Il Getty tenta l'impossibile, ma per la sentenza i tempi si allungano
La Cassazione non decide: l'Atleta di Fano resta ancora a Los Angeles
Lisippo, L'atleta di Fano, IV-II sec. a.C.
E.B.
26/02/2014
Pesaro e Urbino - L'Atleta di Fano si tratterrà in California ancora per un po', almeno fino a quando le sue sorti non saranno decise una volte per tutte.
Il 25 febbraio 2014 si attendeva che la I sezione penale della Cassazione valutasse definitivamente il ricorso presentato dal Getty in seguito all'ordinanza del Gup del Tribunale di Pesaro, che nel 2012 aveva confermato la sentenza del rimpatrio della statua in Italia. Questa invece ha ritenuto opportuno trasferire per ragioni di competenza tutti gli atti della disputa giudiziale alla III sezione penale della Corte Suprema, che dovrà fissare una nuova udienza.
Alla base del lungo contenzioso vi sarebbe, oltre alla necessità dell'Italia di far rientrare un bene privo di licenza di esportazione, l'acquisto dell'Atleta, effettuato consapevolmente a titolo illegale dal museo americano nel 1977, dopo la morte di Paul Getty. Prima della sua scomparsa, infatti, il mecenate stesso aveva rifiutato l'offerta a causa della dubbia provenienza dell'opera, e come lui avevano fatto altri, primo fra tutti il Metropolitan Museum di New York.
In effetti la vicenda del Giovane Vittorioso - così si fa chiamare a Malibu - è a dir poco misteriosa. Partito dalla Grecia e poi naufragato a largo delle coste del Conero nel IV secolo a.C., fu trovato nel 1964, ricoperto di incrostazioni, tra le reti di un peschereccio.
Passato tra le mani di antiquari e commercianti tedeschi, seppellito in un campo di cavoli per sfuggire alla Guardia di Finanza e addirittura, pare, trasportato in Brasile in una cassa di medicinali, fu infine acquistato dal Getty per 3.9 milioni di dollari.
Ora l'Italia, che ha già recuperato altri 41 importanti tesori come la Venere di Morgantina, intende riaverlo, soprattutto per il suo valore storico-artistico. Se il bronzo fosse effettivamente opera del celebre scultore di Alessandro Magno, si tratterebbe di una delle pochissime sue opere pervenute in questo materiale anziché in marmo.
Consulta anche:
La Sicilia custodisce gelosamente il Tesoro di Morgantina
L'atteso ritorno dell'Auriga
Il 25 febbraio 2014 si attendeva che la I sezione penale della Cassazione valutasse definitivamente il ricorso presentato dal Getty in seguito all'ordinanza del Gup del Tribunale di Pesaro, che nel 2012 aveva confermato la sentenza del rimpatrio della statua in Italia. Questa invece ha ritenuto opportuno trasferire per ragioni di competenza tutti gli atti della disputa giudiziale alla III sezione penale della Corte Suprema, che dovrà fissare una nuova udienza.
Alla base del lungo contenzioso vi sarebbe, oltre alla necessità dell'Italia di far rientrare un bene privo di licenza di esportazione, l'acquisto dell'Atleta, effettuato consapevolmente a titolo illegale dal museo americano nel 1977, dopo la morte di Paul Getty. Prima della sua scomparsa, infatti, il mecenate stesso aveva rifiutato l'offerta a causa della dubbia provenienza dell'opera, e come lui avevano fatto altri, primo fra tutti il Metropolitan Museum di New York.
In effetti la vicenda del Giovane Vittorioso - così si fa chiamare a Malibu - è a dir poco misteriosa. Partito dalla Grecia e poi naufragato a largo delle coste del Conero nel IV secolo a.C., fu trovato nel 1964, ricoperto di incrostazioni, tra le reti di un peschereccio.
Passato tra le mani di antiquari e commercianti tedeschi, seppellito in un campo di cavoli per sfuggire alla Guardia di Finanza e addirittura, pare, trasportato in Brasile in una cassa di medicinali, fu infine acquistato dal Getty per 3.9 milioni di dollari.
Ora l'Italia, che ha già recuperato altri 41 importanti tesori come la Venere di Morgantina, intende riaverlo, soprattutto per il suo valore storico-artistico. Se il bronzo fosse effettivamente opera del celebre scultore di Alessandro Magno, si tratterebbe di una delle pochissime sue opere pervenute in questo materiale anziché in marmo.
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