Dal 7 ottobre all'11 dicembre
I tesori distrutti dai fondamentalisti rinascono in 3D al Colosseo
Ludovica Sanfelice
06/10/2016
Roma - Attraverso l'opera di ricostruzione in scala 1:1 del Toro di Nimrud, della Sala dell’Archivio di Stato di Ebla e del Soffitto del Tempio di Bel a Palmira, il progetto espositivo “Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira”, dal 7 ottobre all'11 dicembre porterà dentro il Colosseo un segno concreto di cosa significhi la furia iconoclasta del fondamentalismo che attraverso la mutilazione del patrimonio mira a colpire l'identità collettiva.
Strumento di resistenza è la memoria. E al suo servizio: da un lato la perizia di studiosi e professionisti capaci di tradurla in azione con materiali innovativi, stampanti 3D e altre tecnologie sofisticatissime, e dall'altra lo sforzo politico, diplomatico e scientifico della comunità internazionale.
La mostra, ad esempio, è ideata e curata da Francesco Rutelli (già Ministro dei Beni Culturali) e Paolo Matthiae (l’archeologo che ha portato alla luce la civiltà di Ebla) può contare sull’impegno dell'Associazione Incontro di Civiltà e sul sostegno della Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo, è promossa e realizzata dalla Soprintendenza Speciale per Il Colosseo e l’Area archeologica centrale di Roma con Electa, gode del Patrocinio dell’UNESCO, e sarà presto raccontata anche in un documentario prodotto da Sky Arte. Tutti allineati per ricomporre le lacerazioni della guerra e dell'odio con la cultura.
Una battaglia particolarmente cara all'Italia che nel tempo si è posta alla guida del processo recentemente culminato nella creazione dei Caschi Blu della Cultura, unendo alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica squadre addestrate a contrastare il traffico illecito del patrimonio e a lavorare per la conservazione, il restauro e la ricostruzione, tasselli indispensabili per rinascere dopo i conflitti e assicurarsi un futuro diverso.
A tal proposito alle riflessioni seguiranno altre azioni, come il restauro e la riconsegna al Museo Nazionale di Damasco di due altorilievi provenienti da Palmira che in mostra esporranno le profonde ferite riportate nel corso dei conflitti.
Completerà il percorso una video installazione di Studio Azzurro.
Per approfondimenti:
La salvaguardia del patrimonio in mostra
Strumento di resistenza è la memoria. E al suo servizio: da un lato la perizia di studiosi e professionisti capaci di tradurla in azione con materiali innovativi, stampanti 3D e altre tecnologie sofisticatissime, e dall'altra lo sforzo politico, diplomatico e scientifico della comunità internazionale.
La mostra, ad esempio, è ideata e curata da Francesco Rutelli (già Ministro dei Beni Culturali) e Paolo Matthiae (l’archeologo che ha portato alla luce la civiltà di Ebla) può contare sull’impegno dell'Associazione Incontro di Civiltà e sul sostegno della Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo, è promossa e realizzata dalla Soprintendenza Speciale per Il Colosseo e l’Area archeologica centrale di Roma con Electa, gode del Patrocinio dell’UNESCO, e sarà presto raccontata anche in un documentario prodotto da Sky Arte. Tutti allineati per ricomporre le lacerazioni della guerra e dell'odio con la cultura.
Una battaglia particolarmente cara all'Italia che nel tempo si è posta alla guida del processo recentemente culminato nella creazione dei Caschi Blu della Cultura, unendo alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica squadre addestrate a contrastare il traffico illecito del patrimonio e a lavorare per la conservazione, il restauro e la ricostruzione, tasselli indispensabili per rinascere dopo i conflitti e assicurarsi un futuro diverso.
A tal proposito alle riflessioni seguiranno altre azioni, come il restauro e la riconsegna al Museo Nazionale di Damasco di due altorilievi provenienti da Palmira che in mostra esporranno le profonde ferite riportate nel corso dei conflitti.
Completerà il percorso una video installazione di Studio Azzurro.
Per approfondimenti:
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