Quattro capitali per i paradisi di Salgado
Sebastião Salgado, uno scatto del progetto fotografico "Genesi"
26/03/2013
Roma - Roma, Londra,Toronto e Rio de Janeiro. Queste le quattro capitali in cui si potrà vedere, in anteprima, la mostra fotografica intitolata Genesi, dedicata agli scatti di Sebastião Salgado, curata da sua moglie Lélia Wanick Salgado. La data di apertura a Roma sarà quella del prossimo 15 maggio. Qui l'esposizione sarà ospitata negli spazi dell'Ara Pacis fino al 15 settembre. Dai quattro avamposti di Italia, Inghilterra, Canada e Brasile, patria d'origine di Salgado, la mostra poi proseguirà il cammino verso altre grandi città del mondo.
Genesi, il lavoro più recente di quello che è considerato il maggiore fotografo documentario contemporaneo, è un viaggio per immagini attraverso i cinque continenti. Un viaggio in bianco e nero, intesi come colori ma anche come simbolo di una forte contraddizione: tra quello che il nostro pianeta è e quello che avrebbe potuto continuare ad essere. Questa volta le sue fotografie sono dedicate non tanto all'uomo quanto alle meraviglie del mondo della natura. Per realizzarle è stato necessario attraversare le foreste tropicali dell'Amazzonia e del Congo, dell'Indonesia e della Nuova Guinea, i ghiacciai dell'Antartide e dell'Alaska, i deserti dell'America e dell'Africa, calarsi fra le montagne del Cile e della Siberia, in contesti incontaminati. "L'ho chiamato Genesi perché desidero tornare alle origini del pianeta: all'aria, all'acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita; alle specie animali che hanno resistito all'addomesticamento; alle remote tribù dagli stili di vita cosiddetti primitivi e ancora incontaminati. In queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfino d'innocenza. Abbiamo già distrutto tanto - spiega Salgado- ora è il momento di prendere coscienza e di ripartire. Di proteggere la parte ancora viva. Solo così l'uomo potrà sopravvivere".
Nicoletta Speltra
Genesi, il lavoro più recente di quello che è considerato il maggiore fotografo documentario contemporaneo, è un viaggio per immagini attraverso i cinque continenti. Un viaggio in bianco e nero, intesi come colori ma anche come simbolo di una forte contraddizione: tra quello che il nostro pianeta è e quello che avrebbe potuto continuare ad essere. Questa volta le sue fotografie sono dedicate non tanto all'uomo quanto alle meraviglie del mondo della natura. Per realizzarle è stato necessario attraversare le foreste tropicali dell'Amazzonia e del Congo, dell'Indonesia e della Nuova Guinea, i ghiacciai dell'Antartide e dell'Alaska, i deserti dell'America e dell'Africa, calarsi fra le montagne del Cile e della Siberia, in contesti incontaminati. "L'ho chiamato Genesi perché desidero tornare alle origini del pianeta: all'aria, all'acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita; alle specie animali che hanno resistito all'addomesticamento; alle remote tribù dagli stili di vita cosiddetti primitivi e ancora incontaminati. In queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfino d'innocenza. Abbiamo già distrutto tanto - spiega Salgado- ora è il momento di prendere coscienza e di ripartire. Di proteggere la parte ancora viva. Solo così l'uomo potrà sopravvivere".
Nicoletta Speltra
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