Dal 10 settembre al 12 dicembre a Mamiano di Traversetolo - Parma
Alla Magnani Rocca un viaggio tra i sogni a colori di Miró
Joan Miró, Le Chant de l'oiseau à la rosée de la lune, 1955, Olio su cartone | Foto: © Joan Ramon Bonet, Archivo Successió Miró | Courtesy Successió Miró, by SIAE 2021
Samantha De Martin
07/07/2021
Parma - “Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni”. Con questa immagine il poeta Jacques Prévert descriveva Joan Miró, il pennello visionario che intinse la sua arte nella tavolozza di sensazioni e suggestioni alimentate da colori brillanti, linee sottili, soggetti allucinati e onirici.
Al pittore catalano, poetico sperimentatore di tecniche e materiali attraverso un’arte sospesa tra innocenza e mistero, la Fondazione Magnani Rocca dedica un’originale mostra a cura di Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione, con il contributo di studiosi spagnoli e italiani.
Dall’11 settembre al 12 dicembre Miró. Il colore dei sogni colorerà la sontuosa Villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo con le variopinte radici del pittore fatte di stelle, uccelli, donne e paesaggi, accese da un linguaggio personalissimo, ricco di simboli e forme.
Joan Miró, Peinture, 1973, Olio su tela forata | Foto: © Joan Ramon Bonet, Archivo Successió Miró | Courtesy Successió Miró, by SIAE 2021
L’universo emozionale di Mirò si appresta a farsi spazio attraverso un percorso - realizzato in collaborazione con Fundación MAPFRE di Madrid - orchestrato come una partitura musicale che, attraverso una cinquantina di opere, realizzate tra gli anni Trenta e gli anni Settanta, insiste sulla continua sfida operata dall’artista nei confronti della pittura tradizionale.
In lavori come Cheveaux mis en fuite par un oiseau, Miró letteralmente “massacra” - come fa notare il curatore Stefano Roffi - “la pittura comunemente intesa, con un certo parallelismo con l'Espressionismo americano nell’idea che la pittura dovesse essere un getto continuo scaturito da una profonda esplosione creativa, pur garantendo alle proprie forme una dirompente integrità individuale”.
All’interno della residenza che reca ancora la sensibile impronta del suo raffinato proprietario, Luigi Magnani, rivivranno, grazie a tele di grande formato, gli ultimi decenni di attività di Miró. Opere come Personnage et oiseaux devant le soleil e Personnage devant la lune rinnovano l'uso costante di simboli, tra stelle, donne, uccelli che, uniti alle fantasiose rappresentazioni di teste, tracciano le variegate influenze nell’opera del pittore, dalla tradizione popolare alla calligrafia asiatica, ai graffiti urbani.
Joan Miró, Personnage et oiseaux devant le soleil, 1976, Olio su tela | Foto: © Gabriel Ramon, Archivo Successió Miró | Courtesy Successió Miró, by SIAE 2021
Un occhio, una mano, la luna. Pur tendendo all’astrazione, la pittura di Miró, nelle variopinte forme fantastiche tra loro accostate, conserva quasi sempre traccia del reale.
Grazie ad alcuni quadri presenti in mostra - da Personnage, oiseau, ètoiles del 1944 a Après les constellations del 1976 - il pubblico volerà tra cieli stellati, ma avrà anche modo di apprezzare l’attività di illustratore, sfogliando il libro d’artista con testi poetici di Tristan Tzara, Parler seul, con settantadue tavole a colori dell’artista catalano, esposte in grandi teche.
“Visitare la mostra - spiega Roffi - significa viaggiare dentro i sogni di Miró perché questa è la trama della sua arte. Dipinge ispirandosi alle forme della natura, ma anche alla musica. Per un periodo compone inoltre poesie di stile surrealista, seguendo meccanismi psicologici simili a quelli adottati in pittura. Talvolta le parole compaiono anche nei quadri, costituendo la loro chiave di lettura”.
Joan Miró, Tête, 1976, Olio su tela | Foto: © Joan Ramon Bonet, Archivo Successió Miró | Courtesy Successió Miró, by SIAE 2021
“Una semplice pennellata può dare libertà e felicità”. Ne era sicuro l’artista di Barcellona, trasgressivo e anticonformista. Un'anima contemplativa mossa da una poetica sospesa tra sogno e colore.
Leggi anche:
• In arrivo a parma Modigliani e il ritratto
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Dall’11 settembre al 12 dicembre Miró. Il colore dei sogni colorerà la sontuosa Villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo con le variopinte radici del pittore fatte di stelle, uccelli, donne e paesaggi, accese da un linguaggio personalissimo, ricco di simboli e forme.
Joan Miró, Peinture, 1973, Olio su tela forata | Foto: © Joan Ramon Bonet, Archivo Successió Miró | Courtesy Successió Miró, by SIAE 2021
L’universo emozionale di Mirò si appresta a farsi spazio attraverso un percorso - realizzato in collaborazione con Fundación MAPFRE di Madrid - orchestrato come una partitura musicale che, attraverso una cinquantina di opere, realizzate tra gli anni Trenta e gli anni Settanta, insiste sulla continua sfida operata dall’artista nei confronti della pittura tradizionale.
In lavori come Cheveaux mis en fuite par un oiseau, Miró letteralmente “massacra” - come fa notare il curatore Stefano Roffi - “la pittura comunemente intesa, con un certo parallelismo con l'Espressionismo americano nell’idea che la pittura dovesse essere un getto continuo scaturito da una profonda esplosione creativa, pur garantendo alle proprie forme una dirompente integrità individuale”.
All’interno della residenza che reca ancora la sensibile impronta del suo raffinato proprietario, Luigi Magnani, rivivranno, grazie a tele di grande formato, gli ultimi decenni di attività di Miró. Opere come Personnage et oiseaux devant le soleil e Personnage devant la lune rinnovano l'uso costante di simboli, tra stelle, donne, uccelli che, uniti alle fantasiose rappresentazioni di teste, tracciano le variegate influenze nell’opera del pittore, dalla tradizione popolare alla calligrafia asiatica, ai graffiti urbani.
Joan Miró, Personnage et oiseaux devant le soleil, 1976, Olio su tela | Foto: © Gabriel Ramon, Archivo Successió Miró | Courtesy Successió Miró, by SIAE 2021
Un occhio, una mano, la luna. Pur tendendo all’astrazione, la pittura di Miró, nelle variopinte forme fantastiche tra loro accostate, conserva quasi sempre traccia del reale.
Grazie ad alcuni quadri presenti in mostra - da Personnage, oiseau, ètoiles del 1944 a Après les constellations del 1976 - il pubblico volerà tra cieli stellati, ma avrà anche modo di apprezzare l’attività di illustratore, sfogliando il libro d’artista con testi poetici di Tristan Tzara, Parler seul, con settantadue tavole a colori dell’artista catalano, esposte in grandi teche.
“Visitare la mostra - spiega Roffi - significa viaggiare dentro i sogni di Miró perché questa è la trama della sua arte. Dipinge ispirandosi alle forme della natura, ma anche alla musica. Per un periodo compone inoltre poesie di stile surrealista, seguendo meccanismi psicologici simili a quelli adottati in pittura. Talvolta le parole compaiono anche nei quadri, costituendo la loro chiave di lettura”.
Joan Miró, Tête, 1976, Olio su tela | Foto: © Joan Ramon Bonet, Archivo Successió Miró | Courtesy Successió Miró, by SIAE 2021
“Una semplice pennellata può dare libertà e felicità”. Ne era sicuro l’artista di Barcellona, trasgressivo e anticonformista. Un'anima contemplativa mossa da una poetica sospesa tra sogno e colore.
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