Dal 1 novembre, ogni primo sabato del mese su prenotazione
Riaprono gli appartamenti della principessa Cornelia Costanza Barberini
![](http://www.arte.it/foto/600x450/df/26456-Appartamenti_Settecenteschi_della_Famiglia_Barberini_4.jpg)
La Redazione
01/11/2014
Roma - Dal 1 novembre, e ogni primo sabato del mese, dopo anni di chiusura e un intervento di restauro, il pubblico potrà nuovamente accedere agli appartamenti privati della principessa Cornelia Costanza Barberini (1716-1796) attraverso visite guidate su prenotazione.
Le sale arredate personalmente dall’ultima erede del casato tra il 1750 e il 1770, al secondo piano di Palazzo Barberini, testimoniano la cultura e il gusto sofisticato di una donna mondana e dotta, capace di esprimersi attraverso una grande cura dei particolari, evidente nei rivestimenti, nelle pitture e nei continui riferimenti ai simboli della famiglia, e un’attenzione alle novità della propria epoca, visibile nella ricorrente presenza di passagi segreti, nei mobili a scomparsa, nei piccoli vani segreti e nei trompe l’oeil.
Gli ambienti moltiplicati e resi al tempo stesso più intimi da una serie di tramezzi descrivono l’esigenza di combinare il riserbo alle esigenze di rappresentanza, esigenza ribadita dalla collocazione estranea ai saloni barocchi del piano nobile ma direttamente collegata allo scalone elicoidale disegnato dal Borromini.
Consulta anche:
Guida d'arte di Roma
Le sale arredate personalmente dall’ultima erede del casato tra il 1750 e il 1770, al secondo piano di Palazzo Barberini, testimoniano la cultura e il gusto sofisticato di una donna mondana e dotta, capace di esprimersi attraverso una grande cura dei particolari, evidente nei rivestimenti, nelle pitture e nei continui riferimenti ai simboli della famiglia, e un’attenzione alle novità della propria epoca, visibile nella ricorrente presenza di passagi segreti, nei mobili a scomparsa, nei piccoli vani segreti e nei trompe l’oeil.
Gli ambienti moltiplicati e resi al tempo stesso più intimi da una serie di tramezzi descrivono l’esigenza di combinare il riserbo alle esigenze di rappresentanza, esigenza ribadita dalla collocazione estranea ai saloni barocchi del piano nobile ma direttamente collegata allo scalone elicoidale disegnato dal Borromini.
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