Dal 16 luglio al 16 ottobre
Kounellis in Pescheria
 
										
										 
										
										
																		
																	Ph Michele Alberto Sereni | 
																									Jannis Kounellis, Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro
															
							L.S.
18/07/2016
							Pesaro e Urbino -  Vent'anni di Pescheria meritano di essere celebrati, e nello spazio pesarese convertito in un Centro per le Arti Visive dal 1996, arriva Jannis Kounellis che con sè porta un'installazione ispirata alla realtà industriale della città.
Dal 16 luglio al 16 ottobre, nel Loggiato prende vita un paesaggio caratterizzato da macchinari e ingranaggi avvolti in una sorta di sudario su cui calano in sospensione delle altalene cariche di sacchi di carbone. Il percorso, che prosegue nell'ex chiesa del Suffragio dove l'originale pianta dodecagonale è stata recuperata grazie ad un profondo restauro, conduce ad un'altra opera che su una rotaia circolare fa scorrere un convoglio di cinque carrelli pieni di cappotti ammucchiati trainati da un cavallo da tiro.
Nel carbone, nelle putrelle, nell'acciao e nei sacchi che compongono le sculture si rintraccia l'inesauribile forza di una ricerca strettamente legata all'archeologia industriale e al mondo classico e sempre basata dull'uso dei materiali fin dai tempi della militanza nel Movimento dell'Arte Povera.
Particolarmente importante è anche il richiamo alla realtà locale la cui memoria invade la Pescheria dando un senso all'anniversario e siglando un rapporto di profonda amicizia tra Pesaro e l'artista greco che in tempi recenti ha già portato la sua opera e le sue riflessioni in queste terre con le esposizioni alla galleria di Franca Mancini nel 2007 e al convento dei Servi di Maria a Monteciccardo nel 2011.
						
					Dal 16 luglio al 16 ottobre, nel Loggiato prende vita un paesaggio caratterizzato da macchinari e ingranaggi avvolti in una sorta di sudario su cui calano in sospensione delle altalene cariche di sacchi di carbone. Il percorso, che prosegue nell'ex chiesa del Suffragio dove l'originale pianta dodecagonale è stata recuperata grazie ad un profondo restauro, conduce ad un'altra opera che su una rotaia circolare fa scorrere un convoglio di cinque carrelli pieni di cappotti ammucchiati trainati da un cavallo da tiro.
Nel carbone, nelle putrelle, nell'acciao e nei sacchi che compongono le sculture si rintraccia l'inesauribile forza di una ricerca strettamente legata all'archeologia industriale e al mondo classico e sempre basata dull'uso dei materiali fin dai tempi della militanza nel Movimento dell'Arte Povera.
Particolarmente importante è anche il richiamo alla realtà locale la cui memoria invade la Pescheria dando un senso all'anniversario e siglando un rapporto di profonda amicizia tra Pesaro e l'artista greco che in tempi recenti ha già portato la sua opera e le sue riflessioni in queste terre con le esposizioni alla galleria di Franca Mancini nel 2007 e al convento dei Servi di Maria a Monteciccardo nel 2011.
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