Novità al MArRC
Da Bacco alle città "gemelle" dello Stretto. Gli appuntamenti del Museo Archeologico di Reggio
Dioniso e Semele, Kylix attica a figure nere da S. Maria Capua Vetere, 560-540 a.C, Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Samantha De Martin
09/11/2017
Reggio Calabria - Tre antiche città magnogreche unite da una tradizione millenaria, ma anche da Bacco, il dio della vite, del teatro, del delirio mistico.
Il Museo Archeologico di Reggio Calabria sfodera per l’autunno due importanti mostre che ripercorrono la storia di questo “acroterio d’Italia”, come aveva definito la città lo storico Tucidide, disteso sul mare sconvolto dai capricciosi umori di Scilla e di Cariddi.
Il primo, in corso fino al 31 gennaio, si intitola Zankle e Rhegion. Due città a controllo dello Stretto, un’occasione per ascoltare il dialogo tra due civiltà separate da un sottile braccio di mare che da sempre ne impasta le storie, intrecciando il mito a racconti e viaggi di eroi. Una storia che viene ripercorsa attraverso i circa 300 reperti, selezionati tra i più importanti pezzi offerti dall'archeologia, dall'età del Ferro alla piena età ellenistica, e che parlano di due città gemelle, Messina e Reggio, legate, e allo stesso tempo divise dal mare, e che più volte hanno incrociato le loro storie. A partire dalla lontana fondazione, alla fine dell’VIII secolo a.C., ad opera di coloni provenienti da Calcide, nell'isola dell’Eubea.
L'esposizione - a cura del direttore del MArRc (Museo Archeologico di Reggio Calabria), Carmelo Malacrino, e di Gabriella Tigano - è il risultato della collaborazione scientifica tra il Museo reggino e l’Assessorato regionale per i Beni Culturali e l’Identità Siciliana della Regione Sicilia.
«Si tratta di un progetto di valorizzazione culturale - spiega il direttore Malacrino - stretto in sinergia tra le due città che si rispecchiano sulle sponde dello Stretto, che mette insieme i materiali rinvenuti e prodotti nella stessa Reggio, come la bellissima anfora calcidese a figure nere del VI secolo a.C. Questo importante oggetto appartiene a quella ceramica attraverso la quale lo Stretto si fa largo in un mercato che era monopolio esclusivo di Atene. In mostra non mancano gli oggetti votivi provenienti dai santuari di Reggio e Messina e alcune testimonianze ritrovate nei corredi funebri delle tombe ellenistiche». E ancora tre grandi crateri figurati databili tra il V e il IV secolo a.C, che forniscono importanti testimonianze sulle peculiarità delle produzioni locali, consentendo di misurare il grado di similarità tra le due città “sorelle” lambite dallo Stretto.
La terza città coinvolta in questo avvincente viaggio nel tempo e nella storia allestito al MArRC, è Napoli, dal cui Museo Archeologico Nazionale provengono quattro straordinari reperti.
L’occasione di questo gemellaggio che vede anche l’arrivo a Reggio di importanti pezzi della collezione Intesa Sanpaolo, è la mostra dedicata al dio Dioniso, che, dal 9 novembre al 25 marzo, cucirà nella città dei Bronzi di Riace un interessante percorso alla scoperta di una delle divinità più affascinanti del mondo greco, che invaderà le sale del Marc, appositamente allestite, con la sua lasciva e travolgente ebbrezza.
Dioniso. L’ebbrezza di essere un dio - questo il titolo dell’appuntamento - raccoglie oltre ottanta reperti - selezionati per regalare agli appassionati un originale viaggio nel mito e nella storia, dai rituali religiosi alle feste celebrate in onore del dio. Ai gioielli del Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) e del Museo Archeologico di Reggio si aggiungeranno le ceramiche attiche e magnogreche delle raccolte Intesa Sanpaolo. Diciassette opere di una collezione che conta oltre 500 vasi prodotti tra il VI e III secolo a.C nelle officine dell’Apulia e della Lucania o importati da Atene.
L’appuntamento con il dio dell’estasi, rappresentato dalla tradizione, trionfante su di un carro accompagnato dal suo corteo di baccanti, nasce dalla collaborazione tra Marc e Intesa Sanpaolo e rientra nel progetto espositivo Il Tempo dell'Antico dedicato alla valorizzazione e alla condivisione della collezione Intesa Sanpaolo di ceramiche attiche e magnogreche.
«Le novità in mostra - continua Malacrino - sono frutto del lungo lavoro di selezione nei depositi del nostro Museo che presenterà al pubblico pezzi straordinari, dalle erme in marmo e terracotta che riproducono l’immagine del dio, alle ceramiche dipinte e figurate e ancora alle statuette».
In questa occasione, il MArRC vede rinnovarsi una partnership già maturata nell’ambito del progetto Restituzioni che, nelle ultime tre edizioni, ha sostenuto gli interventi di restauro su importanti reperti del Museo, tra i quali la Testa di Basilea, il cui cantiere, attualmente in corso nello spazio di Piazza Paolo Orsi, all’interno del Museo, costituisce una delle tre attività legate al tema del restauro.
«Le altre due attività - continua Malacrino - sono costituite dall’allestimento di A nuova vita, che presenta alcuni reperti oggetto di interventi da parte dei tecnici specializzati del nostro laboratorio di Restauro, e da un’area dedicata al tirocinio di formazione per assistenti restauratori in collaborazione con la Città metropolitana di Reggio».
Dopo le oltre 2400 visite registrate durante la scorsa settimana in occasione delle domeniche al museo - che hanno inserito la casa dei Bronzi tra i 20 musei statali più visitati - il Museo in riva allo Stretto guarda avanti e punta a superare i numeri dello scorso anno. «Una sfida non semplice» commenta Malacrino che intanto aggiunge alla “rivoluzione MArRC” un’altra idea: «trasformare la vecchia biblioteca in uno spazio pubblico che occuperà il livello D del Museo e che abbiamo già parzialmente arredato nel corso di quest’anno. Cercheremo di implementare le dotazioni librarie con nuovi acquisti dopo anni di fermo, arricchendole di novità editoriali legate all’archeologia magnogreca. In più il Museo, da poco diventato "casa editrice di se stesso" con le Edizioni scientifiche del MArRC, curerà cataloghi e collane dedicate alle mostre temporanee e ai convegni scientifici».
In ultimo, tra le novità, anche se i dettagli restano ancora top secret, si inserisce la presenza del Museo reggino in Canada, in occasione di una mostra che verrà inaugurata prossimamente. Certo, la trasferta oltreoceano non riguarderà i padroni di casa, i Bronzi di Riace, ma a volare in America saranno pezzi altrettanto importanti di una civiltà millenaria.
• Profumi antichi, laboratori per bambini e aperture straordinarie: le notti d'estate al museo dei Bronzi
Il Museo Archeologico di Reggio Calabria sfodera per l’autunno due importanti mostre che ripercorrono la storia di questo “acroterio d’Italia”, come aveva definito la città lo storico Tucidide, disteso sul mare sconvolto dai capricciosi umori di Scilla e di Cariddi.
Il primo, in corso fino al 31 gennaio, si intitola Zankle e Rhegion. Due città a controllo dello Stretto, un’occasione per ascoltare il dialogo tra due civiltà separate da un sottile braccio di mare che da sempre ne impasta le storie, intrecciando il mito a racconti e viaggi di eroi. Una storia che viene ripercorsa attraverso i circa 300 reperti, selezionati tra i più importanti pezzi offerti dall'archeologia, dall'età del Ferro alla piena età ellenistica, e che parlano di due città gemelle, Messina e Reggio, legate, e allo stesso tempo divise dal mare, e che più volte hanno incrociato le loro storie. A partire dalla lontana fondazione, alla fine dell’VIII secolo a.C., ad opera di coloni provenienti da Calcide, nell'isola dell’Eubea.
L'esposizione - a cura del direttore del MArRc (Museo Archeologico di Reggio Calabria), Carmelo Malacrino, e di Gabriella Tigano - è il risultato della collaborazione scientifica tra il Museo reggino e l’Assessorato regionale per i Beni Culturali e l’Identità Siciliana della Regione Sicilia.
«Si tratta di un progetto di valorizzazione culturale - spiega il direttore Malacrino - stretto in sinergia tra le due città che si rispecchiano sulle sponde dello Stretto, che mette insieme i materiali rinvenuti e prodotti nella stessa Reggio, come la bellissima anfora calcidese a figure nere del VI secolo a.C. Questo importante oggetto appartiene a quella ceramica attraverso la quale lo Stretto si fa largo in un mercato che era monopolio esclusivo di Atene. In mostra non mancano gli oggetti votivi provenienti dai santuari di Reggio e Messina e alcune testimonianze ritrovate nei corredi funebri delle tombe ellenistiche». E ancora tre grandi crateri figurati databili tra il V e il IV secolo a.C, che forniscono importanti testimonianze sulle peculiarità delle produzioni locali, consentendo di misurare il grado di similarità tra le due città “sorelle” lambite dallo Stretto.
La terza città coinvolta in questo avvincente viaggio nel tempo e nella storia allestito al MArRC, è Napoli, dal cui Museo Archeologico Nazionale provengono quattro straordinari reperti.
L’occasione di questo gemellaggio che vede anche l’arrivo a Reggio di importanti pezzi della collezione Intesa Sanpaolo, è la mostra dedicata al dio Dioniso, che, dal 9 novembre al 25 marzo, cucirà nella città dei Bronzi di Riace un interessante percorso alla scoperta di una delle divinità più affascinanti del mondo greco, che invaderà le sale del Marc, appositamente allestite, con la sua lasciva e travolgente ebbrezza.
Dioniso. L’ebbrezza di essere un dio - questo il titolo dell’appuntamento - raccoglie oltre ottanta reperti - selezionati per regalare agli appassionati un originale viaggio nel mito e nella storia, dai rituali religiosi alle feste celebrate in onore del dio. Ai gioielli del Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) e del Museo Archeologico di Reggio si aggiungeranno le ceramiche attiche e magnogreche delle raccolte Intesa Sanpaolo. Diciassette opere di una collezione che conta oltre 500 vasi prodotti tra il VI e III secolo a.C nelle officine dell’Apulia e della Lucania o importati da Atene.
L’appuntamento con il dio dell’estasi, rappresentato dalla tradizione, trionfante su di un carro accompagnato dal suo corteo di baccanti, nasce dalla collaborazione tra Marc e Intesa Sanpaolo e rientra nel progetto espositivo Il Tempo dell'Antico dedicato alla valorizzazione e alla condivisione della collezione Intesa Sanpaolo di ceramiche attiche e magnogreche.
«Le novità in mostra - continua Malacrino - sono frutto del lungo lavoro di selezione nei depositi del nostro Museo che presenterà al pubblico pezzi straordinari, dalle erme in marmo e terracotta che riproducono l’immagine del dio, alle ceramiche dipinte e figurate e ancora alle statuette».
In questa occasione, il MArRC vede rinnovarsi una partnership già maturata nell’ambito del progetto Restituzioni che, nelle ultime tre edizioni, ha sostenuto gli interventi di restauro su importanti reperti del Museo, tra i quali la Testa di Basilea, il cui cantiere, attualmente in corso nello spazio di Piazza Paolo Orsi, all’interno del Museo, costituisce una delle tre attività legate al tema del restauro.
«Le altre due attività - continua Malacrino - sono costituite dall’allestimento di A nuova vita, che presenta alcuni reperti oggetto di interventi da parte dei tecnici specializzati del nostro laboratorio di Restauro, e da un’area dedicata al tirocinio di formazione per assistenti restauratori in collaborazione con la Città metropolitana di Reggio».
Dopo le oltre 2400 visite registrate durante la scorsa settimana in occasione delle domeniche al museo - che hanno inserito la casa dei Bronzi tra i 20 musei statali più visitati - il Museo in riva allo Stretto guarda avanti e punta a superare i numeri dello scorso anno. «Una sfida non semplice» commenta Malacrino che intanto aggiunge alla “rivoluzione MArRC” un’altra idea: «trasformare la vecchia biblioteca in uno spazio pubblico che occuperà il livello D del Museo e che abbiamo già parzialmente arredato nel corso di quest’anno. Cercheremo di implementare le dotazioni librarie con nuovi acquisti dopo anni di fermo, arricchendole di novità editoriali legate all’archeologia magnogreca. In più il Museo, da poco diventato "casa editrice di se stesso" con le Edizioni scientifiche del MArRC, curerà cataloghi e collane dedicate alle mostre temporanee e ai convegni scientifici».
In ultimo, tra le novità, anche se i dettagli restano ancora top secret, si inserisce la presenza del Museo reggino in Canada, in occasione di una mostra che verrà inaugurata prossimamente. Certo, la trasferta oltreoceano non riguarderà i padroni di casa, i Bronzi di Riace, ma a volare in America saranno pezzi altrettanto importanti di una civiltà millenaria.
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