I tesori dei Longobardi in mostra da settembre a giugno 2018
L'arte inedita dei Longobardi. Una grande mostra sul popolo che cambiò la storia
Corredo con guarnizioni di cintura in ferro ageminato con decoro a stuoia di tipo merovingio, Aosta, Soprintendente per i beni e le attività culturali Regione autonoma Valle d’Aosta | Courtesy of Villaggio Globale International
Samantha De Martin
25/05/2017
Pavia - Una mostra straordinaria, epocale, destinata a lasciare traccia, unirà Pavia, Napoli e San Pietroburgo nel segno dei Longobardi.
Quando Autari, giunto presso lo Stretto di Messina, toccando una colonna aveva giurato - stando a una leggenda - che fin lì si sarebbero estesi i confini del suo popolo, non avrebbe mai immaginato che la stirpe germanica dalla lunga barba avrebbe travalicato l'Italia per approdare, a distanza di secoli, tra le sale dell'Ermitage di San Pietroburgo, e in ben tre sedi museali, con tanto di videomapping, ricostruzioni olografiche e postazioni multimediali interattive.
I Longobardi, un popolo che cambia la storia è titolo della mostra, che da settembre 2017 a giugno 2018 racconterà, da nord a sud, l'epopea, ma anche le tradizioni, i riti, i monumenti di un popolo che, a partire da quel lontano 568, ha determinato un cambiamento geopolitico epocale in un'Italia divisa territorialmente, ma altamente pervasa da intense relazioni culturali e politiche. Una stirpe che ha rivoluzionato il tessuto storico, culturale, linguistico di un Paese travolto da irreversibili sconvolgimenti.
Eppure il “dente” di quel popolo, ricordato da Dante in un famoso verso, oltre a sgretolare l'intero sistema economico-sociale di impronta romana, aveva anche saputo ricucire una nuova realtà politica, fondendosi e integrandosi con il sostrato romano.
Il Castello di Pavia, capitale del Regno longobardo, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli - città che non fu mai longobarda ma che è la sede perfetta per riflettere sulle intense relazioni che i Longobardi del sud intrattennero nella Longobardia Minor, con Capua e Benevento - e l'Ermitage di San Pietroburgo - che per la prima volta accenderà i riflettori sul popolo di Alboino - saranno le tre grandi sedi espositive dell'evento.
La mostra partirà da Pavia il 1° settembre per proseguire, il 15 dicembre, a Napoli e raggiungere la Russia a partire da aprile 2018.
Sarà un viaggio alla scoperta di una civiltà misteriosa, raccontata attraverso 300 opere, molte delle quali inedite e provenienti da 80 enti diversi, 32 siti e centri longobardi rappresentati in mostra, 58 corredi funerari esposti integralmente, e ancora, video originali, installazioni multimediali - tra touchscreen, oleogrammi, ricostruzioni 3D - e tre cripte longobarde pavesi aperte per la prima volta al pubblico e inserite in un apposito itinerario.
Un luminoso scrigno che è il risultato di oltre quindici anni di nuove indagini archeologiche, condotte con il supporto di innovative analisi diagnostiche e con il coinvolgimento di decine di studiosi.
La mostra - organizzata da Villaggio Globale International - consentirà di dare una visione complessiva e di ampio respiro - dalla metà del VI secolo alla fine del I millennio - della spiccata identità e dell’eredità di un popolo.
«Il dominio dei Longobardi fu un tornante che cambiò la storia d'Italia» ha ricordato durante la presentazione milanese della mostra tenutasi oggi a Palazzo Litta, il curatore Federico Marazzi che, all'unisono con Maurizio Cecconi e Rossella Leidi di UBI Banca, sponsor della mostra, ha sottolineato l'importanza di questo popolo che, dal momento in cui ha varcato le Alpi Giulie, guadagnando il suolo italiano, ha trasformato il Paese in un autentico crocevia tra popoli e culture.
Sorprendente è la testimonianza in mostra di necropoli inedite, recentemente indagate con metodi multidisciplinari, che consentono di risalire ai riti, ai sistemi sociali, alle migrazioni delle genti longobarde. A impreziosire e rendere esclusivi i percorsi espositivi, raffinate e inedite manifatture, i corni potori in vetro, le anfore, le lucerne, il pluteo con croci da Castelseprio, e ancora iscrizioni funebri e arredi liturgici che testimoniano il lento incedere del cattolicesimo in continua alternanza alla fede ariana.
Ma la suggestione della grande epopea longobarda scaturisce anche dall'originalissimo allestimento dell'artista Angelo Figus, incentrato su evocazioni cromatiche e materiche, capace di coniugare le istanze del design e della moda con quelle della cultura, grazie a sorprendenti supporti multimediali, virtuali e immersivi.
In questo straordinario percorso in cui reperti archeologici, elementi di design, colori e installazioni dialogano seguendo la suggestione dei temi, i visitatori avranno la possibilità di compiere un incredibile viaggio nell'arte e nella storia, senza precedenti.
Vedi anche:
• I Longobardi, un popolo che cambiò la storia
• L'Italia dei Longobardi
Quando Autari, giunto presso lo Stretto di Messina, toccando una colonna aveva giurato - stando a una leggenda - che fin lì si sarebbero estesi i confini del suo popolo, non avrebbe mai immaginato che la stirpe germanica dalla lunga barba avrebbe travalicato l'Italia per approdare, a distanza di secoli, tra le sale dell'Ermitage di San Pietroburgo, e in ben tre sedi museali, con tanto di videomapping, ricostruzioni olografiche e postazioni multimediali interattive.
I Longobardi, un popolo che cambia la storia è titolo della mostra, che da settembre 2017 a giugno 2018 racconterà, da nord a sud, l'epopea, ma anche le tradizioni, i riti, i monumenti di un popolo che, a partire da quel lontano 568, ha determinato un cambiamento geopolitico epocale in un'Italia divisa territorialmente, ma altamente pervasa da intense relazioni culturali e politiche. Una stirpe che ha rivoluzionato il tessuto storico, culturale, linguistico di un Paese travolto da irreversibili sconvolgimenti.
Eppure il “dente” di quel popolo, ricordato da Dante in un famoso verso, oltre a sgretolare l'intero sistema economico-sociale di impronta romana, aveva anche saputo ricucire una nuova realtà politica, fondendosi e integrandosi con il sostrato romano.
Il Castello di Pavia, capitale del Regno longobardo, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli - città che non fu mai longobarda ma che è la sede perfetta per riflettere sulle intense relazioni che i Longobardi del sud intrattennero nella Longobardia Minor, con Capua e Benevento - e l'Ermitage di San Pietroburgo - che per la prima volta accenderà i riflettori sul popolo di Alboino - saranno le tre grandi sedi espositive dell'evento.
La mostra partirà da Pavia il 1° settembre per proseguire, il 15 dicembre, a Napoli e raggiungere la Russia a partire da aprile 2018.
Sarà un viaggio alla scoperta di una civiltà misteriosa, raccontata attraverso 300 opere, molte delle quali inedite e provenienti da 80 enti diversi, 32 siti e centri longobardi rappresentati in mostra, 58 corredi funerari esposti integralmente, e ancora, video originali, installazioni multimediali - tra touchscreen, oleogrammi, ricostruzioni 3D - e tre cripte longobarde pavesi aperte per la prima volta al pubblico e inserite in un apposito itinerario.
Un luminoso scrigno che è il risultato di oltre quindici anni di nuove indagini archeologiche, condotte con il supporto di innovative analisi diagnostiche e con il coinvolgimento di decine di studiosi.
La mostra - organizzata da Villaggio Globale International - consentirà di dare una visione complessiva e di ampio respiro - dalla metà del VI secolo alla fine del I millennio - della spiccata identità e dell’eredità di un popolo.
«Il dominio dei Longobardi fu un tornante che cambiò la storia d'Italia» ha ricordato durante la presentazione milanese della mostra tenutasi oggi a Palazzo Litta, il curatore Federico Marazzi che, all'unisono con Maurizio Cecconi e Rossella Leidi di UBI Banca, sponsor della mostra, ha sottolineato l'importanza di questo popolo che, dal momento in cui ha varcato le Alpi Giulie, guadagnando il suolo italiano, ha trasformato il Paese in un autentico crocevia tra popoli e culture.
Sorprendente è la testimonianza in mostra di necropoli inedite, recentemente indagate con metodi multidisciplinari, che consentono di risalire ai riti, ai sistemi sociali, alle migrazioni delle genti longobarde. A impreziosire e rendere esclusivi i percorsi espositivi, raffinate e inedite manifatture, i corni potori in vetro, le anfore, le lucerne, il pluteo con croci da Castelseprio, e ancora iscrizioni funebri e arredi liturgici che testimoniano il lento incedere del cattolicesimo in continua alternanza alla fede ariana.
Ma la suggestione della grande epopea longobarda scaturisce anche dall'originalissimo allestimento dell'artista Angelo Figus, incentrato su evocazioni cromatiche e materiche, capace di coniugare le istanze del design e della moda con quelle della cultura, grazie a sorprendenti supporti multimediali, virtuali e immersivi.
In questo straordinario percorso in cui reperti archeologici, elementi di design, colori e installazioni dialogano seguendo la suggestione dei temi, i visitatori avranno la possibilità di compiere un incredibile viaggio nell'arte e nella storia, senza precedenti.
Vedi anche:
• I Longobardi, un popolo che cambiò la storia
• L'Italia dei Longobardi
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