A marzo 2018
La prima volta dei Musei Vaticani in Cina. Uno scambio di mostre nel segno della bellezza
Zhang Yan, The cradling Arm
Samantha De Martin
21/11/2017
Roma - Una nuova via della seta, tracciata dal faro dell’arte, unisce Roma e la Cina nel segno dell’amicizia e della bellezza. A tessere questo dialogo fondato sulla “diplomazia dell’arte” - che sbriciola i muri affondando le radici in una tradizione plurisecolare - i Musei Vaticani, per la prima volta nella storia al centro di due grandi mostre congiunte - Anima mundi: human, nature and harmony, in Vaticano, e La bellezza ci unisce: il viaggio nella meravigliosa armonia tra il popolo cinese e i Musei Vaticani, in Cina - che si svolgeranno, a partire da marzo 2018.
La bellezza ci unisce è anche il titolo del progetto realizzato dai Musei del Papa e dal China Culture Industrial Investment Fund. La prima tappa della serie di iniziative che uniranno Roma all'oriente sarà la Città Proibita di Pechino, cui seguiranno Xi’an, Xiamen e Shangai.
A partire dalla prossima primavera, il palazzo imperiale nel cuore della capitale, che per quasi 500 anni è stato la dimora degli imperatori e delle loro famiglie, spalancherà le porte a 40 opere provenienti dalla collezione etnologica Anima Mundi dei Musei Vaticani. L’omaggio che i Musei del Papa faranno viaggiare verso oriente, attraverso questo ponte ideale fatto di bellezza, sarà costituito - come spiega il curatore del Museo Anima Mundi, padre Nicola Mapelli - da opere in bronzo, statue in pietra, dipinti, lavori realizzati al tempo della dinastia Tang, e ancora piatti in ceramica con scene cristiane tratte dalla vita di Gesù. Tra questi ci sarà anche un’opera della Pinacoteca Vaticana e il dipinto Cradling Arms donato al Papa dal pittore Zhang Yan.
Tra le opere d'arte selezionate per la mostra presso i Musei Vaticani ci saranno altrettanti 40 lavori, tra i quali dodici dipinti dell’artista cinese Zhang Yan. Tra questi Iron Staff Lama, donato dal pittore a papa Francesco e parte della collezione permanente del Museo Anima Mundi dei Musei Vaticani.
«Si tratta di opere che hanno per tema il rapporto con la natura e la religione - ha spiegato il pittore nel corso della conferenza di presentazione alla stampa delle due mostre -. Rappresentano un sincero omaggio di amicizia al Papa. La montagna sacra, in particolare, è simbolo di incontro, dialogo e civiltà. Iron Staff Lama appartiene al gruppo di lavori iniziati nel 1993 durante il mio viaggio in Tibet e che alludono a un’umanità capace di andare avanti nonostante un mondo così confuso».
Cradling Arm, invece, che coglie l’abbraccio morbido tra una madre e un figlio, rappresenta la vicinanza della natura.
«La bellezza è un veicolo straordinario per parlare sempre, in ogni latitudine e longitudine senza paura, senza barriere» ha detto il direttore dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, che ha anche ribadito la novità assoluta dell’iniziativa, ovvero «lo spirito su cui poggiano, solide, questa amicizia e questa relazione con le istituzioni culturali della Cina».
E intanto, in attesa dell’inaugurazione dell’ “esposizione sino-vaticana di arte contemporanea” che, come ha spiegato il segretario generale del China Culture Investment Fund, Jiancheng Zhu, rafforzerà ulteriormente l’amicizia e la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Vaticano, si aspetta di conoscere i dettagli dell’appuntamento. Indubbiamente sarà un’occasione importante, attraverso la quale la "diplomazia dell’arte" srotolerà un ponte fatto di bellezza e dialogo tra due civiltà immense, al di là delle distanze innalzate dai confini e dalle ideologie.
Leggi anche:
• Balich e i Musei Vaticani fanno show del Giudizio Universale
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A partire dalla prossima primavera, il palazzo imperiale nel cuore della capitale, che per quasi 500 anni è stato la dimora degli imperatori e delle loro famiglie, spalancherà le porte a 40 opere provenienti dalla collezione etnologica Anima Mundi dei Musei Vaticani. L’omaggio che i Musei del Papa faranno viaggiare verso oriente, attraverso questo ponte ideale fatto di bellezza, sarà costituito - come spiega il curatore del Museo Anima Mundi, padre Nicola Mapelli - da opere in bronzo, statue in pietra, dipinti, lavori realizzati al tempo della dinastia Tang, e ancora piatti in ceramica con scene cristiane tratte dalla vita di Gesù. Tra questi ci sarà anche un’opera della Pinacoteca Vaticana e il dipinto Cradling Arms donato al Papa dal pittore Zhang Yan.
Tra le opere d'arte selezionate per la mostra presso i Musei Vaticani ci saranno altrettanti 40 lavori, tra i quali dodici dipinti dell’artista cinese Zhang Yan. Tra questi Iron Staff Lama, donato dal pittore a papa Francesco e parte della collezione permanente del Museo Anima Mundi dei Musei Vaticani.
«Si tratta di opere che hanno per tema il rapporto con la natura e la religione - ha spiegato il pittore nel corso della conferenza di presentazione alla stampa delle due mostre -. Rappresentano un sincero omaggio di amicizia al Papa. La montagna sacra, in particolare, è simbolo di incontro, dialogo e civiltà. Iron Staff Lama appartiene al gruppo di lavori iniziati nel 1993 durante il mio viaggio in Tibet e che alludono a un’umanità capace di andare avanti nonostante un mondo così confuso».
Cradling Arm, invece, che coglie l’abbraccio morbido tra una madre e un figlio, rappresenta la vicinanza della natura.
«La bellezza è un veicolo straordinario per parlare sempre, in ogni latitudine e longitudine senza paura, senza barriere» ha detto il direttore dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, che ha anche ribadito la novità assoluta dell’iniziativa, ovvero «lo spirito su cui poggiano, solide, questa amicizia e questa relazione con le istituzioni culturali della Cina».
E intanto, in attesa dell’inaugurazione dell’ “esposizione sino-vaticana di arte contemporanea” che, come ha spiegato il segretario generale del China Culture Investment Fund, Jiancheng Zhu, rafforzerà ulteriormente l’amicizia e la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Vaticano, si aspetta di conoscere i dettagli dell’appuntamento. Indubbiamente sarà un’occasione importante, attraverso la quale la "diplomazia dell’arte" srotolerà un ponte fatto di bellezza e dialogo tra due civiltà immense, al di là delle distanze innalzate dai confini e dalle ideologie.
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