Dall'11 marzo al 10 giugno a Perugia
Da Pinturicchio al Perugino, tutta l'Umbria in una mostra
Scuola peruginesco-pintoricchiesca, Madonna con il Bambino e San Giovanni Battista, prima metà del sec. XVI, tempera su tavola, Diocesi di Gubbio
Samantha De Martin
09/03/2018
Perugia - Cento anni e non sentirli, anzi, ripercorrerli e apparecchiarli in un percorso espositivo per scandagliare e riscoprire la sorprendente ricchezza di forme d’arte fiorite in Umbria tra Medioevo e Rinascimento, attraverso 130 opere di nomi importanti, da Arnolfo di Cambio al Perugino.
Nel celebrare il centenario della fondazione - il 17 gennaio del 1918 - la Galleria Nazionale dell’Umbria sfodera alcune iniziative pensate per promuovere e valorizzare l’arte della regione, con una particolare attenzione rivolta alla raccolta del suo storico museo, con la preziosa rosa di maestri della scuola umbra.
Il primo appuntamento, in ordine di tempo, è l’esposizione dal titolo Tutta l’Umbria una mostra. La mostra del 1907 e l’arte umbra tra Medioevo e Rinascimento, attesa a Perugia dall’11 marzo al 10 giugno.
La sorprendente ricchezza di capolavori fioriti negli anni passa attraverso opere di Niccolò di Liberatore, Arnolfo di Cambio, Benozzo Gozzoli, Matteo da Gualdo, Pinturicchio, Perugino, Gentile da Fabriano - solo per citarne alcuni - strizzando l’occhio alla storica Mostra d’antica arte umbra del 1907, la più imponente esposizione mai organizzata nella regione.
Attraverso poco meno di mille pezzi, infatti - tra dipinti, arredi lignei, sculture, paramenti sacri, ceramiche e codici miniati - quella kermesse aveva contribuito a marcare, per la prima volta, i tratti originali della scuola umbra.
Ed è per questo che sarà l’intera regione dal cuore verde ad essere chiamata a partecipare - con l’imponente patrimonio artistico dei musei comunali, delle istituzioni ecclesiastiche e dei privati - a questa rassegna, a cura di Cristina Galassi e Marco Pierini, col patrocinio della Conferenza episcopale umbra, della Regione Umbria e del Comune di Perugia, col sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
Esposizione dalla quale emerge, fortissimo, il legame con il territorio. «Non soltanto perché - come spiega il direttore della Galleria Marco Pierini - gran parte delle opere sono ancora conservate in Umbria, ma soprattutto perché è stato possibile riservare una quota importante del budget per finanziare numerosi restauri e interventi conservativi. A riprova che i musei sono - e devono continuare ad essere - istituti dedicati alla tutela, oltre che alla valorizzazione, fortemente connessi al contesto geografico, storico e culturale dal quale sono nati e nel quale hanno fino ad ora operato».
Accanto al quattrocentesco Gonfalone di Corciano di Benedetto Bonfigli, al Crocifisso di Antonio da Fabriano dal Museo Piersanti di Matelica, ad un San Sebastiano scolpito in legno di pioppo dipinto a tempera, del XV secolo, sfileranno il San Girolamo di Pietro Perugino dalla Galleria Nazionale dell'Umbria, il Trittico Marzolini, la Madonna con il Bambino di Pinturicchio, in prestito dal Museo Diocesano di Città di Castello, solo percitare alcune delle opere presenti. E ancora una croce astile, una targa con donna partoriente, un piatto da barbiere, una targa votiva raffigurante il crollo di un camino e la guarigione di una donna. Provengono dall’intera regione, protagonista, con la sua lunga arte, di una storia antica, densa di fascino.
Leggi anche:
• "Tutta l'Umbria in una mostra". La mostra del 1907 e l'arte umbra tra Medioevo e Rinascimento
• 1918-2018: i cento anni della Galleria Nazionale dell'Umbria
Nel celebrare il centenario della fondazione - il 17 gennaio del 1918 - la Galleria Nazionale dell’Umbria sfodera alcune iniziative pensate per promuovere e valorizzare l’arte della regione, con una particolare attenzione rivolta alla raccolta del suo storico museo, con la preziosa rosa di maestri della scuola umbra.
Il primo appuntamento, in ordine di tempo, è l’esposizione dal titolo Tutta l’Umbria una mostra. La mostra del 1907 e l’arte umbra tra Medioevo e Rinascimento, attesa a Perugia dall’11 marzo al 10 giugno.
La sorprendente ricchezza di capolavori fioriti negli anni passa attraverso opere di Niccolò di Liberatore, Arnolfo di Cambio, Benozzo Gozzoli, Matteo da Gualdo, Pinturicchio, Perugino, Gentile da Fabriano - solo per citarne alcuni - strizzando l’occhio alla storica Mostra d’antica arte umbra del 1907, la più imponente esposizione mai organizzata nella regione.
Attraverso poco meno di mille pezzi, infatti - tra dipinti, arredi lignei, sculture, paramenti sacri, ceramiche e codici miniati - quella kermesse aveva contribuito a marcare, per la prima volta, i tratti originali della scuola umbra.
Ed è per questo che sarà l’intera regione dal cuore verde ad essere chiamata a partecipare - con l’imponente patrimonio artistico dei musei comunali, delle istituzioni ecclesiastiche e dei privati - a questa rassegna, a cura di Cristina Galassi e Marco Pierini, col patrocinio della Conferenza episcopale umbra, della Regione Umbria e del Comune di Perugia, col sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
Esposizione dalla quale emerge, fortissimo, il legame con il territorio. «Non soltanto perché - come spiega il direttore della Galleria Marco Pierini - gran parte delle opere sono ancora conservate in Umbria, ma soprattutto perché è stato possibile riservare una quota importante del budget per finanziare numerosi restauri e interventi conservativi. A riprova che i musei sono - e devono continuare ad essere - istituti dedicati alla tutela, oltre che alla valorizzazione, fortemente connessi al contesto geografico, storico e culturale dal quale sono nati e nel quale hanno fino ad ora operato».
Accanto al quattrocentesco Gonfalone di Corciano di Benedetto Bonfigli, al Crocifisso di Antonio da Fabriano dal Museo Piersanti di Matelica, ad un San Sebastiano scolpito in legno di pioppo dipinto a tempera, del XV secolo, sfileranno il San Girolamo di Pietro Perugino dalla Galleria Nazionale dell'Umbria, il Trittico Marzolini, la Madonna con il Bambino di Pinturicchio, in prestito dal Museo Diocesano di Città di Castello, solo percitare alcune delle opere presenti. E ancora una croce astile, una targa con donna partoriente, un piatto da barbiere, una targa votiva raffigurante il crollo di un camino e la guarigione di una donna. Provengono dall’intera regione, protagonista, con la sua lunga arte, di una storia antica, densa di fascino.
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