L'impressionismo alle Scuderie del Castello Visconteo
Monet, au coeur de la vie
Waterloo Bridge, Claude Monet
L.S.
02/09/2013
Pavia - Le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia portano avanti il discorso sul movimento impressionista avviato da una mostra su Renoir, con una nuova esposizione dedicata a Claude Monet che inaugurerà il 14 settembre e rimarrà in programma fino al 15 dicembre.
La selezione, curata da Philippe Cros, presenta al pubblico opere provenienti da musei di tutto il mondo che consentono di ricostruire la carriera dell’artista dalla formazione alla maturità. La mostra, intitolata “Monet, au coeur de la vie”, ha però l’obiettivo di cercare una relazione più emotiva con il lavoro del maestro, indagando nella sfera personale.
Attraverso una serie di lettere provenienti dal Musée des Lettres e de Manuscrits di Parigi ed esposte nelle Scuderie, è il pittore stesso a raccontare episodi della propria vita.
La mostra fa inoltre appello alla voce di sei persone che ebbero un ruolo fondamentale nella vita e nella carriera del pittore. A partire dal padre Adolphe che contrastò le scelte professionali dell’artista e da Eugène Boudin che sollecitò i primi esperimenti en plein air e segnò per sempre la sua idea di pittura. Fino a Camille Doncieux prima moglie e musa presente nella maggior parte della produzione che va dal 1860 al 1879, e a George Clemenceau, il politico francese, amico di Monet che commissionò le Ninfee destinate all’Orangerie. Il filo del racconto si annoderà poi alla figura di Alice Hoschedé, la seconda moglie del pittore che descrive l’inquietudine dell’artista sempre in cerca di nuovi stimoli negli anni in cui abbandonò le figure umane per concentrarsi sul tema del paesaggio, e concluderà il suo percorso narrativo con Blanche Hoschedé, figlia di Alice e unica allieva di Monet nel periodo trascorso a Giverny in cui il pittore manifestò grande interesse per l’arte nipponica.
Alle parole dell'artista e dei suoi interlocutori prediletti, il percorso espositivo associa una serie di videoinstallazioni volte a sollecitare le emozioni dei visitatori creando una sintonia con le corde più profonde dell’arte di Monet.
La selezione, curata da Philippe Cros, presenta al pubblico opere provenienti da musei di tutto il mondo che consentono di ricostruire la carriera dell’artista dalla formazione alla maturità. La mostra, intitolata “Monet, au coeur de la vie”, ha però l’obiettivo di cercare una relazione più emotiva con il lavoro del maestro, indagando nella sfera personale.
Attraverso una serie di lettere provenienti dal Musée des Lettres e de Manuscrits di Parigi ed esposte nelle Scuderie, è il pittore stesso a raccontare episodi della propria vita.
La mostra fa inoltre appello alla voce di sei persone che ebbero un ruolo fondamentale nella vita e nella carriera del pittore. A partire dal padre Adolphe che contrastò le scelte professionali dell’artista e da Eugène Boudin che sollecitò i primi esperimenti en plein air e segnò per sempre la sua idea di pittura. Fino a Camille Doncieux prima moglie e musa presente nella maggior parte della produzione che va dal 1860 al 1879, e a George Clemenceau, il politico francese, amico di Monet che commissionò le Ninfee destinate all’Orangerie. Il filo del racconto si annoderà poi alla figura di Alice Hoschedé, la seconda moglie del pittore che descrive l’inquietudine dell’artista sempre in cerca di nuovi stimoli negli anni in cui abbandonò le figure umane per concentrarsi sul tema del paesaggio, e concluderà il suo percorso narrativo con Blanche Hoschedé, figlia di Alice e unica allieva di Monet nel periodo trascorso a Giverny in cui il pittore manifestò grande interesse per l’arte nipponica.
Alle parole dell'artista e dei suoi interlocutori prediletti, il percorso espositivo associa una serie di videoinstallazioni volte a sollecitare le emozioni dei visitatori creando una sintonia con le corde più profonde dell’arte di Monet.
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