Dal 12 settembre alla Fondazione Magnani Rocca
Giacomo Balla Astrattista Futurista
Giacomo Balla, Forze di paesaggio + cocomero, 1917-1918. Tempera su carta intelata © Giacomo Balla, by SIAE 2015
L.S.
19/08/2015
Parma - Un’estesa ricognizione nella produzione artistica di Giacomo Balla è quanto propone dal 12 settembre all’8 dicembre la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma).
Con l’ausilio di opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, alcune delle quali mai esibite, l’esposizione allestisce una rilettura dell’arte del maestro torinese alla luce dell’analisi del manifesto “Ricostruzione Futurista dell'Universo”, sottoscritto dallo stesso Balla e da Fortunato Depero, di cui si celebra il centenario della pubblicazione.
Il titolo “Giacomo Balla Astrattista Futurista”, la mostra lo deve appunto all’appellativo scelto dai due artisti per siglare il testo teorico del movimento d’avanguardia. Con questo preciso indirizzo il percorso curato da Elena Gigli e Stefano Roffi presenta sculture, disegni, dipinti e pastelli utili a focalizzare i capisaldi del Manifesto del 1915, articolandosi intorno ai temi più cari al Futurismo e al maestro.
Tra le opere mai esposte in precedenza figurano “Fontana (che piange)”, prestito della Banca d'Italia, e il paesaggio artificiale di “Linee forze di paesaggio + sera” del 1917-18. In mostra anche “Fimostrazione interventista”, opera del 1915 recentemente riscoperta sul retro del dipinto “Verginità”, realizzato nel 1926.
Con l’ausilio di opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, alcune delle quali mai esibite, l’esposizione allestisce una rilettura dell’arte del maestro torinese alla luce dell’analisi del manifesto “Ricostruzione Futurista dell'Universo”, sottoscritto dallo stesso Balla e da Fortunato Depero, di cui si celebra il centenario della pubblicazione.
Il titolo “Giacomo Balla Astrattista Futurista”, la mostra lo deve appunto all’appellativo scelto dai due artisti per siglare il testo teorico del movimento d’avanguardia. Con questo preciso indirizzo il percorso curato da Elena Gigli e Stefano Roffi presenta sculture, disegni, dipinti e pastelli utili a focalizzare i capisaldi del Manifesto del 1915, articolandosi intorno ai temi più cari al Futurismo e al maestro.
Tra le opere mai esposte in precedenza figurano “Fontana (che piange)”, prestito della Banca d'Italia, e il paesaggio artificiale di “Linee forze di paesaggio + sera” del 1917-18. In mostra anche “Fimostrazione interventista”, opera del 1915 recentemente riscoperta sul retro del dipinto “Verginità”, realizzato nel 1926.
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