bella statua di Atena che viene dal santuario dell'Acropoli di Atene, prezioso àgalma che custodiremo con cura, e che particolarmente ci commuove perché è la testimonianza della lontana ma umanissima dedica di un devoto, oggi per noi senza volto né nome”.
Il Museo dell'Acropoli di Atene
Leggi anche:
• Palermo-Grecia A/R: il fregio del Partenone vola ad Atene
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L’arrivo sull’isola della scultura della seconda metà del V secolo a.C., nella giornata mondiale della lingua e della cultura greca, che si celebra oggi, 9 febbraio, si carica di un significato ancora più intenso.
Il temporaneo trasferimento nel capoluogo siciliano è frutto di un accordo siglato fra i due musei. La Sicilia ha concesso, in cambio, al Museo dell'Acropoli (per quattro anni, rinnovabili per un uguale periodo) il frammento del fregio del Partenone appartenuto al console inglese Robert Fagan e che, dopo essere stato venduto nel 1820, era custodito al museo Salinas.
Per la prima volta il museo ateniese sbarca sull’isola per un'esposizione di lungo periodo che racconta un tassello di storia ateniese.
Il cosiddetto “Reperto Fagan”, il frammento in marmo pentelico parte del fregio orientale del Partenone
Grazie all'accordo, i due musei, e con loro la Sicilia e la Grecia, avviano un percorso di collaborazione nel nome della cultura, grazie al quale prenderanno il via, in partnership, iniziative culturali, mostre e attività di ricerca.
Alla scadere dei quattro quattro anni, sempre dal Museo dell’Acropoli arriverà a Palermo un’anfora geometrica degli inizi dell’VIII secolo a.C.
Anfora geometrica, circa 800-760 a.C., Atene, Museo dell'Acropoli
“In questo grande salone dove sono esposte le metope dei templi di Selinunte e che è il cuore pulsante del museo - ha spiegato Caterina Greco, direttrice del Museo archeologico regionale Antonio Salinas - tutto parla greco. Greche sono le divinità che appaiono davanti ai nostri occhi e i miti che da ogni parte ci circondano, disegnando una geografia del Mediterraneo antico che da secoli è la nostra casa comune. È dunque in buona compagnia la bella statua di Atena che viene dal santuario dell'Acropoli di Atene, prezioso àgalma che custodiremo con cura, e che particolarmente ci commuove perché è la testimonianza della lontana ma umanissima dedica di un devoto, oggi per noi senza volto né nome”.
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