Dal 14 settembre al 23 febbraio al Museo storico della Fanteria
Miró, genio in movimento, presto in mostra a Roma
Joan Miró, L’oiseau rouge II, 1950, Litografia 44 x 26 cm, Collezione privata, Francia
Samantha De Martin
25/06/2024
Roma - Artista mobile, nomade, "fondatore della nuova dimensione del figurabile”, come lo definisce Achille Bonito Oliva, Joan Miró sarà protagonista dell’autunno romano con una mostra in programma al Museo storico della Fanteria.
Dopo Trieste e Catania, appuntamenti che hanno registrato, ciascuno, 50mila visitatori, il genio catalano che ha sovvertito il linguaggio dell’arte moderna approderà nella capitale dal 14 settembre al 23 febbraio.
Il progetto Miró – Il costruttore di sogni, a cura di Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo, prodotto da Navigare Srl con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia, Instituto Cervantes di Roma, Regione Lazio e Città di Roma, abbraccerà una selezione di 140 opere rappresentative dell’arte di Miró, del suo rivoluzionario linguaggio e delle sperimentazioni che hanno caratterizzato circa 60 anni della sua lunga esistenza.
“Rispetto alle mostre svoltesi a Trieste e a Catania – anticipa Vincenzo Sanfo – l’esposizione romana si distinguerà per una diversa distribuzione delle opere, e per l’aggiunta di una sezione dedicata alla scultura con interessanti bronzi”.
Joan Miró, Deux Personnages, 26 ottobre 1937, Olio, guazzo e acquerello su carta, 62 x 46 cm, Firmato in alto a destra, firmato, titolato e datato sul retro Galerie Lelong & Co, Paris ADAGP/Successió Miró/ Courtesy Galerie Lelong & Co.
Con una raccolta di lavori realizzati tra il 1924 e il 1981, la mostra renderà omaggio alla singolarità del pittore, ceramista, scultore e alla sua straordinaria attitudine alla libertà, alla sperimentazione e all’ indipendenza da ogni dogma artistico, sociale e culturale. Le opere esposte, poco conosciute al grande pubblico perché appartenenti a collezionisti privati italiani e francesi, saranno presentate in un percorso suddiviso in otto aree tematiche che accoglieranno le litografie, i manifesti, le poesie, le ceramiche, la pittura, la musica, gli amici, l’arte dietro lo specchio.
Il pubblico ammirerà numerose litografie curate da stampatori e incisori come Fernand Mourlot. Non mancheranno le ceramiche dipinte a mano e le tavole litografiche disegnate per accompagnare i versi di Parler Seul, del poeta dadaista Tristan Tzara (1950), oltre ai bozzetti per la messa in scena de L’Uccello Luce (1981) di Silvano Bussotti, realizzati in occasione della Biennale di Venezia.
Una piccola sezione intitolata Miró e i suoi amici includerà una decina di opere di Man Ray, Picasso, Dalí, e fotografie di Cohen e Bertrand, oltre che i libri e i documenti dei poeti Breton, Éluard, Chair, Tzara, frutto delle diverse connessioni di Miró con il mondo dell’arte e della cultura del tempo.
“Miró - commenta Achille Bonito Oliva - è un artista che apre un nuovo universo e sposta lo sguardo dalla vista alla visione. La sua pittura è un viaggio continuo e lo spazio non è mai immobile. Artista che va oltre la prospettiva, Miró è in nomadismo costante, come la vita, è un artista che può essere fruito da ogni generazione. La sua arte ha conservato la dignità del riferimento alla memoria, sottratta ad ogni statica purezza territoriale, ma legata al nomadismo individuale dell’artista".
La mostra accenderà un focus su tre aspetti della creatività artistica del genio di Barcellona: la rivoluzione del linguaggio artistico, la dimensione onirica e lirica - permeata da una sensibilità tradotta in colore, materia e segni in un contesto storico in cui le dittature politiche segneranno alcuni dei momenti più bui per la Spagna e per il resto del mondo - e, infine, la joie de vivre e il fervore espressivo che si materializzano in un linguaggio a sé stante, nella dimensione inafferrabile e primitiva dell’io più profondo.
Joan Mirò, Le lézard aux plumes d'or
Con le sue opere dalle forme semplici e spoglie, irreali ma sempre identificabili, che offrono una visione del "soggetto" tanto lirica quanto onirica, l’artista evoca le tragedie del suo tempo.
“Già nell'estate del 1936 - scrive Maïthé Vallès-Bled - quando i repubblicani spagnoli insorgono contro i generali putschisti, i dipinti su masonite preannunciano gli anni bui a venire. Allo stesso modo, dall'estate del 1939, nelle sue tele si percepisce l'imminenza della guerra in Europa. Circa trent'anni dopo, non rimarrà in silenzio di fronte agli sconvolgimenti del maggio 1968. Le sue posizioni erano espresse nel silenzio delle parole, ma nella straordinaria potenza della forma. Durante il suo ritiro a Palma di Maiorca durante la Seconda Guerra Mondiale, Miró continua a lavorare alle Costellazioni, che divengono il cuore della sua opera.”
Come spiegherà in seguito lo stesso artista, "la notte, la musica e le stelle hanno iniziato a giocare un ruolo importante nella suggestione dei miei dipinti".
La mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30. Sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.30.
Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura.
Dopo Trieste e Catania, appuntamenti che hanno registrato, ciascuno, 50mila visitatori, il genio catalano che ha sovvertito il linguaggio dell’arte moderna approderà nella capitale dal 14 settembre al 23 febbraio.
Il progetto Miró – Il costruttore di sogni, a cura di Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo, prodotto da Navigare Srl con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia, Instituto Cervantes di Roma, Regione Lazio e Città di Roma, abbraccerà una selezione di 140 opere rappresentative dell’arte di Miró, del suo rivoluzionario linguaggio e delle sperimentazioni che hanno caratterizzato circa 60 anni della sua lunga esistenza.
“Rispetto alle mostre svoltesi a Trieste e a Catania – anticipa Vincenzo Sanfo – l’esposizione romana si distinguerà per una diversa distribuzione delle opere, e per l’aggiunta di una sezione dedicata alla scultura con interessanti bronzi”.
Joan Miró, Deux Personnages, 26 ottobre 1937, Olio, guazzo e acquerello su carta, 62 x 46 cm, Firmato in alto a destra, firmato, titolato e datato sul retro Galerie Lelong & Co, Paris ADAGP/Successió Miró/ Courtesy Galerie Lelong & Co.
Con una raccolta di lavori realizzati tra il 1924 e il 1981, la mostra renderà omaggio alla singolarità del pittore, ceramista, scultore e alla sua straordinaria attitudine alla libertà, alla sperimentazione e all’ indipendenza da ogni dogma artistico, sociale e culturale. Le opere esposte, poco conosciute al grande pubblico perché appartenenti a collezionisti privati italiani e francesi, saranno presentate in un percorso suddiviso in otto aree tematiche che accoglieranno le litografie, i manifesti, le poesie, le ceramiche, la pittura, la musica, gli amici, l’arte dietro lo specchio.
Il pubblico ammirerà numerose litografie curate da stampatori e incisori come Fernand Mourlot. Non mancheranno le ceramiche dipinte a mano e le tavole litografiche disegnate per accompagnare i versi di Parler Seul, del poeta dadaista Tristan Tzara (1950), oltre ai bozzetti per la messa in scena de L’Uccello Luce (1981) di Silvano Bussotti, realizzati in occasione della Biennale di Venezia.
Una piccola sezione intitolata Miró e i suoi amici includerà una decina di opere di Man Ray, Picasso, Dalí, e fotografie di Cohen e Bertrand, oltre che i libri e i documenti dei poeti Breton, Éluard, Chair, Tzara, frutto delle diverse connessioni di Miró con il mondo dell’arte e della cultura del tempo.
“Miró - commenta Achille Bonito Oliva - è un artista che apre un nuovo universo e sposta lo sguardo dalla vista alla visione. La sua pittura è un viaggio continuo e lo spazio non è mai immobile. Artista che va oltre la prospettiva, Miró è in nomadismo costante, come la vita, è un artista che può essere fruito da ogni generazione. La sua arte ha conservato la dignità del riferimento alla memoria, sottratta ad ogni statica purezza territoriale, ma legata al nomadismo individuale dell’artista".
La mostra accenderà un focus su tre aspetti della creatività artistica del genio di Barcellona: la rivoluzione del linguaggio artistico, la dimensione onirica e lirica - permeata da una sensibilità tradotta in colore, materia e segni in un contesto storico in cui le dittature politiche segneranno alcuni dei momenti più bui per la Spagna e per il resto del mondo - e, infine, la joie de vivre e il fervore espressivo che si materializzano in un linguaggio a sé stante, nella dimensione inafferrabile e primitiva dell’io più profondo.
Joan Mirò, Le lézard aux plumes d'or
Con le sue opere dalle forme semplici e spoglie, irreali ma sempre identificabili, che offrono una visione del "soggetto" tanto lirica quanto onirica, l’artista evoca le tragedie del suo tempo.
“Già nell'estate del 1936 - scrive Maïthé Vallès-Bled - quando i repubblicani spagnoli insorgono contro i generali putschisti, i dipinti su masonite preannunciano gli anni bui a venire. Allo stesso modo, dall'estate del 1939, nelle sue tele si percepisce l'imminenza della guerra in Europa. Circa trent'anni dopo, non rimarrà in silenzio di fronte agli sconvolgimenti del maggio 1968. Le sue posizioni erano espresse nel silenzio delle parole, ma nella straordinaria potenza della forma. Durante il suo ritiro a Palma di Maiorca durante la Seconda Guerra Mondiale, Miró continua a lavorare alle Costellazioni, che divengono il cuore della sua opera.”
Come spiegherà in seguito lo stesso artista, "la notte, la musica e le stelle hanno iniziato a giocare un ruolo importante nella suggestione dei miei dipinti".
La mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30. Sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.30.
Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura.
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Roma | Dal 31 ottobre al 26 gennaio a Roma
Guercino ospite d'onore alle Scuderie del Quirinale
-
Brescia | Fino al 16 febbraio nel percorso Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo. 1512-1552
Savoldo, Moretto e la luce ritrovata. Due capolavori restaurati in mostra a Brescia
-
Roma | Fino al 23 marzo al Museo di Roma a Palazzo Braschi
Roma riscopre le "sue" pittrici con oltre 130 opere in mostra a Palazzo Braschi
-
I programmi da non perdere dal 28 ottobre al 3 novembre
La settimana dell’arte in tv, da Tiziano a Boccioni
-
Fino al 2 marzo 2025 al secondo livello dell'Anfiteatro Flavio
Göbeklitepe tra enigma e mistero. Al Colosseo una mostra racconta il sito archeologico tra i più antichi al mondo
-
Roma | Il 17 novembre a Roma un open day per visitare l’area al chilometro 11,700
Una storia lunga dieci secoli. La via Cassia invita a riscoprire un'importante area archeologica