Dal 20 settembre al Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Da Bernardo Strozzi a Yves Klein, l' "autunno caldo" del MART in attesa di Caravaggio

Francesco Hayez, Venere che scherza con due colombe (Ritratto della ballerina Carlotta Chabert), 1830, Rovereto, MART
 

Samantha De Martin

17/09/2019

Roma - L’occasione è stata la presentazione alla stampa internazionale della stagione autunnale del MART, che spazia dall’arte minimalista al cinema e alla danza, con personalità del calibro di Richard Artschwager e Isadora Duncan, Bernardo Strozzi e Yves Klein. La sorpresa è una lungimirante svolta nel nuovo indirizzo del museo di Rovereto, come si evince dalla carrellata di appuntamenti che, da giugno 2020, porteranno al Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, sebbene in tempi diversi, anche Caravaggio, Raffaello, Canova e Cézanne, protagonisti di quattro inediti dialoghi tra antico e moderno.
Con un ricco palinsesto dominato dall’arte moderna e contemporanea, core business del museo - in cui non mancano audaci confronti con il passato e momenti di divulgazione scientifica, importanti collaborazioni con grandi musei internazionali e italiani e un ampio programma dedicato alle scuole - il MART rafforza il suo ruolo di anello fondamentale di una visione strategica che ha l’obiettivo di fare del museo un’istituzione dal forte “richiamo popolare”.
Ed è proprio per lanciare il nuovo indirizzo del MART attraverso un programma che supera i confini regionali e nazionali per esportare bellezza ripartendo dai luoghi che accolgono il Museo firmato Mario Botta, che il nuovo presidente, Vittorio Sgarbi, e il direttore Gianfranco Maraniello hanno scelto la sede della Stampa Estera di Roma.

Il Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto - che la scorsa primavera ha rinnovato i propri vertici - avrà come fiore all’occhiello del suo calendario autunnale la prima mostra italiana dedicata alla danzatrice americana ribelle e carismatica, Isadora Duncan (dal 19 ottobre al 2 febbraio 2020). Il percorso espositivo, che indaga il rapporto tra arte e musica nel corso del Novecento, a cominciare dalle sperimentazioni sonore del Futurismo, sarà incentrato su numerosi capolavori dedicati alla figura più rivoluzionaria della danza, che fu musa dei maggiori innovatori delle arti pittoriche e plastiche di inizio secolo come Rodin, Stuck, Boccioni, Depero, Casorati, Giò Ponti.
Con la mostra “Danzare la rivoluzione. Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardia” prosegue la proposta espositiva del museo che dal 12 ottobre al 1° marzo inaugura la più ampia antologica mai realizzata in Europa su Richard Artschwager, "pioniere dell’arte americana del secondo Novecento”, come lo ha definito Maraniello. L’esposizione, a cura di Germano Celant, sarà il frutto di una straordinaria collaborazione internazionale con il Guggenheim di Bilbao, partner del MART, e che ospiterà la mostra nella prossima primavera.
Lungo un percorso cronologico che va dagli anni Cinquanta del Novecento ai primi Duemila, il pubblico sarà coinvolto in uno straordinario viaggio nell’opera dell’artista rivoluzionario che ha ripensato l’oggetto e lo spazio dell’arte.
Ai capolavori presenti a Rovereto si affiancheranno i generosi prestiti di alcune delle principali collezioni al mondo come il Whitney Museum of American Art di New York, la Broad Art Foundation di Los Angeles, la Tate Britain di Londra.

Ma i protagonisti di questo “Autunno caldo” saranno, all’interno di spazi specifici allestiti nei percorsi delle Collezioni permanenti, anche gli incontri e i confronti con alcuni capolavori della storia dell’arte. Si comincia il 4 ottobre con due opere estremamente rappresentativi delle svolte storico-artistiche del primo Novecento: La fanciulla del fiore del 1909 di Gino Rossi, il “Van Gogh veneto”, e la purezza delle forme nella sintesi scultorea di Arturo Martini.

Dal 25 ottobre un confronto inedito attraverserà i secoli con l’esposizione al MART della pala d’altare di Bernardo Strozzi, detto il Cappuccino, raffigurante la Madonna con Gesù Bambino in gloria e santi del 1640 circa. Il parallelismo sarà, in questo caso, con Yves Klein, uno dei maggiori artisti del Novecento. Cuore dell’indagine è il blu.

“Una sera mi hanno invitato a visitare alcune chiese in mezzo alle montagne - racconta Vittorio Sgarbi -. In una mi sono imbattuto in un quadro di Bernardo Strozzi, restaurato anni fa e bisognoso di manutenzione. Quel blu di questa potente pala d’altare ricordava il blu di Klein”.

L’ "Autunno caldo" proseguirà nelle altre sedi del MART.
La Galleria Civica di Trento ospiterà, dal 21 settembre al 26 gennaio, la mostra di Gianni Pellegrini, “Sembianze agli occhi miei”, con la produzione più recente dell’artista e alcuni lavori site-specific.
Dal 9 novembre al 23 marzo la Casa d’Arte Futurista Fortunato Depero di Rovereto accoglierà invece “Tuuumultum! Campionature tra arte, musica e rumore dalle Collezioni del Mart”, un percorso dedicato alla dimensione del sonoro, uno dei temi chiave del Futurismo.

Tra gli appuntamenti futuri anticipati da Sgarbi, una grande mostra su Caravaggio, in programma a giugno del 2020 - che metterà il maestro a confronto con l'arte contemporanea - e ancora un’esposizione dedicata a Raffaello, per i 500 anni dalla nascita, un approfondimento su Canova e il contemporaneo, e su Cézanne e l’Italia.

In questo vivace connubio di musica, cinema e danza, tra giornate gratuite, visite guidate, laboratori e cultural trekking, il MART si conferma un polo culturale vivace e in dialogo con il grande pubblico.
E a questo proposito, la battuta scherzosa di Sgarbi, che suona come un'esortazione, “MARTizzare il mondo”, racchiude forse lo spirito di questa rivoluzione.

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