Dal 31 ottobre al 26 gennaio a Roma

Guercino ospite d'onore alle Scuderie del Quirinale

Guercino. L'era Ludovisi a Roma, Allestimento
 

Samantha De Martin

31/10/2024

Roma - Guizzi di luce, improvvise esplosioni di colore si sprigionano dalle sale delle Scuderie del Quirinale delineando la stagione aurorale del Barocco a Roma.
Un dinamismo compositivo teatrale avvolge gli ospiti accompagnandoli in un universo popolato di santi e divinità, aulico e umano al tempo stesso. I personaggi, i luoghi, le arti che gravitavano a Roma all’epoca di Giovanni Francesco Barbieri, meglio noto come Guercino, il sodalizio di committenza che legò il pittore di Cento alla dinastia bolognese dei Ludovisi, a cavallo del breve ma cruciale pontificato di Papa Gregorio XV, al secolo Alessandro Ludovisi, fanno da cornice all’agone che vide competere, in una gara tra giganti, illustri bolognesi come Guido Reni, Domenichino, Albani, Lanfranco e gli altri protagonisti della scena romana, da Van Dyck a Pietro da Cortona, da Poussin a un giovane Bernini.

Ed eccoli i loro capolavori, 122 opere per l’esattezza, al centro della prima rassegna espositiva dedicata agli splendori del pontificato Ludovisi, in prestito dai più importanti musei italiani, europei e americani. Vederli dialogare in occasione della mostra Guercino. L'era Ludovisi a Roma, in corso dal 31 ottobre al 26 gennaio, a cura di Raffaella Morselli e Caterina Volpi - progetto organizzato dalle Scuderie del Quirinale in collaborazione con il Museo Nazionale Romano, le Gallerie degli Uffizi e i Musei Capitolini - ci consente di ripercorrere l’avvincente scena culturale e politica romana dell’epoca, alla luce del rapporto tra arte e potere.


Guercino. L'era Ludovisi a Roma, Allestimento

Maestri assoluti come Annibale e Ludovico Carracci, Guido Reni, Domenichino, Lanfranco, Bernini, van Dyck, Pietro da Cortona, Nicolas Poussin, Paul Brill, Francesco Duquesnoy firmano un caleidoscopio di capolavori, tra dipinti, sculture, stampe, disegni. Ci sono anche Dosso Dossi, Paris Bordon, Jacopo Bassano a rappresentare il collezionismo Ludovisi di opere cinquecentesche, che nella Roma del Seicento fece scuola dando origine alla cosiddetta corrente “neo-veneta” in pittura.
I prestiti straordinari dal Museo Nazionale Romano evocano invece la sublime bellezza dei “marmi Ludovisi” provando il gusto antiquario che il cardinal Ludovico seppe riflettere nella straordinaria collezione di famiglia così importante per tutti gli artisti che in quegli anni poterono studiarla e ammirarla.
I lavori di Guercino, l’artista prediletto da papa Ludovisi e da questi convocato a Roma una volta divenuto papa, svettano in mostra accendendo per la prima volta i riflettori sul periodo romano corrispondente al papato di Gregorio XV. Una parentesi di ventisei mesi, tra il 1621 e il 1623, che ha assistito a un cambio repentino di paradigma culturale, artistico e politico, al punto da giustificare l’uso dell’espressione “era Ludovisi”. Sono anni nei quali si assiste alla fondazione della Congregazione di Propaganda Fide e alle canonizzazioni nel 1622 di cinque campioni della Controriforma tra cui Ignazio di Loyola e Filippo Neri, alla fondazione della Chiesa di Sant’Ignazio, nel 1626, e alla costruzione della Villa Ludovisi sul terreno dei leggendari Horti Sallustiani.
Dal percorso emerge come il pontificato Ludovisi abbia rappresentato una stagione dai tratti originali, un momento fondativo nello sviluppo dell’arte tra classicismo antiquario ed imminente rivoluzione barocca.

“Quando nel 2019 - spiega la curatrice Raffaella Morselli - furono montati i ponteggi sotto la volta dell’Aurora nel Casino Ludovisi, per le indagini diagnostiche, fu chiaro che era giunto il momento di studiare Guercino attraverso la lente del suo rapporto privilegiato con il papa e con Roma, indagando lo scambio fertile che l’incontro con le collezioni Ludovisi e con gli artisti presenti nel loro cenacolo rappresentarono per il talentuoso pittore di Cento. La sfida è stata quella di raccontare due anni magici attraverso le diverse voci e le molteplici traiettorie dei numerosi e importantissimi protagonisti che, assieme a Guercino, fecero corteggio al papa fondando il nuovo linguaggio artistico della Roma barocca”.


Guercino. L'era Ludovisi a Roma, Allestimento

Dalla formazione di Guercino, autodidatta, ma con il cuore a metà tra la Bologna dei Carracci e la Ferrara di Dosso Dossi, la mostra passa a raccontare il ruolo di Cardinale nipote di Ludovico Ludovisi, ricoperto a partire dal 1621, che implicava anche il dovere di edificare una sontuosa dimora. Realizzata con grandi mezzi economici su una vigna acquistata al Cardinal del Monte, Villa Ludovisi divenne presto il segno tangibile della grandezza della famiglia del nuovo pontefice. In mostra, l’eccezionale prestito dell’Ares Ludovisi da Palazzo Altemps è solo una chicca della collezione antiquaria ospitata nel Palazzo Ludovisi. La monumentale tela con Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre, commissionata a Domenichino dai Ludovisi per il Palazzo pinciano e passata in collezione Pallavicini, dove tuttora si trova, si mostra invece per la prima volta fresca di restauro.

Ma l'esposizione è anche un’occasione importante per visitare, accompagnati da una guida delle Scuderie del Quirinale, alcuni ambienti del Casino di Villa Ludovisi, tra i quali la sala con la celebre Aurora di Guercino (Le visite guidate sono in programma il sabato e la domenica a partire dal 9 novembre).

Fino al 1633 Villa Ludovisi fu un vero e proprio museo, frequentato da artisti attratti dalle opere presentate nel Casino sotto le volte affrescate dal Guercino e dai grandi capolavori della collezione presenti nel Palazzo come la celebre Atena restaurata da Alessandro Algardi. Il percorso si inoltra tra i sentieri della pittura sacra, il cui sviluppo fu accelerato sotto Gregorio XV in vista dell’imminente Giubileo del 1625, mentre l’amichevole antagonismo tra Reni e Guercino prende corpo attraverso l’esposizione, per la prima volta una di fronte all’altra, a quattrocento anni dalla loro rispettiva realizzazione, delle due monumentali pale raffiguranti la Trinità dei Pellegrini di Reni (dall’altare maggiore dell’omonima chiesa romana), e la Crocifissione per l’altare della comunità di Reggio Emilia dedicato alla Beata Vergine della Ghiara.

Con la sua compostezza antica, ma intriso di un’espressività inedita, il celebre Mosè invita il pubblico al piano superiore dove la mostra prosegue per ricordare la grande influenza che la collezione "moderna" della Villa Ludovisi ha esercitato su artisti di diverse provenienze nella Roma degli anni Venti.
L’arrivo in città, in casa Ludovisi, di due dei celebri Baccanali di Tiziano - acquistati dal cardinale Aldobrandini e provenienti dal celebre Camerino d’alabastro di Alfonso d’Este, oggi tra i più preziosi tesori del Museo del Prado, evocati in mostra dalle copie d’epoca di Scarsellino e Padovanino, fu determinante per l’avvio della moda ‘neo-veneta’ in pittura, decisiva anche per il futuro della pittura barocca. La mostra rende omaggio a quello stile nato in casa Ludovisi con un’intera sala dedicata al tema di Marte, Venere e Cupido, che trova il suo fulcro nel capolavoro di Guercino generosamente messo a disposizione dalle Gallerie Estensi di Modena.


Guercino. L'era Ludovisi a Roma, Allestimento

Ci apprestiamo a lasciare la mostra attraversando l’Arcadia. Con i Ludovisi cambia anche l’estetica e la filosofia del genere “paesaggio” che vede affermarsi una natura ordinata, popolata da soggetti sacri o mitologici.
Nelle tele esposte si rappresenta infatti lo stesso tipo di paesaggio ideale che si ritrova negli affreschi della Stanza dei Paesi del Casino Ludovisi affidati dal cardinale a Guercino, Domenichino, Giovan Battista Viola e Paul Bril.
Un Domenichino classicista, presente in mostra con il Paesaggio con Ercole e Caco del Louvre, affianca un Guercino dal sapore preromantico nel suo Paesaggio al chiaro di luna dal Nationalmuseum di Stoccolma, per la prima volta riavvicinato al ritrovato pendant di collezione privata. Prima di lasciare il percorso riviviamo la luminosa parabola dell’era Ludovisi attraverso una sala interamente dedicata ai protagonisti di questa stagione politica e ai rispettivi ritratti che offrono una sintesi efficace sul significato del connubio tra arte e potere. Il Ritratto di Giovan Battista Agucchi di Annibale Carracci o quello del Cardinal Bentivoglio dagli Uffizi lasciano il posto ai due ritratti di Gregorio XV - ufficiale e aulico il Ritratto di Gregorio XV con il nipote Ludovico di Domenichino (da Béziers); privato e senza filtri quello di Gregorio XV di Guercino (dal Getty Museum) - per la prima volta a confronto.

Oltre a regalare l’occasione di un viaggio tra alcuni dei capolavori del Seicento, la mostra restituisce lo spirito del tempo e lo splendore dell’era Ludovisi, con i suoi marcati canoni estetici, il gusto per la monumentalità, la potenza del colore, la forza dei modelli classici, il desiderio di suscitare stupore sbalordendo l'osservatore con effetti teatrali.