Venerdì 8 novembre la performance a Roma, da Contemporary Cluster
Quando l’arte è liberatoria: Donovan presenta Coco Sean
Exposure | Courtesy of Coco Sian / Katastrofffe / Angelo Cricchi
Francesca Grego
06/11/2019
Roma - Tra sovranismi, ipercontrollo tecnologico e un clima di paura diffusa, nulla appare più lontano del sogno di libertà degli anni Sessanta. Ma ci sono storie che sembrano dire il contrario. Come un frammento di DNA o un dono che si reincarni, il meglio della cultura hippy ha attraversato tre generazioni ed è pronto a manifestarsi ancora nelle vibrazioni ultracontemporanee di una giovane artista. Lei è Coco Sean, nata 25 anni fa a Manchester in una famiglia speciale. Il nonno Donovan è una leggenda della musica, noto nel mondo come il “Bob Dylan britannico”. Nonna Linda Lawrence lo sposò dopo una relazione con Brian Jones, il fondatore dei Rolling Stones. Shaun Ryder, il papà di Coco, con gli Happy Mondays ha cambiato il volto degli anni Novanta dando vita al madchester e all'esperienza rave.
Tutt’altro che schiacciata da una simile eredità, Coco arriva a Roma con Exposure, una performance foriera di emozioni forti. Nella serata di venerdì 8 novembre gli spazi di Contemporary Cluster, nel cuore della capitale, accoglieranno la sua energia prorompente, capace di attraversare il tempo e i confini tra le arti. Scultura, pittura, musica, performance dal sapore bondage si mescolano nell'esperienza di Coco, che ha studiato all'Accademia d'Arte Ad'A di Firenze e per l'occasione sarà accompagnata dall'amica Katastroffe, fotografa, videographer e regista giramondo. Ma soprattutto da nonno Donovan, che non tradisce la propria anima di sperimentatore e accetta di mettersi in gioco a sua volta.
Non a caso la performance affronta il nodo dei rapporti familiari, di una dimensione profonda e potente, talvolta distruttiva, che nella vita di molti resta relegata tra le mura di casa. Non è così per Coco: “Sarà un momento molto intenso, emozionante, carico di ispirazione - dice – ma il punto principale è che ho deciso di esporre senza veli la mia sensibilità, la mia sessualità, esperienze che la maggior parte delle persone tiene nascoste considerandole private. Io penso che siano cose che condividiamo tutti. Quando, alla fine della performance, mi prendo un momento per guardare i volti, gli occhi delle persone tra la folla, è come se dicessi: tutti voi potete capire quello che sento”.
Nel buio tre grandi fotografie di Katastroffe mostreranno la sua immagine. Coco lacererà il proprio volto e il proprio corpo per entrare in scena, rivivendo momenti di crisi e perdita di se stessa, sentimenti troppo forti per essere sostenuti, ma necessari per trovare un nuovo equilibrio.
“Non so bene che cosa succederà nella serata romana”, spiega Donovan: “sarà un momento di espressione totalmente libera e perciò imprevedibile, legata anche alla relazione con il pubblico proprio come la musica. Io leggerò un testo poetico per introdurla”.
“I giovani dell'età di Coco – continua il musicista – provano forti sentimenti di rabbia nei confronti di una società, di governi, multinazionali e organizzazioni che minacciano il loro futuro. Lei mostrerà che è possibile esprimere e condividere questa rabbia. È una grande artista e sa che la soluzione dei problemi è prima di tutto dentro di noi”.
La passione per l'arte non è il solo elemento a unire nonno e nipote: la fede nella reincarnazione, mutuata dalle origini gaeliche di nonna Linda, getta una luce speciale sul loro destino: “Un bambino non nasce per caso in una famiglia di artisti”, racconta Donovan: “È una sorta di scelta. Dalle loro vite precedenti i miei figli e i miei nipoti si sono portati dietro qualcosa che ha a che fare con il mondo dell'arte, la danza, il teatro, la musica, la poesia, il pensiero radicale. A loro non abbiamo chiesto di diventare poeti o pittori, abbiamo solo cercato di interpretare i segni delle loro inclinazioni”.
Coco, dicevamo, è performer, scultrice, pittrice. Ma qual è la sua forma espressiva favorita? “Tutto in fondo è performance – risponde – Per esempio quando scolpisco un oggetto tridimensionale mi muovo attorno a lui nello spazio, danzo a tempo di musica, canto. Non sono davanti al pubblico, ma nel mio mondo: sto creando e il risultato è qualcosa di fisico e tangibile. Non c'è confine tra le arti”.
A cura di Angelo Cricchi, Exposure si concluderà con il live set di Dj Ritual alias Tiziano Rizzuti, noto protagonista della scena fetish ed elettronica tra Londra e Roma.
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• Exposure
Tutt’altro che schiacciata da una simile eredità, Coco arriva a Roma con Exposure, una performance foriera di emozioni forti. Nella serata di venerdì 8 novembre gli spazi di Contemporary Cluster, nel cuore della capitale, accoglieranno la sua energia prorompente, capace di attraversare il tempo e i confini tra le arti. Scultura, pittura, musica, performance dal sapore bondage si mescolano nell'esperienza di Coco, che ha studiato all'Accademia d'Arte Ad'A di Firenze e per l'occasione sarà accompagnata dall'amica Katastroffe, fotografa, videographer e regista giramondo. Ma soprattutto da nonno Donovan, che non tradisce la propria anima di sperimentatore e accetta di mettersi in gioco a sua volta.
Non a caso la performance affronta il nodo dei rapporti familiari, di una dimensione profonda e potente, talvolta distruttiva, che nella vita di molti resta relegata tra le mura di casa. Non è così per Coco: “Sarà un momento molto intenso, emozionante, carico di ispirazione - dice – ma il punto principale è che ho deciso di esporre senza veli la mia sensibilità, la mia sessualità, esperienze che la maggior parte delle persone tiene nascoste considerandole private. Io penso che siano cose che condividiamo tutti. Quando, alla fine della performance, mi prendo un momento per guardare i volti, gli occhi delle persone tra la folla, è come se dicessi: tutti voi potete capire quello che sento”.
Nel buio tre grandi fotografie di Katastroffe mostreranno la sua immagine. Coco lacererà il proprio volto e il proprio corpo per entrare in scena, rivivendo momenti di crisi e perdita di se stessa, sentimenti troppo forti per essere sostenuti, ma necessari per trovare un nuovo equilibrio.
“Non so bene che cosa succederà nella serata romana”, spiega Donovan: “sarà un momento di espressione totalmente libera e perciò imprevedibile, legata anche alla relazione con il pubblico proprio come la musica. Io leggerò un testo poetico per introdurla”.
“I giovani dell'età di Coco – continua il musicista – provano forti sentimenti di rabbia nei confronti di una società, di governi, multinazionali e organizzazioni che minacciano il loro futuro. Lei mostrerà che è possibile esprimere e condividere questa rabbia. È una grande artista e sa che la soluzione dei problemi è prima di tutto dentro di noi”.
La passione per l'arte non è il solo elemento a unire nonno e nipote: la fede nella reincarnazione, mutuata dalle origini gaeliche di nonna Linda, getta una luce speciale sul loro destino: “Un bambino non nasce per caso in una famiglia di artisti”, racconta Donovan: “È una sorta di scelta. Dalle loro vite precedenti i miei figli e i miei nipoti si sono portati dietro qualcosa che ha a che fare con il mondo dell'arte, la danza, il teatro, la musica, la poesia, il pensiero radicale. A loro non abbiamo chiesto di diventare poeti o pittori, abbiamo solo cercato di interpretare i segni delle loro inclinazioni”.
Coco, dicevamo, è performer, scultrice, pittrice. Ma qual è la sua forma espressiva favorita? “Tutto in fondo è performance – risponde – Per esempio quando scolpisco un oggetto tridimensionale mi muovo attorno a lui nello spazio, danzo a tempo di musica, canto. Non sono davanti al pubblico, ma nel mio mondo: sto creando e il risultato è qualcosa di fisico e tangibile. Non c'è confine tra le arti”.
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