Al Palazzo delle Esposizioni fino al 20 gennaio un omaggio alla casa di produzione cinematografica americana
A Roma in mostra l'arte dell'animazione firmata Pixar
Bud Luckey, colore di Ralph Eggleston, Woody Toy Story, 1995, tecnica mista su carta ©Disney/Pixar
Samantha De Martin
10/10/2018
Roma - C’è una mano sapiente che unisce arte e design prima di dar vita alla magia, dietro i film di animazione che da Toy Story al più recente Coco, passando da Cars e Alla Ricerca di Nemo, colorano l’universo firmato Pixar.
Ed è per questo motivo che la mostra allestita fino al prossimo 20 gennaio al Palazzo delle Esposizioni per celebrare i 30 anni della celebre casa di produzione cinematografica fondata in California nel 1986, con le sue storie create grazie all’impiego dell'animazione computerizzata, è una tappa da non perdere non soltanto per gli appassionati.
Oltre 400 opere raccolte in un percorso allestito in tre sezioni - Personaggi, Storie, Mondi - e arricchito da una selezione di video, proiezioni e due installazioni spettacolari, svelano al grande pubblico la fase creativa e nascosta dei maestri che hanno arricchito la settima arte con i prodigi dell’animazione.
C’è un patrimonio artistico composto da disegni a matita e pennarello, dipinti in acrilico, guazzo e acquerelli, dipinti digitali, calchi, dietro Buzz, il giocattolo spaziale superaccessoriato, e ancora Woody, la Principessa Atta, Remy - il topolino di Ratatouille - il pesciolino Nemo.
“La mostra - commenta Maria Grazia Mattei, curatrice dell’edizione italiana - ripercorre la storia della Pixar dalla sua fondazione, insieme al lavoro di ricerca e la produzione di immagini digitali. È concepita per approfondire il lavoro di quella che è una vera e propria bottega rinascimentale digitale che crea capolavori, dove disegno a mano, scultura e informatica coesistono sul grande schermo in una sintesi armonica. Il digitale, per Pixar, è sia strumento che linguaggio. Siamo di fronte a una sorta di nuovo Umanesimo: grazie alla commistione di innovazione e creatività, si guarda alla tecnologia in una dimensione artistica e profondamente umana”.
In questo viaggio dedicato ai capolavori che hanno cambiato il mondo dell’animazione, non mancherà la rassegna cinematografica Passione Pixar, che consentirà di rivedere in Sala Cinema, dal 19 ottobre al 13 gennaio e con tutta la famiglia, alcuni film Pixar, da Toy Story a Gli Incredibili 2.
Per scoprire invece cosa si nasconde dietro la realizzazione dei capolavori, laboratori, percorsi guidati, visite speciali sveleranno i segreti della più interessante industria d’animazione digitale. E per immergersi nel mondo della simulazione 3D, entrando in scena e diventando piccoli come insetti, circondati da fili d’erba alti quanto il soffitto, basta immergersi nel magico Cubo.
“Sono gli artisti a fare i nostri film e, come tutti gli altri, anche i nostri artisti scelgono gli strumenti che consentono loro di suscitare un’emozione o una reazione nel modo più efficace” spiega nel catalogo Elyse klaidman, direttore delle mostre e degli Archivi Pixar Animation Studios.
La tappa romana si inserisce nel tour internazionale del progetto che, dopo il debutto al MOMA di New York nella sua prima edizione, dal Messico ha raggiunto l’Estremo Oriente e le maggiori capitali mondiali con grande successo di pubblico.
Leggi anche:
• Pixar. 30 anni di animazione
• La pittura come un giallo. Sergio Ceccotti a Palazzo delle Esposizioni
Ed è per questo motivo che la mostra allestita fino al prossimo 20 gennaio al Palazzo delle Esposizioni per celebrare i 30 anni della celebre casa di produzione cinematografica fondata in California nel 1986, con le sue storie create grazie all’impiego dell'animazione computerizzata, è una tappa da non perdere non soltanto per gli appassionati.
Oltre 400 opere raccolte in un percorso allestito in tre sezioni - Personaggi, Storie, Mondi - e arricchito da una selezione di video, proiezioni e due installazioni spettacolari, svelano al grande pubblico la fase creativa e nascosta dei maestri che hanno arricchito la settima arte con i prodigi dell’animazione.
C’è un patrimonio artistico composto da disegni a matita e pennarello, dipinti in acrilico, guazzo e acquerelli, dipinti digitali, calchi, dietro Buzz, il giocattolo spaziale superaccessoriato, e ancora Woody, la Principessa Atta, Remy - il topolino di Ratatouille - il pesciolino Nemo.
“La mostra - commenta Maria Grazia Mattei, curatrice dell’edizione italiana - ripercorre la storia della Pixar dalla sua fondazione, insieme al lavoro di ricerca e la produzione di immagini digitali. È concepita per approfondire il lavoro di quella che è una vera e propria bottega rinascimentale digitale che crea capolavori, dove disegno a mano, scultura e informatica coesistono sul grande schermo in una sintesi armonica. Il digitale, per Pixar, è sia strumento che linguaggio. Siamo di fronte a una sorta di nuovo Umanesimo: grazie alla commistione di innovazione e creatività, si guarda alla tecnologia in una dimensione artistica e profondamente umana”.
In questo viaggio dedicato ai capolavori che hanno cambiato il mondo dell’animazione, non mancherà la rassegna cinematografica Passione Pixar, che consentirà di rivedere in Sala Cinema, dal 19 ottobre al 13 gennaio e con tutta la famiglia, alcuni film Pixar, da Toy Story a Gli Incredibili 2.
Per scoprire invece cosa si nasconde dietro la realizzazione dei capolavori, laboratori, percorsi guidati, visite speciali sveleranno i segreti della più interessante industria d’animazione digitale. E per immergersi nel mondo della simulazione 3D, entrando in scena e diventando piccoli come insetti, circondati da fili d’erba alti quanto il soffitto, basta immergersi nel magico Cubo.
“Sono gli artisti a fare i nostri film e, come tutti gli altri, anche i nostri artisti scelgono gli strumenti che consentono loro di suscitare un’emozione o una reazione nel modo più efficace” spiega nel catalogo Elyse klaidman, direttore delle mostre e degli Archivi Pixar Animation Studios.
La tappa romana si inserisce nel tour internazionale del progetto che, dopo il debutto al MOMA di New York nella sua prima edizione, dal Messico ha raggiunto l’Estremo Oriente e le maggiori capitali mondiali con grande successo di pubblico.
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