Dal 25 marzo alle Terme di Diocleziano e alla Galleria Continua

Ai Weiwei a Roma: antico e contemporaneo a confronto tra vetro, Lego, ceramica

Ai Weiwei, La Commedia Umana | Courtesy Museo Nazionale Romano
 

Samantha De Martin

25/03/2022

Roma - “Ho sentito parlare per la prima volta dell’antica Roma quando avevo dieci anni, nel 1967 quando mio padre, poeta rivoluzionario, condannato ai lavori forzati, puliva i bagni pubblici rurali e, al tempo stesso, scriveva dietro gli scontrini, raccontandomi dell’antico circo romano, del sangue, degli imperatori. Questa mostra è un omaggio a lui”.

Il monumentale omaggio di Ai Weiwei al poeta Ai Qing e alla città eterna prende forma all’interno del complesso termale più grande dell’antichità, le Terme di Diocleziano, dove, fino al prossimo 3 aprile il lampadario con oltre duemila pezzi di vetro soffiato, fuso nei laboratori dello Studio Berengo di Murano ammicca a un mosaico del III secolo d.C che raffigura uno scheletro disteso su una sorta di triclinio e il motto in greco antico dell’oracolo di Delfi. “Gnothi sautòn”, 'Conosci te stesso'.
Evoca i larvae conviviales, modelli di scheletri snodabili che i patrizi romani esponevano sulle tavole durante i banchetti, come memento mori, per ricordare la brevità della vita terrena, ma soprattutto per stupire i partecipanti con pietanze ricercate.
Alla maniera del mondo antico, anche La Commedia Umana, questo il titolo dell’opera del maestro cinese, unisce festa e lutto, dramma e quotidianità, tragedia e ironia, come sottolinea lo stesso artista. “Il lampadario è un oggetto glamour che si espone in casa, per esempio un salotto. È il mio bisogno di includere la morte nella nostra quotidianità, di connettere un oggetto di interior design a quello che succede fuori dalla casa, nel mondo”.


Ai Weiwei, La Commedia Umana | Courtesy Museo Nazionale Romano

Come in una macabra danza che incombe sulla testa dei visitatori esorcizzando la morte, una cascata di ossa, teschi e organi di vetro nero, dove trovano posto cuori, granchi, pipistrelli, telecamere, e persino gli uccellini di Twitter - tutte allusioni ai lavori precedenti dell’artista sulla sorveglianza e la tecnologia - compone un manifesto che “tenta di parlare della morte per celebrare la vita”.
La leggera consistenza delle forme in vetro, che l’artista carica di espressività, sposa il tema della morte. L’opera riproduce attraverso il vetro il contenuto di un corpo quando, liberato dalla pelle, viene messo a nudo e le viscere esposte alla vista. Un messaggio chiaro, quello di Ai Weiwei, la cui ideazione artistica e attività politica sono inscindibili, e che risuona anche come un ammonimento a pensare al futuro e a prodigarsi perché rimanga qualcosa di più oltre le ossa.
Attraverso la mostra prodotta e organizzata dal Museo Nazionale Romano e Berengo Studio con la Fondazione Berengo, e la collaborazione della Galleria Continua, l’arte contemporanea espugna uno dei luoghi simbolo della Roma antica per aprire un dialogo che, a quanto pare, sarà il primo di un lunga serie.

Al Teatro dell'Opera la Turandot di Ai Weiwei
Il dialogo tra Ai Weiwei e Roma continua a pochi metri dalle Terme dioclezianee, precisamente al teatro dell’Opera, dove il poliedrico maestro cinese, da vecchia comparsa nella Turandot di Zeffirelli al Metropolitan di New York, 35 anni fa, si fa regista del dramma lirico di Giacomo Puccini, secondo il suo personalissimo punto di vista, declinato alla luce della pandemia e della guerra in Ucraina. Rinviata di due anni, la versione dell’artistar, noto per il suo attivismo politico e per l’opposizione al regime cinese, si carica di una particolare valenza emotiva anche grazie alla presenza di tre protagonisti ucraini, la direttrice d'orchestra Oksana Lyniv, il soprano Oksana Dyka e il baritono Andrii Ganchuk.


Ai Weiwei, La Commedia Umana | Courtesy Museo Nazionale Romano

Alla Galleria Continua Ai Weiwei a confronto con la ceramica
Dalla leggerezza del vetro alla lucentezza della ceramica, la più alta espressione di arte cinese alla quale Ai Weiwei affida una critica - a volte nascosta, a tratti più gridata - del sistema politico. Restiamo a Roma, ma ci spostiamo al The St Regis Hotel, sede romana della Galleria Continua. Questa volta l’artista si confronta con la tradizione e la millenaria cultura cinese con un rispetto deferente, accompagnato da un’incredibile capacità di proiettarsi nella modernità. Fino al 22 maggio la mostra Change of Perspective interpreta i motivi, le immagini, le metafore, i processi di fabbricazione e i materiali tradizionali in modo ludico e iconoclasta.
Dall’esperienza diretta di Ai Weiwei con le maestranze del distretto di Jingdezhen - punta di diamante della Cina nella lavorazione di questo materiale prima della rivoluzione industriale - nascono opere come Wave Plate in cui il motivo dell’onda che si sviluppa fino a culminare in un vortice è un omaggio alla dinastia Yuan dove l’acqua è un tema ricorrente.

Set of Spouts, una scultura realizzata con beccucci di teiere rotte, allude al percorso del vapore che attraversa i beccucci per trasferire il suo calore all’esterno diffondendo conforto e consolazione. Anche se, la parola ‘spouts’ (in senso figurato ‘sputare’) evoca la storia di Ai Weiwei come dissidente politico, ‘che sputa opinioni inaccettabili’.


Ai Weiwei, Blue-and-White Porcelain Vases, 2017, porcellana | Courtesy Galleria Continua

Ad alcuni celebri dissenti politici del passato - Dante, Filippo Strozzi, Girolamo Savonarola, Galileo Galilei - Ai Weiwei dedica i ritratti realizzati con la tecnica del mosaico, utilizzando quasi diecimila mattoncini Lego multicolore. Attraverso questo mezzo di comunicazione, che l’artista definisce ‘democratico’ perché tutti lo conoscono e lo possono usare, i volti dei personaggi assumono il carattere ludico e giocoso della Pop Art.
Non andate via senza aver fatto un salto nella Hall del St Regis che accoglie un tributo alla potenza della natura, una riflessione sul ruolo dell’umanità nel fragile e mutevole equilibrio naturale. Palace - un insieme di radici rare, alcune più che millenarie, assemblate tra loro - nasce dalla collaborazione tra l'artista e gli artigiani di Trancoso, in Brasile, insieme ai quali ha individuato le radici e i tronchi di un albero in via di estinzione per dare vita a una scultura audace e ricca di fascino.


Ai Weiwei, Change of Perspective, alla Galleria Continua fino al 22 maggio | Foto: Samantha De Martin per ARTE.it

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